Il viaggio di ritorno verso casa fu se possibile più silenzioso di quello di andata. Charles non aveva proferito parola da quando facendo 2+2 aveva messo insieme i pezzi del puzzle e io avrei tanto voluto essere nella sua testa per capire cosa stesse pensando mentre guardava la strada assorto nei suoi pensieri.
Non sembrava arrabbiato ne tanto meno sull'orlo di una crisi di nervi. Sembrava più che altro confuso e forse un po' triste se non addirittura deluso. E come biasimarlo? Io mi ero sentita ferita ed umiliata a causa sua per molto meno."complimenti Lu...tu si che sai dare il giusto valore alle cose"
"Ascolta" dissi una volta che la sua supercar si fermò, ormai a pomeriggio inoltrato davanti al mio vialetto "So che probabilmente con me in questo momento non ci vuoi parlare, ma mi piacerebbe poterti spiegare le cose come stanno e rispondere alle domande che ti stanno vorticando in testa" Portai una mano tra i suoi capelli morbidi, scompigliandogli dolcemente "mi dai questa possibilità? Ti prometto che se una volta finito avrai ancora voglia di insultarmi potrai farlo. Ma per favore ascoltami"
Lui per la prima volta da quando eravamo saliti in macchina mi guardò.
"Okay" sussurrò accarezzando teneramente la guancia di Isa, beatamente addormentata tra le mie braccia "e comunque non ti insulterei mai, lo sai no?" continuò, cercando di smorzare un po' la tensione, anche se con scarsi risultati vista la mimica che gli caratterizzava il volto in quel momento.
"lo so" risposi, accennando un piccolo sorriso prima di uscire dall'abitacolo "ti va di entrare? si ragiona meglio al caldo, e qui si comincia a gelare"
Lui annuì più per il freddo che per altro, prima di raggiungermi nel piccolo atrio.
Lo lasciai sistemare dove meglio credeva mentre con delicatezza adagiavo mia figlia a letto nella sua cameretta.
Ricontrollai per l'ennesima volta che respirasse e che la fasciatura fosse rimasta pulita. Accesi poi le lucine poste sopra di lei, e dopo aver fatto in modo che tutto fosse in ordine mi decisi ad uscire dalla stanza, un po' spaventata all'idea di come si sarebbe potuta evolvere la situazione negli istanti a seguire.Trovai Charles seduto in maniera composta sul mio divano con una piccola cornice tra le mani. La fronte corrugata nel cercare di captare ogni singolo dettaglio dell'immagine che aveva davanti.
Sorrisi "quella è la prima foto che Tara ci ha scattato quando io e Isabel siamo arrivate a casa dall'ospedale" Spiegai, sedendomi accanto a lui, visibilmente imbarazzato per essere stato colto in flagrante "Ero stanchissima ma nonostante questo lei voleva a tutti costi una foto ricordo di quel momento"
"È bella" constatò lui passando lentamente i polpastrelli sul vetro "sei molto più tu in questa fotografia che in tante altre. Eri felice, e in una maniera nell'altra l'obbiettivo è riuscito a catturare la tua gioia" mi rivolse un sorriso triste, prima di risistemare ordinatamente il piccolo quadro sulla mensola e incatenare i suoi occhi chiari con i miei.
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Just Breathe ||Charles Leclerc||
Fanfiction"La verità è che voglio te. Voglio svegliarmi ogni mattina con il tuo respiro che mi solletica il collo. Voglio portarti a fare colazione al mare la domenica mattina e ridere dei baffi che ti si formano sulle labbra per colpa del cappuccino. Voglio...