𝟔. 𝐋'𝐚𝐦𝐨𝐮𝐫 𝐞𝐬𝐭 𝐮𝐧𝐞 𝐦𝐞𝐫𝐝𝐞

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Barcellona era davvero bella quella sera.
Le sue vie nonostante fosse ancora inverno erano piene di vita, musica e colori.

Da buona madrilena, cresciuta tra la Gran Via e il Parque de el buen Retiro non potevo che essere di parte nel scegliere la mia città del cuore, ma quella notte in mezzo all'arte di Gaudi e il suono del mar Mediterraneo in sottofondo, Madrid aveva una degna avversaria.

I miei passi si fermarono dopo venti minuti di cammino davanti ad un Bistrot dall'aria vintage.
Ricontrollai che l'indirizzo combaciasse con le indicazioni che Charles mi aveva mandato per messaggio qualche ora prima e dopo aver dato un'ultima occhiata alla facciata mi decisi ad entrare.

L'interno del locale fu letteralmente un tuffo nel passato. Le pareti tinteggiate di rosso erano ricoperte da foto in bianco e nero che ritraevano le ballerine e i ballerini di flamenco che avevano fatto la storia del nostro paese negli anni trenta, mentre alle finestre drappeggiavano quelli che prima di essere trasformati in tende dovevano essere stati gli strascichi colorati delle danzatrici.
Sorrisi incantata. Quel luogo rispecchiava perfettamente l'influenza lasciata dai Gytanos all'interno di El Raval uno dei quartieri più vivaci del capoluogo catalano.

"Puedo servirle en algo, señorita?" la voce di uno dei camerieri presenti nel piccolo atrio mi fece distogliere lo sguardo dalla sala. Evidentemente ero rimasta un po' troppo a lungo imbambolata a guardarmi intorno.

"No esta bien Gracias" dissi dopo aver allungato il collo oltre il piccolo bacone e aver trovato il mio accompagnatore seduto ad uno dei tavolini intento a guardare il cellulare.
L'uomo seguì il mio sguardo e dopo avermi sorriso si spostò, lasciando libero il piccolo corridoio che divideva il bar dalla zona ristorante.

"Hey, buonasera" Leclerc distolse lo sguardo dallo schermo, alzandosi dalla sedia per salutarmi con i classici due baci sulla guncia.
"Buonasera a te principino" risposi ricambiando il saluto, prendendo poi posto al tavolo.

"spero che il posto ti piaccia, ho cercato tutto il pomeriggio su Trip Advisor un ristorare che non fosse il solito locale stereotipato per turisti" disse, con la faccia praticamente nel menù, nell'intento di nascondere il rossore che gli aveva colorato le guance a quella piccola ammissione.
Sorrisi. Rendendomi conto di quanto Charles non fosse cambiato di una virgola. Tanto duro e freddo all'apparenza, quanto dolce e gentile in realtà.

"Me encanta" risposi facendolo sorridere, prima di buttarmi anche io sulla carta, alla ricerca di qualcosa di buono da mattere sotto i denti.

Optai per un tipica comida spagnola a base di tortilla de patatas, Paella de Marisco, e crema catalana. il tutto annaffiato da una bella caraffa di Sangrìa.
Obbligai il monegasco a prendere lo stesso. Vietandogli tassativamente di ordinare il solito pollo alla piastra con un insalatina scondita come contorno. Eravamo in Spagna dopotutto, e uno sgarro alla dieta non avrebbe sicuramente rovinato le sue prestazioni la mattina dopo.

"Ma si può sapere dove metti tutto quello che mangi? Sei un pozzo senza fondo" mi prese in giro, scuotendo il capo divertito.
Feci spallucce, addentando una delle frittelle "Ho un buon metabolismo che vuoi che ti dica, madre e natura è stata compassionevole con me almeno in questo"
Non avevo un fisico da modella ne lo avevo mai desidierato, ma viste le quantità di cibo che ingurgitavo e la mia golosità, non potevo che reputarmi soddisfatta di quello che vedevo riflesso nello specchio la mattina.

Lui si limitò a scoccarmi un occhiata divertita per poi finalmente concentrarsi sul piatto che aveva davanti.

Per tutta la cena e poi per la passeggiata di ritorno all'albergo chiacchierammo di tutto e di niente.
Il monegasco diede libero sfogo alla curiosità ponendomi tante domande sulla mia vita: mi domandò dell'università, della mia vita a Modena, dei miei interessi e persino degli Hobby al quale mi dedicavo nel tempo libero. L'argomento Madrid, e genitori "rompiscatole" lo evitò accuratamente sapendo che non era un argomento del quale ero paarticolarmente felice di parlare.

Just Breathe ||Charles Leclerc||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora