7° getting closer

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Seungcheol era ancora lì, fuori al balcone.
Avrebbe fatto milioni con solo un'altro scoop di quel ragazzo, e con quell'intenzione si affacciò al balcone.

Non sapeva da quando però, aveva completamente dimenticato il suo scopo, ed era lì a controllare che tutto andasse per il verso giusto da lontano.
Non ci fece proprio caso alla macchina fotografica fra le mani, il volto impaurito del ragazzo in macchina aveva prevalso sopra tutto.

×

"Non stavi andando a casa?" Gd cercava di smuovere il cantante rimasto lì, immobile, a fissare il giovane barista.

"A-ah si, forse d-dovrei andare"

Gd fu stupito nell'ascoltare la voce soave e imbarazzata di quel cliente isterico, era la prima volta che lo vedeva in quello stato vegetativo.

"Il ragazzo soddisfa parecchio" aggiunse un ragazzo magrolino, con i capelli bruni, incriando le braccia.

"Suga?! che ci fai qui?" domandò il proprietario, i due si conoscevano praticamente da tutta la vita, essendo migliori amiche le madri.

"Sono venuto a vedere come se la cavava il ragazzo che ti ho mandato"

"come puoi vedere, è favoloso"  a quella frase Suga rispose con una risata "vuoi qualcosa? sarano tipo mesi che non vieni a trovarci"

"No, sai che non fa per me tutto ciò" si guardò intorno ancora con il sorriso, che scomparì nel giro di un mezzo secondo quando vide Jimin in pista, su un piccolo palchetto, vestito tutto aderente mentre ballava qualcosa di illegale.

La calma esteriore di Suga si trasformò in un espressione cupa, e fin troppo paurosa.
"cosa ci fa tuo fratello lì?"

"È da un paio di mesi che lavora qui, non te l'ho detto?"

"Perchè lo stai facendo lavorare qui?!" girò il volto verso l'amico cercando spiegazioni.

"Sai che il palco è il suo posto"

"si ma un palco con sotto i suoi fans, non degli arrapati, guarda come lo fissano" ritornò a guardare il giovane "Guarda! quello lo ha anche toccato!"

"Suga, ci sta provando da anni a diventare famoso, meglio che lo fa nel mio locale, che nel locale di qualcun'altro dove non posso proteggerlo" parlò praticamente da solo, perchè l'altro era già vicino al palchetto.

Non appena Jimin incrociò il suo sguardo minaccioso si fermò per un attimo a spalancò la bocca come segno di stupore.
Cercava di dirgli qualcosa, ma le urla e la musica gli impedivano di ascoltare.
Finalmente riuscì a decifrare le parole.

"Scendi o ti ammazzo"

Jimin lo ignorò e basta, ricominciò a ballare forse meglio di prima.

×

Il giorno dopo Seungkwan non ebbe neanche il tempo di respirare, sapeva di dover lavorare il triplo, senza più un manager o nessuno che lo aiutasse.
Però aveva le sue fans, che non lo avevano abbandonato.
Si suddividevano in 2 gruppi.
Il primo tipo è quello arrabbiato con la società, perchè ancora nel 2020 ci sono pregiudizi sul proprio orientamento sessuale.
Insomma, se il mondo avesse accettato la cosa perchè aprire ancora bar per i gay? 
Per gli occhi indiscreti della gente, per il sentirsi finalmente al posto giusto senza aver paura di qualche insulto.
C'era anche un'altro tipo di fan, quello che non accettava la realtà e inventava scuse su scuse, magari creando storie a caso con delle ragazze.

Nonostante il poco tempo per se stesso, Seungkwan ogni tanto tornava a quella conversazione della sera prima, e pensava come un ragazzo potesse essere così freddo, ma allo stesso tempo altrettanto dolce.

Fallin' flower || verkwanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora