26

950 66 25
                                    

Dopo, Draco. Erano le ultime parole che gli aveva rivolto il Prescelto. Non sapeva quanto tempo fosse passato, ma riusciva a scrutare delle deboli strisce di luce dalle ante dell'armadio in cui si era nascosto. Chiudersi nell'aula di Trasfigurazione non era abbastanza, quindi si era fatto spazio tra i cadaveri ed era entrato in quel mobile impolverato. Aveva sperato in un segno della fine della guerra, ripetendosi le parole che Harry Potter gli aveva riservato. Dopo, Draco.

«Draco Malfoy? C'è un Draco Malfoy?» La voce che udì apparteneva a una ragazza. Alcuni passi la accompagnarono, poi il tonfo di un corpo che si accasciava. Draco temette che fosse stata uccisa, quando lei ripeté: «Qualcuno di voi è ancora vivo e si chiama Draco Malfoy?».

Esitante, Draco spinse un'anta e fece un passo verso l'esterno. Si mosse lentamente e sollevò le mani, per fare capire di essere disarmato e di non avere cattive intenzioni. «Sono Draco» pronunciò con voce rauca.

La ragazza di fronte a lui doveva essere sua coetanea, però Draco non la riconobbe. Portava le maniche della camicia bianca arrotolate ai gomiti, la cravatta di Serpeverde girata al contrario e i lunghi capelli cioccolato spettinati sulle spalle. Teneva la bacchetta alla mano e, gioiosa, spalancò gli occhi azzurri. «Finalmente! I tuoi genitori ti stanno cercando. Seguimi.»

Così dicendo gli afferrò la mano e lo trascinò fuori dalla classe, ignorando la decina di corpi morti, e mostrandogliene un'altra decina nei corridoi. Draco si sentì come se potesse vomitare da un momento all'altro. «La battaglia è finita?» chiese.

«La battaglia?» ripeté la ragazza, quasi schernendolo. «L'intera guerra è terminata! Harry Potter ha ucciso il Signore... Lord Voldemort. Ha ucciso Lord Voldemort.» Draco si stupì nel vedere che pronunciare quel nome non era più pericoloso. «Non solo: ha fatto il tuo nome. A quanto pare la bacchetta di Silente era tua, o qualcosa del genere. C'era un caos tremendo, era difficile seguire.»

«Avrai capito male» disse immediatamente Draco, scettico, perché non pensava che avrebbe mai potuto avere a che fare con quella situazione.

Si aggirarono tra i corridoi silenziosi fino alla Sala Grande, adesso ricolma di adulti, ragazzini e, ancora, cadaveri. La ragazza gli strinse forte la mano, come per non lasciarselo scappare, e rivolse un grande sorriso verso un angolo della sala.

«Signor Malfoy! Signora Malfoy!» disse ad alta voce. Sollevò la mano cinta a quella di Draco, portando il ragazzo a fare lo stesso. «L'ho trovato!»

I genitori di Draco avevano un aspetto orribile. Sembrava che Lucius non dormisse da una settimana e che non facesse una doccia da ancora più tempo, mentre Narcissa singhiozzava ininterrottamente e aveva il vestito strappato. Draco ebbe quasi paura che fossero rimasti feriti ma, tutto sommato, non sembrava che avessero subito grossi danni fisici.

La donna corse immediatamente verso suo figlio, allargando le braccia e avvolgendolo. «Il mio bambino» pianse, crollando in ginocchio. Draco la imitò, troppo debole per resisterle, e ricambiò l'abbraccio. La mia mamma, pensò, forse per la prima volta nella sua vita.

Lucius rimase in piedi dietro di loro, serio, ma con l'ombra di uno sguardo affettuoso che non gli dedicava da tempo. Draco quasi si arrabbiò nel vederlo freddo anche in una situazione talmente estrema.

«Bene, adesso dovrei andare. Sono felice di essere stata d'aiuto» annunciò la ragazza. Draco si accorse solo in quel momento che lei gli aveva lasciato la mano secondi prima.

«Ti ringraziamo di cuore, ragazza. Dì a tuo padre di non esitare a contattarmi, se ne avrà bisogno, per qualsiasi cosa» le disse Lucius. Evidentemente, la sua maniera di esprimere gratitudine attraverso la ricchezza non era scomparsa.

wiltedDove le storie prendono vita. Scoprilo ora