L'incontro con Narcissa Malfoy aveva decisamente scosso Harry, che si aspettava tutto fuorché un'offerta implicita di unirsi al lato oscuro e di fidarsi di un uomo vile come Severus Piton. Lo stomaco gli si contorceva al solo pensiero di allearsi con il professore, e Harry si chiedeva che cosa avrebbero pensato Sirius o suo padre se avessero assistito a quella bizzarra chiacchierata ai Tre Manici di Scopa.
In realtà, gli era capitato frequentemente di pensare ai suoi genitori e al suo padrino nell'ultimo periodo. Che cosa avrebbero fatto, al suo posto, le figure adulte un tempo incaricate di proteggerlo e che avevano perso la vita per portare a termine tale compito? Che cosa avrebbero pensato di lui e del suo rapporto con Malfoy, appartenente a una famiglia nemica da generazioni? Harry non riusciva a trovare una risposta a quelle domande e la sua stessa mente si torturava a furia di cercarne una.
Malfoy rappresentava per Harry ciò che Piton rappresentava per James Potter, ma quest'ultimo non si era mai disturbato neanche di avere una conversazione civile con il giovane Severus. Harry, invece, era andato ben oltre le conversazioni con Draco. Più il tempo passava, più era convinto di non somigliare affatto a suo padre. James non sembrava disposto a dare il beneficio del dubbio alle persone che non sopportava. Harry, al contrario, si era sforzato di dare una possibilità al ragazzo più improbabile che esistesse, e ora cominciava a chiedersi se avesse fatto la scelta giusta.
Non si sentì di certo meglio quando Ron cominciò a notare i suoi sbalzi d'umore e tutte le sere in cui, silenziosamente, sgattaiolava fuori dal loro dormitorio. Per qualche motivo, affrontare un discorso così delicato con Ron lo metteva più in agitazione che parlarne con Hermione, forse perché quest'ultima era meno impulsiva e più propensa a comprenderlo. Harry aveva sempre evitato strategicamente di nominare Malfoy in presenza di Ron, in modo da non dare inizio a dialoghi imbarazzanti.
Una mattina, tuttavia, lo stesso Ron si occupò di comunicargli delle voci che aveva apparentemente sentito in giro. «Ehi, Harry» cominciò, dandogli una piccola gomitata e facendogli saltellare il succo di zucca nel bicchiere che aveva in mano, «senti questa. Ho origliato la conversazione di alcuni Serpeverde a Pozioni, l'altro giorno, e dicevano che Draco Malfoy ha messo gli occhi su un ragazzo».
Harry dovette trattenersi dal soffocare nella sua stessa colazione. Hermione lo fissò, seria e attenta, cercando di infondergli sicurezza. «E allora?» mormorò, la voce appena tremolante.
«E allora?» ripeté Ron incredulo. «È uno scoop, Harry! Immagina una notizia del genere nella Gazzetta del Profeta, farebbe esplodere tutta Hogwarts! "Il giovane Malfoy è incapace di produrre un erede per la sua famiglia. Il motivo? Gli piace-"»
Hermione lo interruppe prima che il suo speculare diventasse troppo drammatico. «Ron» lo richiamò severa, «cosa piace o non piace a Malfoy non sono affari nostri. Credo che tu stia esagerando».
Ron alzò le spalle. «Volevo solo farmi due risate» si giustificò, «non mi aspettavo certo che lo difendeste».
«Non che ci sia qualcosa di divertente» mugugnò Harry con la bocca piena. Parte di sé sperava che non lo sentisse, ma un'altra parte di sé voleva fargli sapere che era stato scortese. Un'improvvisa paura lo assalì quando si immaginò la sua reazione se avesse scoperto che, in realtà, il ragazzo su cui Malfoy aveva messo gli occhi era proprio Harry.
Ron, però, non disse niente, forse responsabilizzandosi a seguito del rimprovero dei suoi amici. Sotto gli occhi spazientiti di Hermione afferrò un'altra fetta di pane tostato, la imburrò e la addentò goffamente.
«Ma la smetti mai di mangiare?» commentò la ragazza, accennando una smorfia di disgusto.
Il rosso scosse la testa. «Se non volete che parli, almeno lasciatemi mangiare.»

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wilted
FanfictionDurante il suo sesto anno a Hogwarts, Draco Malfoy riceve un terribile incarico che segnerà il suo futuro. Prima di cedere ufficialmente al male, però, decide di togliersi un enorme peso dal petto: rivelare, anche se apparentemente per errore, il su...