Capitolo 14

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-DUE MESI! CI HA MESSO DUE MESI PER UCCIDERE UN PRINCIPE, E NEMMENO QUELLO CHE AVEVA LA PRIORITÀ- urlò Goran mentre Marc lo guardava leggermente sorpreso da quello sbalzo di umore. Goran adorava Lucas e mai, mai gli aveva gridato contro.

-l'hai detto tu stesso che era una missione complicata- cercò di difendere il fratello Marc, ma ricevette un'occhiataccia dal padre e si zittì.

-doveva uccidere prima Narek non Vartan!- disse l'uomo con gli occhi iniettati di sangue.

-forse ha avuto problemi- cercò di dire Marc e questa volta il padre lo lasciò parlare.

-basta che così facendo non si faccia scoprire altrimenti se riesce a scappare da li lo faccio uccidere come il peggiore dei traditori- disse l'uomo facendo congelare Marc sul posto.

Il suo fratellino doveva assolutamente portare a termine la missione, lui non sarebbe riuscito a vederlo morire davanti ai suoi occhi.

-è tuo figlio...- tentò di dire Marc.

-non mi interessa, la missione è chiara quindi se non la porta a termine quella sarà la giusta punizione-

-ma quella punizione è per chi tradisce la Stella della Roccia, Lucas non lo farebbe mai- disse Marc che solo al pensiero del boia che decapitava il fratello tremava.

-sei davvero così sicuro? Io no, e sinceramente avrei dei dubbi anche su di te- disse Goran puntando il suo sguardo freddo su quello del figlio maggiore.

-se dubiti dei tuoi stessi figli di chi ti fidi allora? Sai quanta gente vuole il tuo posto?- gli chiese Marc per nulla preoccupato di quelle parole, o meglio si diede un contegno per non far capire al padre che solo il pensiero di poter essere inserito nella lista dei traditori lo faceva sentire male.

-non mi fido di nessuno, proprio come dovresti fare anche tu- disse l'uomo sorpreso dalla calma del figlio.

-quindi non ti fidavi nemmeno della mamma?- chiese Marc facendo spalancare gli occhi a Goran.

-certo che mi fidavo di lei!- disse l'uomo -ma adesso non c'è più e la mia fiducia la gente se la deve guadagnare-

-e in quanti anni io o Lucas ce la guadagneremo? Quando sarai morto?- chiese Marc andando spedito verso la porta della sala del padre per uscire.

-dove vai?-

-ho bisogno di non pensare al fatto che mio padre voglia uccidere mio fratello solo perché ci ha messo più del previsto quando era stato proprio lui a dirgli di prendersela con comodo- disse il castano uscendo dalla sala e sbattendo la porta dieto di se facendo rimbombare il rumore per tutto il corridoio.

Uscì veramente da Zragon e camminò senza una meta precisa fino ad arrivare ad Halaf. Il ragazzo sospirò pensando a quanto fosse ironico il fatto che gli assassini della Stella della Roccia fossero così vicini a un regno nemico del loro momentaneo padrone e che nessuno era ancora riusciti a trovarli nonostante le loro incessanti ricerche. Il re Aloyzas li aveva cercati in lungo e in largo senza trovarli, e li aveva praticamente sotto gli occhi.

Marc sospirò e, coprendosi il più possibile la faccia, si incamminò per le vie della città. Era davvero brutto dover condividere la faccia con il padre. Chiunque conoscesse Goran lo associava subito a lui e Marc ogni volta si chiedeva come mai non avesse preso nulla dalla madre.

Tanto era immerso nei suoi pensieri che non si accorse di essere andato a sbattere contro una persona, lo fece solo quando entrambi caddero a terra per lo scontro.

-maledizione- borbottò Marc massaggiandosi il sedere mentre si alzava. Doveva essere davvero forte quella persona per riuscire a farlo cadere in quel modo. Il castano guardò davanti a se e vide che la persona con la quale si era scontrato era ancora a terra quindi gli pose una mano per aiutarla.

Dopo un po' di incertezza la persona accettò il suo aiuto e si alzò rivelando di essere leggermente più alta di Marc anche se molto più esile come corporato.

Probabilmente il colpo peggiore l'aveva avuto proprio quell'altra persona mentre lui era caduto solo perché distratto dai suoi pensieri.

-mi dispiace stavo pensando e non guardavo la strada- disse Marc scusandosi con la persona.

-non fa niente, anch'io non stavo guardando. Grazie per l'aiuto- e fu allora che Marc capì di essersi scontrato con un ragazzo. Aveva il cappuccio quindi l'unica cosa che era riuscito a vedere erano i capelli biondi che gli arrivavano sulle spalle.

-sei di qui?- chiese Marc curioso.

-no-

-vuoi una mano?- chiese allora il castano che sentiva una specie di attrazione per quel ragazzo anche se non sapeva il perché.

-no grazie, so dove andare- chiuse il discorso la persona e Marc annuì sconfitto.

Stava per salutarlo quando qualcuno lo spintonò involontariamente e la sciarpa che gli copriva il volto cadde.

Una donna infondo alla strada lo fissò per un secondo prima che il suo volto si dipinse di terrore e gridasse:

-GORAN!-

-non sono Goran signora- cercò di giustificarsi Marc, ma già la metà dei cittadini presenti in quel momento in strada aveva preso le armi e le stavano puntando contro di lui. Marc si guardò intorno cercando qualcuno con il quale poter spiegare la questione, e che cavolo Goran aveva cinquant'anni! Si vedeva che era molto più giovane. Ma nessuno sembrava intenzionato a volerlo lasciar parlare e quindi Marc lanciò una rapida occhiata al ragazzo con io quale si era scontrato, che era rimasto fermo senza dire niente, prima di girarsi e correre il più velocemente possibili verso la foresta. I cittadini lo seguirono subito e Marc ringraziò il fatto di essere ben allenato a correre. Riuscì a seminarli in pochissimo tempo, ma comunque aspettò un po' prima di ritornare alla base, giusto per assicurarsi che i cittadini tornassero nelle loro abitazioni e non andassero a cercarlo sempre più in profondità rischiando di rivelare il loro nascondiglio. Il padre l'avrebbe ammazzato, poco ma sicuro.

Il biondo intanto aveva raccolto la sciarpa che era caduta a quel bellissimo ragazzo con il quale si era scontrato. E si pentì di non avergli detto di si quando gli aveva offerto il suo aiuto.

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