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Le settimane successive filarono talmente liscio da destare dei sospetti in Harry, che ormai si aggirava per i corridoi della scuola con la stessa inquietante e attenta diffidenza di Filch.

     Draco gli aveva raccontato vagamente del suo incontro con Bellatrix Lestrange, forse omettendo i disgustosi dettagli del loro rapporto familiare. Harry, infatti, aveva ammesso a se stesso di volerne sapere il meno possibile, immaginandosi commensale di una simpatica cena a tema Mangiamorte nella nobile Villa Malfoy.

     A quanto pareva un lupo mannaro alleato di Lord Voldemort, chiamato Fenrir Greyback, avrebbe ricevuto l'incarico di tenere d'occhio il signor Borgin e la copia dell'Armadio Svanitore nel suo negozio, a Nocturne Alley. Il licantropo si teneva in contatto con Draco sotto gli occhi investigativi di Harry, che non smetteva di condurre maggiori ricerche sul mobile stregato.

     L'idea di rivolgersi a Arthur Weasley fu sorprendentemente dello stesso Malfoy, quando in una conversazione casualmente fortunata Harry si era fatto scappare che il padre di Ron era stato promosso a Direttore dell'Ufficio Intercettazioni e Confisca di Incantesimi Difensivi e Oggetti Protettivi Contraffatti. Più praticamente, un Armadio Svanitore rientrava perfettamente nella sua area di specializzazione.

Harry e Draco ci avevano messo una settimana intera a trovare un modo per consultare il signor Weasley senza farsi scoprire e senza coinvolgere Ron; poi un'altra settimana per ottenere una manciata di polvere per il Fuoco Parlante e per mandare tutti a una presunta festa di fine anno a Hogsmeade. E adesso si trovavano nella sala comune di Grifondoro, soli e impazienti, cercando di decidere cosa dire esattamente ad Arthur Weasley.

«Ti conviene nasconderti bene e non cominciare a ridere come hai fatto con Ron e Hermione» lo minacciò Harry senza troppa serietà, ma tenendo drammaticamente un dito all'insù.

«Mi nasconderò quando lo chiamerai. Peccato che, prima che accada, devi capire come ricevere informazioni su un oggetto oscuro senza rivelare che stai aiutando un Mangiamorte» ribatté Draco con una tranquillità fastidiosamente aristocratica.

Harry roteò gli occhi e liberò un gemito di frustrazione. «Di solito sei tu quello intelligente tra i due» disse.

Lo sguardo di Draco dimostrava che era chiaramente d'accordo, ma lui non rispose, sicuramente per fargli una gentilezza e non disturbarlo con le sue saccenti provocazioni. Harry, comunque, ne era ormai abituato.

Prima che potesse ricominciare a parlare, dei tocchi ovattati sulla finestra li fecero voltare. Un gufo bruno era appena atterrato sul davanzale dell'ampia finestra, con un rotolo di pergamena giallognola legato alla zampa. Harry si affrettò a raggiungere l'animale, che non usciva ad identificare, slegò il messaggio e ne lesse il breve, ma strano contenuto.

Il vostro caro armadio è rotto, non c'è bisogno di consultare nessun altro.
Giovani dilettanti.

Harry non conosceva quella calligrafia, scritta in un leggibile stampatello maiuscolo con un inchiostro nero. Aggrottando le sopracciglia, mostrò il biglietto a Draco.

«No, nemmeno io so a chi appartiene» rispose il biondo scrutando la pergamena.

«Be', chiunque sia, non sembra molto gentile. Giovani dilettanti» borbottò Harry. Guardò il gufo tubare cupo mentre sospirava, perplesso. Solo dopo aver riflettuto su quanto avevano appena ricevuto, alzò lo sguardo e disse: «Draco, non sarà stata-».

«Una soffiata» lo interruppe lui, rubandogli le parole di bocca. La confusione era tuttavia ben visibile sul suo volto. «Ma nessuno sapeva ciò che stavamo per fare. Com'è possibile?»

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