«Potter!»
La testa di Harry girava vorticosamente e uno strano sapore gli pervase la bocca. Tentò invano di riaprire gli occhi mentre le mani di Draco gli tastavano il petto.
«Potter! Stai bene? Che è successo?» ripeteva.
Insieme al sapore acido e insolito, Harry cominciò a sentire l'effetto della polvere che non aveva smesso di levarsi nell'aria. Non doveva essere passato troppo tempo, ma la sua mente si era oscurata per qualche momento e doveva avere perso i sensi.
«Non lo so» disse tra un colpo di tosse e l'altro. Riuscì ad aprire le palpebre e mise a fuoco la figura di Draco: era visibilmente allarmato e non smetteva di toccarlo. Credeva probabilmente che Harry fosse ferito, ma in realtà fisicamente era del tutto illeso.
«Ho sentito un tonfo e ho aperto subito l'armadio, eri praticamente crollato» raccontò il biondo. «Qualcosa non va.»
«Forse non è l'armadio» lo interruppe Harry. «Lì dentro... Mi ha portato da Voldemort.»
Draco sbarrò gli occhi e Harry non seppe dire se fosse per quel nome o per tutto ciò che era successo. «Cosa? Com'è possibile?»
«Ero come dentro una botola, e Voldemort l'ha aperta. Mi ha riconosciuto. Non ricordo nient'altro.»
Il ragazzo lo fece sedere sulla poltrona di fronte al camino ancora acceso. Si chinò e poggiò le mani sulle ginocchia di Harry, cercando il suo sguardo, ma Harry era troppo confuso per fissarsi su qualsiasi cosa. Guardava da una parte all'altra, incapace di mettere a fuoco oggetti o persone, e la cicatrice gli provocava fitte di dolore accecante.
«Potter, guardami» diceva Draco, il tono fermo. Harry non era abituato a sentirlo così sicuro: lo faceva solo quando erano insieme. «Ehi! Guardami.»
Harry si portò una mano alla fronte e obbedì, la visione del biondo ancora sfocata. «Scusami, io... Credo di essere confuso, o... stanco» biascicò.
Draco gli strinse la mano libera, facendo intrecciare le loro dita e contrastando il suo tocco deciso a quello tremante e spaventato di Harry. «Va tutto bene. Forse devi soltanto rilassarti. Fa' come me.» E così cominciò a prendere dei respiri profondi, ancora stringendogli la mano e mantenendo il contatto visivo.
Harry lo imitò fino a sentire il suo battito cardiaco regolarizzarsi e a vederci nitidamente. Solo in quel momento si accorse della preoccupazione che velava gli occhi del ragazzo. Si sentì incredibilmente in colpa nel vedere che i ruoli si stavano invertendo. Non poteva permetterlo. Era Draco ad avere bisogno di protezione da parte di Harry, non il contrario.
«Che cosa ti trasmettono le visioni del Signore Oscuro? Tutto questo... È normale?» chiese Draco, ormai anche lui consapevole del pericoloso legame diretto tra il Prescelto e Lord Voldemort.
«Non lo è. Di solito sento le sue stesse emozioni, come l'odio e la rabbia o anche l'euforia. Ma questa volta è stato diverso, era come se mi trovassi al suo cospetto. Come se mi avesse catturato.» Harry si chiese se anche Draco avesse percepito Voldemort così vicino, nel bagno di Mirtilla Malcontenta, ma ebbe paura di chiederglielo.
Draco sospirò, guardando riflessivo le loro mani. «Non voglio che riproviamo, se neanche tu sei al sicuro.»
Harry sentì il suo petto contrarsi debolmente a causa di quelle parole. Accennò un sorriso e sollevò il capo di Draco dal mento, per poi sfiorare i suoi capelli argentei. «Era solo il nostro primo tentativo. Possiamo provare qualcos'altro o informarci meglio sugli Armadi Svanitori» lo rassicurò.
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wilted
FanfictionDurante il suo sesto anno a Hogwarts, Draco Malfoy riceve un terribile incarico che segnerà il suo futuro. Prima di cedere ufficialmente al male, però, decide di togliersi un enorme peso dal petto: rivelare, anche se apparentemente per errore, il su...