Capitolo 15

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-smettila Narek- disse Lucas scostandosi dal biondo e andando verso la vetrata della sua camera sospirando.

-smettila cosa lupetto?- chiese Narek leggermente irritato per il fatto che il moro si fosse ritratto dalle sue mani.

-di guardare ogni due secondi la porta cazzo!- gridò il moro esasperato. Era così da due settimane, dalla morte di Vartan.

Ogni volta che facevano sesso Narek lanciava sguardi veloci verso la porta come se si aspettasse l'arrivo di qualcuno da un momento all'altro. E Lucas non ce la faceva più.

-lo sai benissimo che uccideranno anche me. È normale controllare- disse Narek alzando il tono della voce.

-allora chiudi a chiave quella cazzo di porta e mettici le guardie davanti. Preferisco mille volte fare sesso così che non con te che ti giri ogni cazzo di secondo verso quella dannata porta- disse Lucas gridando ancora più forte del principe.

Principe che sgranò gli occhi a quella assurda richiesta. Sapeva benissimo che Lucas odiava avere la porta chiusa a chiave e delle persone dietro la porta che potevano sentire tranquillamente tutto quello che facevano, ma mai si sarebbe immaginato che fosse proprio il ragazzo a proporlo.

-e se non lo vuoi fare allora va da qualche altro tuo amante. Ne hai tanti no?- sussurrò poi il moro volgendo le spalle al biondo e poggiando la testa alla vetrata. Perché si sentiva così? Come se fosse solo un oggetto da usare e poi buttare?

-mi stai dando degli ordini?- chiese Narek abbastanza sorpreso dal comportamento del ragazzo.

-certo che no, ma ho anch'io dei sentimenti e credimi fare sesso con una persona che guarda ogni due secondi da un'altra parte non è per niente bello- sussurrò il ragazzo chiudendo gli occhi dai quali premevano le lacrime. Quando era diventato così debole?

Sentì le mani di Narek che lo circondavano e il bacio che il principe gli diede sui capelli, ma Lucas decise di non aprire gli occhi.

-scusa- gli sussurrò Narek che, dopo le parole del ragazzo, si era accorto di star ferendo davvero tanto il suo lupetto. Dopo quella sera, durante la quale si erano sfogati entrambi, erano diventati molto più uniti di prima e di certo Narek non voleva perdere quel rapporto che aveva con il ragazzo per una paranoia che gli era venuta.

-no, scusami tu- disse Lucas aprendo gli occhi e girandosi per abbracciare il ragazzo -non dovevo urlarti contro-

-hai fatto bene invece- disse Narek per poi togliersi dall'abbraccio del moro e andare verso la porta. Lucas pensò che volesse andarsene, invece il principe chiuse la porta a chiave dall'interno per poi tornare verso il suo lupetto.

-credo che così sia un buon compromesso- disse il biondo passando le mani nei morbidi capelli di Lucas.

-se ti senti più sicuro si- disse Lucas poggiando le sue mani sulle spalle del biondo mentre gli sorrideva.

In realtà l'unica cosa che voleva fare era urlare. Ogni giorno che passava si pentiva sempre di più di aver ucciso Vartan. E dentro di se stava nascendo la consapevolezza che non sarebbe mai riuscito ad uccidere Narek. Mai.

Purtroppo per lui i sentimenti gli avevano giocato un brutto scherzo e adesso era follemente innamorato del biondo che aveva difronte. Si lo odiava per averlo immischiato in tutto quello, ma aveva imparato ad amarlo per quello che era veramente.

No, non sarebbe mai riuscito ad uccidere l'uomo che amava.

Ma che fare? Doveva rivelargli tutto? Con la possibilità di essere ammazzato subito dopo? No. Lucas non si sentiva minimamente pronto a raccontare tutto a Narek, almeno non in quel momento nel quale il ragazzo era ancora molto debole. Ma lo avrebbe fatto. Prima o poi gli avrebbe detto tutta la verità.

Aveva bisogno di staccare la mente e godersi anche lui un po' della vita che gli era stata negata essendo nato in una famiglia di assassini, poi avrebbe rivelato tutto a Narek accettando tranquillamente la morte.

Narek lo baciò interrompendo i suoi pensieri e Lucas fu felice di cacciarli via, aveva tutto il tempo di pensare quando rimaneva da solo in camera. In quel momento però c'era Narek e doveva pensare solo e soltanto al principe.

Narek sapeva benissimo che il suo compito era quello di sposare una principessa, o comunque una nobildonna, e mandare avanti la dinastia. Quando aveva detto ai genitori che gli piacevano gli uomini loro gli avevano concesso di tenere un harem per poter soddisfare le sue voglie.

Narek ne era stato felice, avrebbe potuto avere degli amanti prima del matrimonio, ma si era imposto una regola: mai innamorarsi di uno di loro. Se l'era imposta perché sapeva che altrimenti sarebbe finita male, o meglio avrebbe voluto sposarlo a tutti i costi.

E in quel momento Narek si stava maledicendo, maledicendo perché quando aveva preso Lucas nel suo harem sapeva di star facendo un'enorme cazzata.

Lucas era entrato nella sua vita come un uragano e il biondo non faceva altro che pensare a quel ragazzo. Si era innamorato, si era innamorato di Lucas.

E si diede dello stronzo mentre guardava i suoi genitori durante il pranzo. Si sentiva uno stronzo perché stava per mandare a monte la loro dinastia con quella richiesta che stava per fare ad entrambi.

-cosa c'è?- chiese Monika al figlio vedendo che fremeva per chiedergli qualcosa.

-io credo di sapere già cosa succeda- borbottò Teodor mentre beveva un calice di vino attirando su di se un'occhiataccia da parte della moglie. E fu in quel momento che Narek si accorse che entrambi i genitori sapevano benissimo cosa lo turbava e soprattutto cosa stava per chiedergli.

-mi ero ripromesso di non farlo...-

-credimi le buone intenzioni vanno a farsi fottere- disse Teodor interrompendo il figlio mentre la moglie gli tirava uno scappellotto.

-...posso chiedere a Lucas la sua mano?- continuò il ragazzo a bassissima voce mentre la madre gli sorrideva.

-la profezia dell'erede non si avvererà più, e lo sapevamo già da diciannove anni, quindi per me puoi fare quello che vuoi tesoro- disse Monika sorridendo al figlio.

-concordo. Devi essere felice, a costo di ribaltare l'intero mondo- disse Teodor facendo sorridere il figlio.

-come te per la mamma?- chiese infatti il ragazzo.

-proprio così- rispose l'uomo.

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