29° two days

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Nonostante il suo essere nero, non aprì bocca, non lo fece fino a quando non si rimisero in auto.

"Quanti cazzi hai preso nella tua vita?" era fermo, con le mani al volante e con ancora quell'espressione disgustata sul volto, ma non alzò la voce ed era pacato.

"Smettila, non è colpa mia" cercò di giustificarsi.

"ah no? cos'è te lo ficcavano per sbaglio? ci cadevano sopra?" la sua ironia era un coltello rovente ed affilato che aveva appena colpito in pieno lo stomaco di Seungkwan.
"cos'è, non avevi una vita abbastanza interessante? prendevi cazzi come se fossero drink?"

"Cosa vuoi che ti dica? mi dispiace? Non posso Vernon, che ti piaccia o no io sono questo"

che coglione, perchè peggiori la situazione.
La zappa sui piedi da solo genio.
Allora sei proprio uno stupido.

La mente lo aveva condannato per quella stupida frase piena di orgoglio.

"sono..? sto buttando il mio passato, la mia fidanzata nel cesso per un ragazzo che da un giorno all'altro potrebbe scopare con un altro?" il suo sopraccigliò si inarcò, non sembrava più calmo come 2 minuti prima.

"Vernon.. "

fermati
non continuare
peggiorerai il tutto
pensa
ha ragione

"io e te non scopiamo"

Vernon si voltò per guardarlo, mentre il suo corpo bolleva, nessuno prima d'ora era riuscito a farlo arrabbiare in quel modo, neanche la sua ex.

"così mi rinfacci il mio non prendere una posizione? questo è il tuo aspettare?"

Seungkwan fece un respiro profondo.
"tu sei stato impegnato con una sola ragazza mentre io ho preferito così e non impegnarmi seriamente, non giudicarmi"

"hai la reputazione di una puttana, Seungkwan cazzo" sbuffò pesantemente, disgustato.

Questa coltellata fu ancora più pesante.

"Ora smettila!" alzò il tono di voce e si sporse verso il ragazzo "non mettere in mezzo tutte queste cazzate, sei tu a vedermi come una puttana!"

"vorrei tanto non farlo"

"SEI UN FOTTUTO BUGIARDO, TU VUOI FARLO PERCHÈ SAREBBE TUTTO PIÙ SEMPLICE" stava ormai urlando "DARESTI UNA SCUSA A TE STESSO PER LASCIARMI ANDARE, QUANDO LA VERITÀ È CHE TI FANNO SCHIFO I GAY"

"ah si? e sarei qui per? "

"PERCHÈ SEI UN FOTTUTO GAY DEL CAZZO REPRESSO CHE NON ACCETTA LA REALTÀ"
non gli diede neanche il tempo di rispondere che subito uscì da quella macchina.

Vernon rimase lì in silenzio, per l'ennesima volta si sarebbe dovuto arrabbiare lui.. ed eccolo che si ritrovava sotto. ma Seungkwan si poteva dimenticare di rivederlo fuori casa sua.

Col cazzo che sarebbe andato. Era ferreo sulla sua decisione, doveva penare.

Si è quello che pensò quella mattina, ma il giorno dopo sembrava lui quello a penare di più.

Non aveva sbagliato niente, questo lo sapeva.
Eppure odiava non avere un confronto. Queste litigate senza un senso non servivano a niente e quello stupido di un cantante era così stizzoso, facilmente irritabile.

Sicuramente gli sarebbe durata settimane la cosa, anche se principalmente cos'aveva fatto?

Glielo ribadivano in tanti, in continuazione, era difficile gestire un carattere come Boo Seungkwan.

E così si ritrovò fuori la porta di casa sua. Ha resistito due giorni, complimenti.

Seungkwan aprì la porta con solo un felpone addosso, quelli di taglie extra large. Lasciava scoperte le sue gambe snelle.

Lo aveva fatto apposta o cosa?
fu questo il pensiero di Vernon dopo averlo iniziato a scrutare.

