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Le vacanze di Pasqua trascorrevano più velocemente di quanto Harry avesse sperato. Approfittò del suo tempo con Malfoy con curiosa attenzione, rimanendo in guardia almeno finché il biondo non lo guardava negli occhi e si avvicinava per baciarlo. Harry sentiva dentro di sé quanto ogni bacio di Malfoy fosse completamente fuori dall'ordinario e moralmente scorretto. Eppure, nel momento in cui si sfioravano, a entrambi non sembrava importare un accidente della morale né della politica.

Draco stava baciando Harry sull'angolo delle labbra quando il caminetto della sala comune dei Grifondoro, che fino a quel momento ospitava solo i due ragazzi, cominciò a brillare di una luce più intensa. La voce di Ron echeggiò debolmente per tutta la stanza, mentre il cuore di entrambi i ragazzi perdeva un battito. Nel giro di pochi secondi li avrebbe visti.

«Nasconditi» sibilò Harry mentre cercava di spingere via il corpo del biondo.

«Grazie tante del consiglio» rispose Malfoy con sarcasmo e silenziosa fretta. «Dove dovrei nascondermi?»

«Harry, amico!» esclamò Ron mentre il suo volto compariva nel caminetto. Malfoy era riuscito a saltare giù dalla spalliera del divanetto con un pericoloso tonfo e Harry lo sentì imprecare sottovoce. Non gli importava, però, finché Ron non venisse a saperlo. Non in quel modo, non in quel momento. Improvvisamente si sentì protagonista di uno dei ridicoli romanzi rosa che leggeva zia Petunia.

«Ron!» esclamò di rimando, sforzandosi di sembrare tranquillo. «Buona Pasqua.»

L'immagine di Ron dentro il camino era sfocata, probabilmente a causa della quantità di polvere limitata che aveva usato per chiamarlo. I Weasley avevano sempre tenuto al risparmio, anche quando riguardava i loro effetti personali di minor valore. «Buona Pasqua anche a te! Come sta andando, lì?» Il ragazzo sembrava raggiante e un grande sorriso illuminava il suo volto.

Harry si guardò le ginocchia. «Mi tengo impegnato» rispose. Sentì Malfoy sghignazzare dietro il divano e pregò che la connessione via camino fosse il meno efficiente possibile. «E da voi?»

«Non male» fece Ron con una smorfia non troppo convincente. «I genitori di Hermione le somigliano molto. Sono brave persone, anche se non si fidano del fatto che noi maghi comunichiamo con i camini al posto dei... telefoni, hai detto che si chiamano?» Harry annuì. «Ecco, i telefoni. In ogni caso, è una bella giornata. Hermione sta dando una mano a sua madre in cucina, e suo padre mi insegna le regole del calcio Babbano.»

«Ne sono felice» sorrise Harry, passandosi una mano tra i capelli e accorgendosi che Malfoy li aveva ridotti peggio del solito.

«Mi dispiace averti lasciato lì da solo» ripeté Ron. «Passeremo la prossima Pasqua tutti insieme alla Tana, l'anno prossimo.»

Harry scosse furtivamente la mano dietro la poltrona per avvertire Malfoy di non fare rumore, in quanto sembrava particolarmente divertito. «Sai che non è un problema, Ron. Però non potrei mai rifiutare l'offerta del prossimo anno.» Contrariamente a quanto potesse pensare Malfoy, ogni giornata in casa Weasley era caratterizzata da puro divertimento. Arthur e Molly avevano regalato a Harry la famiglia grande e spensierata che non aveva mai avuto.

«È lì?» esordì poi una voce. Una Hermione sorridente era comparsa accanto a Ron, che aveva annuito. «Ciao, Harry! Buona Pasqua!» salutò sorridente e agitando una mano. Harry ricambiò calorosamente. Poteva giurare di non vederla così felice da tempo, e solo in quel momento realizzò l'effetto positivo che Ron e Hermione avevano l'uno sull'altra. Si chiese per un momento come sarebbe stato trovarsi talmente in sintonia con qualcuno. Avrebbe mai trovato la stessa serenità con Malfoy?

«Allora, non è ancora ora di pranzo, a Hogwarts?» lo punzecchiò Ron, sempre curioso di sapere in cosa consisteva ogni banchetto della scuola. A Hermione dava ancora fastidio sentire come godesse del duro lavoro degli elfi domestici, ma Ron faceva sempre finta di non notarlo.

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