Capitolo 25

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Narek guardava la porta bianca davanti alla quale lo aveva portato Vartan indeciso sul da farsi. Aveva una voglia matta di vedere il suo lupetto, ma non sapeva come lui avrebbe reagito alla sua vista e aveva paura. Dopo quello che era successo tra loro non credeva che Lucas potesse volerlo ancora. Okay gli aveva salvato la vita, ma lo aveva condannato allo stesso tempo. Se l'avesse tenuto con se al castello forse le cose sarebbero andate diversamente.

Prese un po' di coraggio e bussò aspettando il permesso di entrare.

-Vartan perché bussi se poi entri lo stesso?- disse la voce all'interno della camera facendo bloccare Narek, era davvero il suo lupetto.

Aprì la porta entrando e si guardò intorno in cerca di Lucas. Lo trovò che gli dava le spalle mentre sistemava qualcosa sul letto matrimoniale che riempiva la stanza. Narek si sorprese nel vedere i capelli di Lucas, un tempo lunghissimi, che adesso arrivavano a stento a toccare le spalle. Cos'era successo?

Rimase immobile a fissarlo non riuscendo a dire una sola parola.

-tutto okay? Come mai stai così in sile...- Lucas si voltò e quando vide che il suo interlocutore non era Vartan si bloccò di colpo -Narek- sussurrò poi studiando il ragazzo biondo che aveva difronte e che era più bello di quanto si ricordava.

-ciao- disse il biondo fissando intensamente gli occhi del moro.

Ciel non sapeva cosa fare, e soprattutto cosa dire. Sapeva che Narek sarebbe arrivato ad Halaf, ma non credeva così presto e di certo non immaginava minimamente che si presentasse in camera sua da solo. Okay forse doveva aspettarselo per via di Vartan, ma comunque era troppo presto e non sapeva come comportarsi. Fu così che fra entrambi cadde un silenzio parecchio pesante.

-sono contento che tu non sia morto- disse Narek prendendo un sospiro enorme. -mi sono pentito ad averti cacciato-

-era arrabbiato con me, ne avevi tutto il diritto- disse il moro sorridendo.

-no, ti ho praticamente condannato a morte e non so per quale miracolo tu sia ancora vivo e soprattutto davanti a me- disse il biondo avvicinandosi.

-mi sono sentito uno schifo quando hai rifiutato il mio bacio, ma sapevo che me lo meritavo tutto- sussurrò Ciel mentre Narek si avvicinava ancora di più al ragazzo cingendogli la vita con le braccia e mettendo la fronte sulla sua.

-Vartan mi ha detto che sei il principe Ciel- disse Narek sorridendo al ragazzo che sbuffò.

-ed è stato anche lui a dirti dove mi trovavo vero?- disse il moro borbottando mentre Narek rideva.

-certo, e tu gli hai raccontato tutto!-

-tuo fratello è troppo insistente e io in quel momento stavo cercando di riprendermi dalla botta che mi aveva dato Goran- disse il moro guardando male l'altro ragazzo.

-come ti sei salvato?- chiese Narek curioso mentre lo stringeva sempre di più a se.

-Marc, quello che credevo fosse mio fratello, ho avvisato mio zio della mia vera natura e Vartan mi è venuto a prendere poco prima che il boia mi mozzasse la testa. Ho scoperto tutto quando mi sono risvegliato visto che Goran mi aveva praticamente tramortito- disse il ragazzo con le lacrime che pretendevano di scendere, ma non voleva mostrarsi così difronte a Narek.

Narek gli sorrise e gli asciugò una lacrima che era sfuggita al controllo di Ciel con un bacio sulla guancia. Poi guardò gli occhi rossi dell'atro prima di baciarlo nuovamente, questa volta sulle labbra.

Per quanto tempo aveva sognato di poterlo rifare? Tanto e in quel momento era davvero felice di poter stringere a se quel ragazzo.

-la proposta è ancora valida- sussurrò Narek una volta staccatosi dalle labbra di Ciel.

-ma comunque io...-

-sshh- disse Narek mettendogli un dito sulle labbra -lascia perdere il passato. Pensa solo al presente-

-sei sicuro?- chiese Ciel titubante.

-si, e credimi i miei genitori non avranno niente da ridire se è questo che ti preoccupa- disse il biondo accarezzandogli una guancia.

-si- disse alla fine Ciel -si, lo voglio- e Narek sorrise baciandolo nuovamente.

Fu in quel momento che la piccola principessa decise di scoppiare a piangere. Ciel si staccò di colpo dalle labbra di quello che poteva considerare il suo ragazzo e si girò verso la bambina che aveva posato sul letto matrimoniale visto che si lamentava se la face dormire nella sua culla.

La bambina sorrise quando vide la faccia preoccupata del padre e smise subito di piangere.

-piccola peste, non mi fare preoccupare per niente- sussurrò il ragazzo facendo per rigirarsi verso Narek, ma la bambina urlò di nuovo e allora Ciel fu costretto a prenderla in braccio per farla contenta.

Narek aveva guardato tutta la scena con gli occhi sgranati. Chi era quella bambina?-

-chi è?- chiese infatti quando Ciel si fu girato nuovamente verso di lui. Il moro sorrise avvicinandosi ancora di più a Narek per permettergli di vedere la bambina.

-è nostra figlia- disse Ciel sorridendogli. Narek rimase sconvolto per quella rivelazione e non riuscì a dire parola per i restanti minuti nei quali guardò la bambina che gli sorrideva felice.

-quindi la profezia si è avverata- disse alla fine Narek sorridendo alla bambina mentre Ciel lo guardava. -posso prenderla in braccio?- chiese poi e Ciel annuì mettendogli la bambina tra le braccia.

-se ti stai chiedendo come io...-

-lo so, ho studiato la leggenda sugli Yemen, non credevo fosse vera comunque.- disse Narek che adesso capiva perché il fratello avesse detto che era più che certo che il suo lupetto fosse veramente il principe Ciel.

-eri già qui?- chiese poi il biondo cullando la bambina. Ciel sorrise a quella scena.

-no, ero ancora in prigione. Marc mi ha aiutato e poi l'ha portata qui per non farla vedere a Goran- disse Ciel facendo sgranare gli occhi a Narek.

-cavolo, dovevo davvero tenerti a Lagas con me- disse Narek sentendosi sempre più in colpa.

-smettila, l'hai detto tu: cancelliamo il passato- disse Ciel lasciando un bacio sulla testa della sua principessina.

-come l'hai chiamata?-

-stavo aspettando te- disse Ciel sorridendogli.

-ma io non sono bravo con i nomi. Volevo chiamare mio fratello Ciccio!- disse il biondo facendo ridere Ciel.

-nemmeno io sono bravo, ma ci verrà qualcosa in mente.

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