Si sbloccò solo quando sentì due ragazzi passare dietro di lui ridacchiare, si girò per due secondi, e non appena vide che i loro occhi erano puntati sulle gambe del cantante, Hansol lo spinse più all'interno e si chiuse la porta dietro di lui.

"mi farai impazzire" lo bloccò alla porta, furioso.

"che c'è?" disse cercando di fare l'indifferente, ma quel ragazzo gli scatenava davvero troppe emozioni.

"dobbiamo parlare" il respiro di Vernon arrivò alle labbra dell'altro per quanto fossero vicini.

"si" mormorò guardandogli le labbra.

"a me non disgusta l'idea di essere gay" sembrò di essersi avvicinato ancora di più, appoggiando il pollice sul labbro inferiore di Seungkwan "ma che qualcun'altro ti tocchi"

"sono ancora.. arrabbiato" respirava pesantemente sul volto di lui, erano chiaramente desiderosi l'uno dell'altro.

Chiunque l'avrebbe capito.

"Cosa posso fare per farmi perdonare?" chiese con un sorrisetto sghembo, provocatorio.

"non ti dirò quello che vuoi sentirti dire"

"Oh, non c'è bisogno" non finì neanche la frase che subito si sporse in avanti, eliminando la poca distanza rimasta fra i due, unendosi in un bacio per niente casto, che sin da subito cercò le radici nella bocca dell'altro.

Seungkwan si era alzato sulle punte per arrivare alla sua altezza mentre le sue mani avevano iniziato ad accarezzargli con foga i capelli. Vernon lo teneva con i fianchi, cercando di spingerlo a sé il più che poteva.

Purtroppo per loro, si dovettero staccare per prendere fiato.

"dovremmo davvero parlare" cercò di dire senza affannare.

"dopo" Vernon si aggrappò nuovamente alle labbra di Seungkwan, in un modo ancora più ruvido e veloce. Le loro teste avevano ormai inziato a muoversi in sincro e forse anche i loro battiti.

La mano dell'assalitore scivolò sempre più giù, arrivando alla fine del felpone.
Non ragionava più, non aveva più una mente in funzione, ed era così bello non pensare a niente.

Lo alzò di poco, giusto il necessario per introdurre la mano al suo interno, ed inziò ad accarezzargli il capezzolo, provocando piccoli ansimi al cantante che però morivano nella bocca dell'altro.

Una volta finito a torturargli il capezzolo, introdusse sotto il felpone una seconda mano ed entrambe finirono per stringere le natiche del giovane. Quest'ultimo si buttò in avanti non appena sentì la stretta, e sentì le loro intimità toccarsi.

Erano travolti dalla passione, e nessuno poteva fermarli. O quasi.

Il campanello bussò.

"non rispondere" mormorò Vernon mentre il suo labbro inferiore veniva torturato dai denti del cantante.

"dovrei" aggiunse, ma invece di staccarsi si lanciò di nuovo sulle sue labbra.

Il campanello bussò di nuovo.

"cazzo, chi è? " sussurrò il barista, annoiato, prima di guardare dallo spioncino che si trovava affianco il capo di Seungkwan.

Sbuffò pesantemente a quella vista, poi si allontanò dal ragazzo.

"È il tuo manager" coincise le braccia al petto "vatti a mettere qualcosa"

Seungkwan alzò gli occhi al cielo per un secondo "vabbene, però tu aprigli altrimenti si licenzia, inventati che sei qui per lavoro che ne so" borbottò prima di correre in camera.

Hansol fece un lungo respiro, con ancora i pantaloni stretti, ed aprì quella porta.

"Vernon" salutò cordialmente il minore "che ci fai qui?"

"oh beh" sorrise portandosi con una mano i capelli all'indietro "mi vedrai spesso qui"

Il manager inarcò il sopracciglio curioso.

"sono il suo ragazzo"

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raga ho pubblicato un'altra verkwan, spero possiate andare a vedere 💜

Fallin' flower || verkwanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora