Capitolo 18

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Marc guardò Lucas e sospirò. Il moro stava sempre peggio e lui non sapeva minimamente cosa fare. Si sentiva estremamente inutile. Erano passati parecchi mesi da quando il ragazzo era ritornato e non l'avevano ancora ucciso solo perché l'uccisione doveva avvenire sotto gli occhi di tutti ed era troppo rischiosa farla in quel periodo perché gli stavano dando la caccia.

Lucas aveva provato più volte a parlargli, a spiegargli i suoi motivi, le sue ragioni, ma Marc aveva sempre fatto finta di non interessarsi. Lui era dalla parte di Lucas ovviamente, ma non poteva farlo vedere al padre e per questo si comportava come uno stronzo nei confronti del suo fratellino.

Marc aveva una voglia matta di entrare nella cella de fratello e abbracciarlo, rassicurarlo, dirgli che sarebbe andato tutto per il meglio, che avrebbe trovato un modo per non farlo uccidere. Lui era la loro unica speranza, ma non poteva. Gli altri assassini lo tenevano sempre sotto controllo e lui non poteva fare quello che voleva.

Marc, notando che nessuno era presente in quel momento si avvicinò alla cella del fratello.

-morirai dopodomani- gli disse cercando di mantenere un tono aspro.

Lucas si era rintanato nell'angolino più buio della cella quindi Marc non riusciva a vederlo perfettamente, aveva avuto però l'impressione che stesse per parlare.

-Marc...- sussurrò infatti il ragazzo. Il castano si guardò intorno.

-cosa vuoi?-

-mi porti un medico? Non mi sento tanto bene- cercò di dire il ragazzo con voce roca.

-controllo io- disse Marc prendendo le chiavi e aprendo la cella. Chiamare un medico non era per niente una buona idea.

-NO! Voglio un medico- disse Lucas rannicchiandosi sempre di più. Marc non lo ascoltò e gli si avvicinò cercando di capire cosa avesse il fratello.

-cosa ti senti?- chiese.

-non voglio te, voglio un medico- sussurrò di nuovo il ragazzo. Marc si accorse che si stava trattenendo dall'urlare.

-cos'hai?- chiese ancora Marc avvicinandosi sempre di più.

Lucas non resistette più è lanciò un urlo mentre stringeva la pancia. Fu in quel momento che Marc notò che la pancia di suo fratello era troppo grande per essere aumentata solo con il cibo.

-oddio- disse Marc mettendosi le mani nei capelli. Mai avrebbe ipotizzato una cosa del genere. -a che mese sei?-

-credo l'ottavo- sussurrò il moro con le lacrime agli occhi, ormai il danno era fatto.

-okay ti aiuto io- disse Marc facendo distendere il ragazzo e sperare che le fitte si calmassero prima dell'arrivo di qualcuno.

-almeno non moriremo entrambi- sussurrò Lucas mentre cercava di rimettersi seduto mentre Marc puliva dal sangue il bambino appena nato. -posso?- chiese Lucas allungando le mani per prendere il bambino.

Marc gli lanciò un'occhiataccia e si alzò con il bambino appena nato.

-non morirete insieme. Lui parte prima- disse Marc facendo sgranare gli occhi a Lucas. Non poteva ucciderlo.

-no ti prego, tutto ma non ucciderlo- cercò di dire Lucas mentre si alzava, ma ricadde a terra troppo debole. -mi hai aiutato a farlo nascere, è tuo nipote!-

-e allora? È figlio di Narek e quella dinastia si deve estinguere- disse solo Marc uscendo dalla cella e chiudendola a chiave, anche se con difficoltà visto che aveva il fagottino in braccio. Aveva usato le coperte della prigione per avvolgerlo, altrimenti avrebbe preso freddo.

-fammelo almeno tenere in braccio. Per un po'- chiese arrendendosi Lucas. Non poteva portargli via il figlio in quel modo.

-no, dimenticati della sua esistenza- disse Marc prima di scomparire e lasciare da solo Lucas.

Marc corse per i corridoi cercando di nascondere il più possibile la bambina tra le sue braccia. Non aveva nessuna intenzione di ucciderla, anzi!

Raggiunse la camera di Lucas e si chiuse la porta alle spalle dando per sicurezza qualche giro di chiave. Se avessero scoperto la bambina sarebbe stata la fine.

La adagiò dolcemente sul letto e le tolse la coperta sudicia della prigione gettandola nel camino. La bambina iniziò a piangere e Marc si mise le mani nei capelli. Cosa doveva fare? Si sarebbero insospettito troppo sentendola piangere.

-dai tesoro non fare così ti prego! Sto cercando di salvarti la vita- cercò di dirle, ma la bambina non la smetteva.


-perché piange?- chiese il Marc alla madre mentre il suo nuovo fratello piangeva.

-perché sente l'assenza della madre- disse la donna sorridendo al figlio e cercando di cullare l'altro.

-e c'è un modo per farlo smettere?- chiese ancora il bambino guardando l'altro più piccolo.

-mi porti quella copertina?- chiese la donna a bambino che ubbidiente diede la coperta verde alla madre che avvolse il più piccolo in essa. Il pianto cessò.

-quindi bastava la coperta!- disse Marc tutto contento di aver aiutato.

-no, non la coperta in se, ma l'odore. L'odore della madre lo ha tranquillizzato-


"Ma certo! L'odore della madre" si ricordò subito Marc aprendo di corsa l'armadio del fratello in cerca di qualcosa che potesse avere ancora il suo odore. Trovò un mantello nero e si avvicinò al letto iniziando ad avvolgere piano la bambina, bambina che gli sorrise smettendo dopo un po' di piangere.

-brava cucciolina mia- le disse Marc baciandola sulla fronte. -ora dobbiamo portarti via di qui- disse poi prendendola di nuovo in braccio.

Il castano aprì la porta e si guardò in giro prima di uscire e incamminarsi verso l'uscita della base senza destare sospetti. Per sua fortuna era sorto da poco il sole, quindi la maggior parte delle persone erano andate a dormire.

Il ragazzo poté riprendere a respirare solo quando fu uscito definitivamente dalla foresta, era all'inizio della città. Si alzò la sciarpa sul viso, sperando che nessuno lo urtasse, e insieme alla bambina che si era appena addormentata tra le sue braccia, cullata dall'odore di Lucas, si incamminò verso la sua meta.

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