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Attenzione: questo biglietto NON è indirizzato per nessun motivo a Pansy Parkinson.
Potter,
     ho fatto delle ricerche in biblioteca, nell'ultima settimana. Mi sono documentato sull'equinozio di primavera, e pensa un po': un giovane mago del Cinquecento ha offerto l'Incanto delle lucciole come regalo di compleanno alla sua amata, che cade esattamente il giorno dell'equinozio. Secondo la leggenda, la presenza di questi luminosi insetti permetteva alla ragazza di sentirsi a suo agio e concentrarsi per scoprire il suo Patronus, processo che durò diversi anni (a quanto pare, lei aveva alle spalle un passato profondamente traumatico).
     Questo fenomeno avviene soltanto in cinque parti del Regno Unito:
Stonehenge, luogo in cui i due maghi si sono conosciuti;
Hogsmeade, dove il loro amore è sbocciato durante il loro quinto anno a Hogwarts;
Cardiff, luogo di nascita della strega;
Londra, luogo di nascita del mago;
Edimburgo, città in cui si sono uniti in matrimonio.
     Trovo questa storia estremamente smielata. Non riesco a togliermi dalla testa la consapevolezza di essermi seduto nel luogo in cui, cinquecento anni fa, quei due si divertivano in chissà quale modo.
     Comunque, ti auguro un buon fine settimana.
     Draco Lucius Malfoy

Harry sorrise leggendo il messaggio che Malfoy gli aveva mandato dopo quasi una settimana di silenzio. Come sempre, avevano condiviso le loro lezioni in un clima di estrema indifferenza, agevolato sia dagli amici dell'uno che dagli amici dell'altro. Harry pensava che raccontare a Ron e Hermione il motivo per cui era rientrato in ritardo quella sera fosse troppo imbarazzante. Malfoy, sicuramente, non ne aveva fatto parola con i suoi amici: forse sarebbe stato ancora più imbarazzante, per lui.

     Malgrado l'indifferenza, tra i due si era stabilita un'insolita complicità, visibile solo dai due ragazzi coinvolti. Malfoy era solito punzecchiare Harry e i suoi amici, ma aveva minimizzato la pesantezza delle sue parole. Talvolta, durante le lezioni pratiche di Pozioni, Malfoy suggeriva le risposte alle domande di Lumacorno, assicurandosi che il professore e gli altri studenti non lo notassero. Spesso, poi, attraversava i corridoi con una furtiva vicinanza a Harry e, di proposito, sfiorava la sua mano. Harry lo considerava come un saluto o un augurio di buona giornata e tratteneva sempre la mano di Malfoy per un impercettibile secondo. Altre volte, mentre Harry andava a lezione di Erbologia attraversando il cortile, alzava lo sguardo verso le finestre del terzo piano, dove Malfoy si prendeva una pausa prima di Aritmanzia e si affacciava per salutarlo agitando le dita. Una volta era quasi stato beccato da Zabini e, per coprire ciò che stava realmente facendo, aveva mostrato a Harry il dito medio e si era frettolosamente ritirato.

     Le uniche volte in cui le interazioni tra Harry e Draco si limitavano a degli sguardi o delle sopracciglia alzate erano le ore del tardo pomeriggio passate in biblioteca. Harry e Ron seguivano la fitta tabella di studio di Hermione, ma i due combinati non finivano neanche la metà di tutto ciò che riusciva a fare la ragazza. Ron metteva tutte le sue forze nell'evitare di flirtare con Hermione e, di conseguenza, distrarla dallo studio. Harry, invece, trovava sempre un modo per distrarsi dai libri. Quelle settimane, Malfoy si presentava in biblioteca alle sei del pomeriggio e rimaneva ad esaminare libri su solstizi ed equinozi fino a sera inoltrata. Avevano silenziosamente stabilito un goffo schema per non darsi le spalle: Harry lasciava che Ron e Hermione si sedessero di fronte a lui e Malfoy, quando arrivava, prendeva posto dietro di loro, in modo da poter fermarsi a guardare Harry indisturbato ogni volta che voleva.

     Harry non si aspettava questa improvvisa ondata di attenzioni, ma si ritrovò sorpreso da se stesso quando si rese conto che non gli dispiaceva affatto. Stavano imparando a conoscersi in un modo diverso dal solito. Forse, un giorno, avrebbero ufficializzato la loro bizzarra affabilità.

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