Quella mattina mi ero svegliato stranamente al caldo. Perchè ero attaccato a Tancredi? I ricordi delle notte precedente mi tornarono in mente e arrossii immediatamente
Dio, quanto potevo essere messo male?
T: “Cazzo la smetti di fissarmi? Sei inquietante e, appena sveglio, direi anche un po' bruttino”
Ecco, come non detto.
L: “Non che tu sia un raggio di sole eh”
T: “Eppure non riesci a non fissarmi. Non fotti con me reginetta”
L: “Da principessa a reginetta? Da quando sono diventato così importante?”
T: “Ho solo tradotto da “Queen”, sguattera”
Sbuffai staccandomi da lui e incrociando le braccia al petto. Come al solito: facevamo due passi avanti e dodici indietro.
Fottuto stronzo.
G: “Vi prego almeno appena svegli di fare silenzio”
L: “Ha iniziato lui”
D: “Perchè litigano già Gianni?”
G: “Non lo so, ma mi aggrego alla tua scelta: voglio che Dio mi uccida”
Avevo solo voglia di mandarlo a cagare, ma il telefono mi squillò. Non poteva essere mia madre, le avevo scritto un messaggio poco prima per dirle che stavo bene e che la notte fosse andata abbastanza tranquillamente.
T: “Pure la musichetta di merda, orribile. Chi cazzo è?”
Scossi il capo non avendone idea e lo afferrai per leggere. Al nome sentii il cuore fermarsi: cosa voleva da me ora?
T: “Ohi, ti ho chiesto chi cazzo è”
L: “Die, Die...è Paolo”
D: “Ti prego, dimmi che scherzi. Che cosa vuole ora?”
L: “Boh, dice che vuole parlare, che vuole provare a chiarire, ma io non voglio vederlo, non mi interessa minimamente di lui in questo momento, lo sai...sapete”
Aggiunsi guardando anche Gianmarco, che annuì sorridendomi.
T: “Questo sarebbe?”
L: “Un ragazzo con cui sono uscito per un po' prima di conoscere voi. Abbiamo smesso di sentirci perchè non apprezzava questo successo sempre più crescente”
T: “Quindi è un tuo ex”
L: “Non proprio...”
T: “Non mi interessa, dammi il cellulare e lo mando a cagare io. Perchè si deve accollare questa gente?”
L : “Sono in grado di gestire il mio telefono da solo e credo che sia il caso di vederlo per chiudere definitivamente. “
D: “Sei sicuro Le?”
L: “Tanto cosa può succedere? Uno che fa così non ci tiene davvero e non merita la mia attenzione”
G: “Lo dici solo perchè il tuo cuoricino e la tua testa sono già occupati”
Guardai Gian in cagnesco: perchè si faceva sempre ste uscite? