𝟒𝟔. 𝐏𝐚𝐧𝐭𝐚𝐥𝐨𝐧𝐢 𝐚 𝐪𝐮𝐚𝐝𝐫𝐞𝐭𝐭𝐢

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📍Principato di Monaco, Vigilia di Natale

Charles

Monaco era sempre stata bella, ma durante il periodo antecedente al Natale si trasformava, dando il meglio di sè.
Tutto diventava magico e ogni singola via del piccolo principato veniva gioiosamente agghindata con luci e ghirlande, regalando ai passanti un'atmosfera a dir poco meravigliosa, in grado di fare invidia al miglior film Disney.
Un film che avevo sempre amato follemente, ma che quell'anno, complici le mille peripezie accorse, vedevo un po' meno allegro e decisamente più grigio.

"Charles mi potresti dare una mano con la cravatta?"

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"Charles mi potresti dare una mano con la cravatta?"

La figura di Arthur fece capolino dallo stipite della porta, interrompendo il mio monologo interiore, nel quale mi ero evidentemente perso.

"Certo" replicai stiracchiandomi le spalle intorpidite, prima di alzarmi e prendergli dalle mani il drappo di stoffa. Sorridendogli fraternamente.
Contento di quel piccolo momento solo nostro.

Da qualche mese i periodi che passavo a casa era pochi, e a causa dei tanti impegni di entrambi, non riuscivamo praticamente mai ad essere a casa nello stesso momento. Obbligandoci a sentirci solamente con sporadiche chiamate via facetime. Telefonate che non mi avevo fatto capire quanto effettivamente mio fratello fosse cresciuto in così poco tempo.

"Ecco fatto" commentai, facendolo voltare verso lo specchio, dandogli una pacca sulle spalle mascoline "pronto a fare scintille nel salotto di casa"

"Dovresti provarci anche tu sai? Hai una barba così lunga da sembrare uno scappato di casa, per non parlare dei pantaloni del pigiama a quadretti. Se non ti conoscessi direi che sei malato" appurò sedendosi sul piccolo pouf sotto la finestra. Soffermandosi un momento sulla mia figura, prima di spostare lo sguardo su una piccola cornice posta sulla mensola adiacente.

"Pensavo l'avessi nascosta

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"Pensavo l'avessi nascosta..." disse, passando le dita sulla superficie cristallina "sai per Charlotte"

"La tiro fuori solamente quando lei non c'è" spiegai affondando le mani nelle tasche della felpa, sentendomi improvvisamente esausto "so che è sbagliato ma non sono dell'umore giusto per una lezione sulla morale, perciò..." idicai con un braccio la porta lasciando libero il centro della stanza "se questo è quello che volevi dirmi puoi anche andare"

Just Breathe ||Charles Leclerc||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora