6° let me hear you say.

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Dopo svariati secondi, sembrati secoli per entrambi, Vernon riuscì a staccarsi e a guardare altrove.

"Finisci tu con questa" disse prima di dare importanza ad un altro cliente.

"Lo vuoi lasciare in pace?" rise Minghao ormai arreso al carattere dell'amico.

"Mai" sorrise prima di ritornare a parlare a Jeonghan "per quanto riguarda te, non ci pensare è chiaro?" gli porse i cerotti e allungò la mano facendosi medicare "ho appena iniziato una mia vera e propria carriera, da domani ho appuntamenti in programmi televisivi giusto per sponsorizzarmi"  aggiunse un po' nervoso.

"ecco cosa dovevi fare da domani, se vuoi vengo con te"

"No grazie, sono io quello nato per divertire fra i due" ebbe come risposta una smorfia divertente "e vattene da qui, ti ricordo che sei felicemente fidanzato"

"Ti accompagno a casa"

"Non puoi, e poi ho la macchina stasera, e sono sobrio"

Jeonghan annuì prima di alzare i tacchi e tornare a casa, una volta fuori raggiunse la macchina, provò a metterla in moto senza riuscirci.

"Che ti succede?" riprovò svariate volte con scarsi risultati fino a quando non si lasciò andare ad urlo d'esaurimento.
Urlo che fu susseguito a due colpetti sul finestrino.

Jeonghan si girò di colpo non facendo in tempo a coprirsi il volto, doveva stare attento a chi lo vedeva in quel posto.
Uno scandalo già aveva fatto abbastanza danni.

La paura aumentò quando non riuscì a vedere il volto della persona all'esterno, coperto con un casco integrale.
E quando vide una borsa porta fotocamera disse addio alla sua vita.
Coprì velocemente il volto con una mascherina e accellerò per l'ennesima volta sperando in un successo, ma niente.
Si finse calmo e appoggiò la testa sul sedile, girò il capo verso l'individuo e borbottò un "Avanti sto aspettando"

Finalmente il ragazzo si levò lentamente
(o almeno così vedevano gli occhi affascinati di Jeonghan) il casco lasciando uscire il rosso acceso dei suoi capelli, scosse la testa in modo da far riprendere una forma a questi ultimi dopodiché si fece scappare un ghigno.
Il diavolo veste prada 2.

Jeonghan fu lieto nel vedere una faccia conosciuta, e nonostante il loro essere opposti in ogni cosa non gli dispiaceva avere proprio lui davanti.
Si sentì protetto all'istante.

"Ancora qui?" domandò Seungcheol, indicando con gli occhi il bar e ottenendo come risposta un cenno di si col capo.

"Che ti prende, hai perso la lingua?"

"Che ci fai qui?" finalmente parlò.

"Ci abito" aprì lo sportello in modo da far scendere il cantante "tu?"

Jeonghan si guardò intorno, fece un sorriso e si tirò la porta a sé, preferiva stare in macchina lontano da occhi o macchine indiscrete.
"Sono andato a trovare un amico" aggiunse dopo un po'.

Seungcheol rise "non mentire, so che sei andato in quel bar" si appoggiò sul finestrino abbassato.

"No! c-cioè si ma non è come credi"

"Non m'interessa, non giustificarti"

"Non sto cercando di giustificarmi, lo scandalo che avrai sentito da qualche parte non è vero, sono solo venuto a prendere un mio amico ubriaco" si guardò intorno un'ennesima volta "e dovrei andare, è pericoloso qui per me, anche per te se ti vedono al mio fianco"  mostrò preoccupazione nei suoi riguardi

"Basta, non continuare"
Non farmi quello sguardo e non parlarmi in quel modo dolce, riesci quasi a farmi sentire una merda.
Voleva dire.

Fallin' flower || verkwanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora