19° don't wanna cry

371 25 4
                                    

"Quand'è che sei libero"

L'espressione più improbabile che una persona come Seungkwan potesse acquisire era quella dell'imbarazzo,

ma improbabile o meno, quest'ultimo iniziò a balbettare, mentre sentiva le sue guance arrostire.

"s-scusami?"

si voltò verso Vernon, cercando di nascondere le mille emozioni che il suo volto faceva senza chiedere il permesso.

"devo ancora darti le tue cose"
si sentì quasi in colpa a dire quella frase dopo aver notato l'espressione del cantante.

Era sempre troppo piacevole vedere un Boo Seungkwan perdere la sua lingua bifolcuta dall'imbarazzo.

E di certo non gli era sfuggito che la perdeva solo con il sottoscritto.

Che come non detto non solo le sue guance ripresero ad essere del loro colorito di sempre ma anche le sue sopracciglia arricciate e il suo sguardo innervosito tornarono.

"Bruciale" andò via con un fare da diva, ma inutile anche dirlo, parliamo di Seungkwan.

Vernon non seppe dirsi quando esattamente aveva iniziato a mordersi il labbro inferiore in un modo così frenetico.

.

"Dammi 5 minuti e andiamo" urlò Seungcheol dopo aver aperto la porta di casa sua a Jeonghan, volatizzandosi.

Ma sappiamo bene che passarono più di 5 minuti, Jeonghan iniziò a sbuffare dalla noia e cercò qualcosa con cui passare il tempo.

Decise di uscire dal balconcino, per respirare l'aria fresca mattutina, si guardò intorno incuriosito.

"cavolo, proprio di fronte al locale" si appoggiò sulla ringhiera con gli avambracci.

Per un attimo pensò che l'angolazione del locale da lì sopra sembrava davvero familiare.

Quando si ricordò dove aveva visto già quello sfondo si sforzò a cacciare quel pensiero dalla sua mente.

"impossibile" decise di entrare prima che le domande lo avessero consumato, ma appena entrato, a catturare il suo sguardo fu quella macchina fotografica sul comodino.

"vero?" in un batter d'occhio era già con le mani su quest'ultima, l'accese ed iniziò a scorrere.

Non c'era neanche una sola foto, una sola, che non iquadrasse Jeonghan.

Scatti spontanei, del set, divertenti, ma quelli che preferiva erano quelli di nascosto.
Ce n'erano in grandi quantità.
Il sorriso a 32 denti scomparve, però, all'ennesimo scatto di nascosto, quello del suo scandalo.

Sentì le sue ginocchia indebolirsi e dovette buttarsi sul divano, cercava in tutti modi di darsi una spiegazione logica quando era chiaramente lì davanti.

Proprio lui, se lo sarebbe aspettato da chiunque, e sbagliava così tanto nel vedere del buono in quel ragazzo che non faceva che lamentarsi, trattarlo male e ordinargli in giro.

Sentì pizzicarsi gli occhi, ma non voleva di certo farsi vedere in quel modo.

Tutto ciò fu interrotto dal respiro del protagonista sul suo collo.

"cosa guardi Jeonghan?" aveva ormai fatto strusciarsi le proprie guance con le sue, ed il profumo dello shampo invadeva le narici del cantante.

Maledì il suo cuore che continuò a battere all'impazzata nonostante quanto appena scoperto.

Quando il fotografo si rese conto della situazione puntò lo sguardo su di lui, e non avrebbe mai immaginato di trovarselo lì, immobile, con solo tanta delusione e una cascata di lacrime.

"Jeonghan.." mormorò senza allontanarsi di un centimetro, avrebbe preferito mille volte un vaffanculo, un non farti sentire mai più, qualsiasi cosa, ma non quell'espressione, non quel pianto.

"Sei.." fu interrotto dal suo singhiozzo, che proprio non smetteva di uscire, cercò di darsi un contegno prima di continuare appoggiando la macchina fotografica sul divano alla sua destra.

Ora guardava le sue scarpe mentre si strofinava gli con entrambe le maniche della felpa, inultimente.

Così decise di alzarsi, prese il cappotto e si diresse verso la porta, susseguito da Seungcheol.

"Sei licenziato" solo per un secondo fu guardato in volto, e proprio in quel momento si sentì come se qualcuno avesse afferrato il suo cuore continuandolo a stringerlo sempre di più.

Poi sentì solo la porta sbattere, e capì di essere rimasto solo, con ancora gli occhi sgranati e il lessico andato a farsi fottere.

Non si era mai sentito così in colpa.

.

"cazzo la devi smettere di fare questo al mio cuore" Seungkwan era sulla soglia della porta di casa sua, la quale era stata appena aperta e vi si era piantato un Vernon selvatico con una busta in mano all'esterno.

Inutile dire che aveva perso più di un battito.
E gli era mancato vedere quel bel visino, erano quattro fottuti giorni che non lo vedeva.

"Devo smetterla?" ironizzò il barista, entrando senza permesso.

"Scusami, e se fossi in compagnia?" si chiuse la porta alle sue spalle.

"Beh, caccialo, sono le 3 di notte e mi spetta la tisana dell'altra volta" disse tutto d'un fiato, guardandosi intorno.

Cercava la compagnia.

"Perchè sei qui?" si buttò affianco a lui sul divano.

"allora, dov'è questa compagnia?" ignorò la domanda del cantante.

"non c'è nessuno compagnia purtroppo" scherzò portando per qualche secondo gli occhi al cielo.

"Sono qui perchè qualcuno è scomparso e non mi ha dato tempo di consegnargli le sue cose" fece una smorfia guardandolo.

"ho detto che potevi bruciarle"

"Quindi è vero che ti fa schifo il fatto che l'abbia indossate io" alzò il sopracciglio curioso.

"si, moltissimo" coincise le braccia al petto e guardò altrove, mostrando un'espressione indifferente.

"non ti credo neanche un po'" rise alzando l'indice mentre aveva ancora quegli occhi dolci sul profilo di Seungkwan, che sembrava aver rinunciato all'espressione seria, ora sorrideva con le labbra serrate.

Senza neanche accorgersi della vicinanza non programmata, e sembrava che a nessuno dei due pesasse.

"Beh? che fine hai fatto?" Vernon continuò.

"cos'è ti sono mancato?"

"si"
quella risposta fece girare di scatto Seungkwan, e finalmente si resero conto di quanto fossero vicini.

Si può morire di battito cardiaco impazzito?
si chiese il cantante.

"s-si?" continuo senza distogliere lo sguardo dai suoi occhi quasi chiari.

"È tutto così noioso senza di te lì dentro"

Boo Seungkwan sapeva bene che quella frase non aveva secondi fini, non riusciva, però, a cercare di regolarizzare il battito o il calore che stava salendo fino alle orecchie.

Quel volto continuava a guardarlo con quel fare provocatorio, con un filo di divertimento lo prendeva in giro mentre a lui piacerebbe essere preso solo in un altro modo.

In quel momento però, il suo pensiero era solo uno, cioè quelle labbra sulle sue, quegli occhi su di lui, e quelle braccia stringerlo forte.

Decise così di fare un respiro profondo dopo essersi nuovamente girato.
Non reggeva più quel sorriso divertito.

"Vernonnie devo dirti una cosa" si fece serio tutto d'un tratto, non abbastanza da contagiare quest'ultimo però, che sorrideva ancora.

"dimmi Seungkwannie"

Seungkwannie

Un'altro colpo allo stomaco, pesante come quelli precedenti.

"Non credo sarà facile dimenticarti"

Fallin' flower || verkwanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora