𝟏𝟔. 𝐒𝐨𝐬𝐩𝐞𝐬𝐢

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charles

Una forte luce al neon mi colpì il viso facendomi aprire di scatto gli occhi. Un potente senso di nausea arrivò al mio cervello non appena mi misi seduto, facendomi saltare fuori da quella che doveva essere la vasca da bagno più grande del mondo per raggiungere il WC e vomitare letteralmente l'anima.

"stupido alcol" sibilai tirando lo sciacquone, prima di mettermi in piedi e trovarmi davanti la fotocopia di uno zoombie riflessa nello specchio. Le occhiaie viola contrastavano in maniera evidente con la mia pelle chiara e il labbro rotto e la mascella livida aggiungevano un tocco di classe a quel quadro a dir poco osceno.

Sbuffai, appoggiando le mani alla superfice del lavandino cercando di fare ordine tra i ricordi che sfrecciavano a 300 kilometri all'ora nella mia testa. Avevo raggiunto la festa non proprimente dell'umore adatto, e mi ero concesso un paio di bicchieri insieme a Kimi e al suo entourage. Evidentemente avevo fatto a botte con qualcuno, e a giudicare da come ero conciato dovevo anche averle prese senza tanti complimenti.

"Bravo Charles...la figura del coglione l'abbiamo fatta anche qui"

Il bagno nel quale mi trovavo non era sicuramente il mio, lo avevo pensato non appena svegliato ma ne avevo avuto la conferma nel trovare sulla superficie di ceramica una scatoletta di O.B, un rossetto e l'inconica scatolina colorata di una pillola anticoncezionale.
Ero nella camera di una donna su questo non ci pioveva. Cercai in tutti i modi di sprememre le meningi e capire con chi ero andato via dalla discoteca e per un momento un senso di panico mi assalì.
E se ci fossi andato a letto?

"e chi cazzo la sente Giada adesso?"

Tastai le tasche dei pantaloni e tirai fuori il portafogli, constatando con un piccolo sospiro di sollievo che il preservativo di riserva che mi portavo dietro in caso di evenienza era esattamente lì dove doveva stare.

"prende la pillola idiota, potreste benissimo averlo fatto senza, oppure ce l'aveva lei"

Passai una mano sul viso cercando di mantenere la calma. Avevo dormito nella vasca, ero chiuso in un bagno e in più ero completamente vestito. Qualunque cosa fosse successa tra me e quella ragazza misteriosa, dovevo essermene pentito piuttosto in fretta.
O non me la sarei svignata dal suo letto per chiudermi nel cesso. E pentimento è uguale a perdono no?

La porta si spalancò di colpo impedendo al mio povero cervello bacato di produrre altre idee del genere. Mostrando il viso a dir poco incazzato di Andrea seguito da Chrissie.

" Aquindi è lei? Poco male poteva andarmi peggio"

"tu..." disse lui con gli occhi ridotti a due fessure puntandomi il dito contro "sei un pirla ne sei consapevole?"

"Io..." cercai di dire qualcosa, ma il caos che avevo in testa non mi fece produrre nulla di utile per cercare di difendermi.

"Fare a pugni con un dipendente Pirelli..." Il mio preparatore atletico si passò una mano tra i capelli visibilmente frustrato "Ti rendi conto che hai fatto una gran cazzata sì? È il loro pupillo, se parla e fa il tuo nome potrebbero farci causa. Cristo Santo!"

Solo in quel momento vidi che la biondina si era allontanata dall'uscio e stava scortando sottobraccio fuori dalla stanza un ragazzo riccio con un occhio nero, visibilmente confuso e stralunato. Non sembrava essere molto in chiaro nemmeno lui su cosa fosse successo e a giudicare dalla faccia non sembrava uno pronto a sporgere denuncia. L'unica cosa che non mi era ancora chiara era perchè ci fossimo picchiati.

"Se non fosse stato per Lucrecia, Dio solo sa cosa avresti combinato" commentò lui con tono inviperito, mandandomi ancora più in confusione.

"cosa centra Lu adesso?" domandai cercando di mettere insieme i pezzi di quel puzzle sempre più intricato.

Just Breathe ||Charles Leclerc||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora