I giorni successivi alla fuga di Potter e alla punizione del Signore Oscuro furono interminabili. Proprio come aveva fatto durante le vacanze di Natale, Draco impiegava gran parte del suo tempo passeggiando in giardino, scrivendo versi di nascosto e mantenendosi a distanza da ciò che accadeva tra i Mangiamorte al piano di sotto. Aveva addirittura smesso di sentirsi in colpa per non prendere parte a qualunque malefatta stessero pianificando.
La domenica di Pasqua arrivò in un turbine di nuvole e germogli di rose bianche tra le aiuole. Di prima mattina, Draco accolse il gufo grigio di Blaise mentre atterrava sul davanzale della sua finestra. Esso svolazzò contento mentre veniva liberato dal nastro avvolto alla sua zampa e si appollaiò accanto al ragazzo.
Buona Pasqua, Draco.
Io e mamma siamo venuti a sapere della faccenda di Potter, la scorsa settimana. Dispiace tantissimo a entrambi.
Spero tu stia bene. Se hai bisogno di parlare, sai che puoi contattarmi; ma non voglio disturbarti ulteriormente.
Passa una buona giornata,
BlaiseSi lasciò scappare un sorriso nel notare quanto il suo migliore amico - il suo unico amico - sapesse essere premuroso, nei momenti di bisogno. Afferrò una pergamena e abbozzò delle parole per ricambiare gli auguri e assicurarlo che era tutto a posto, per poi incaricare il gufo di consegnargliela e congedarlo.
Aveva passato talmente tanto tempo da solo, chiuso nella sua camera da letto e in silenzio, da perdere completamente la voglia di aprirsi. Sua madre non riusciva a strappargli di bocca nessuna frase più approfondita riguardo al suo stato d'animo; in più avrebbe scommesso che Blaise, per quanto gentile, non fosse abbastanza paziente da ascoltare e comprendere appieno tutti i pensieri che lo tormentavano.
Spremere le meningi riguardo ai fatti della settimana precedente, quando era stato vittima della Maledizione Cruciatus, non sembrava portare a niente di positivo. Gli capitava di sognare la voce del Prescelto, cicatrici a forma di saetta e Marchi Neri, ma nulla pareva avere un senso. I suoi ragionamenti vagavano in cerca di un filo conduttore che non esisteva, finché non si arrendeva chiedendosi: Perché, tra tutti i maghi in questo mondo, devo esserne coinvolto proprio io? Tuttavia, ancora una volta, non trovava alcuna risposta ragionevole.
Si convinse ad indossare dei vestiti e a rendersi presentabile soltanto pochi minuti prima del pranzo: un semplice completo nero, ma stavolta con una camicia bianca abbottonata con cura sotto la giacca. Passò la mano umida sui capelli quasi bianchi per metterli in ordine, compiacendosi quando li ritrovò perfettamente lisci senza troppi sforzi. Si spruzzò dell'acqua di colonia fastidiosamente costosa sul collo e, silenzioso, percorse le scale fino alla sala da pranzo.
Il padre lo aspettava seduto a capotavola, come di consueto; la madre sedeva alla sua destra e zia Bellatrix alla sua sinistra. Di fianco alla donna vi era l'invitato più atteso: Severus Piton, l'uomo di cui il Signore Oscuro si fidava più di chiunque altro, nonché nuovo preside di Hogwarts. Teneva entrambi gli avambracci poggiati sul lungo tavolo semi-deserto e aveva un aspetto teso. Draco prese posto di fronte a lui e accanto a sua madre, per poi rivolgere un cenno di saluto a tutti i commensali.
I pranzi e le cene tradizionali della famiglia Malfoy prevedevano sempre un numero minimo di partecipanti. La segretezza accentuava il loro carattere intimo e intrigante, riservato a pochi eletti. La tavola era apparecchiata con cura e le stoviglie erano talmente lucenti da sembrare finte. Quell'eleganza era quasi rivoltante e, invece di sottolineare quanto la casata fosse prestigiosa, la faceva apparire sterile. Draco non si sarebbe stupito se qualcuno gli avesse rivelato che, in realtà, viveva in una casa per le bambole.
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wilted
FanfictionDurante il suo sesto anno a Hogwarts, Draco Malfoy riceve un terribile incarico che segnerà il suo futuro. Prima di cedere ufficialmente al male, però, decide di togliersi un enorme peso dal petto: rivelare, anche se apparentemente per errore, il su...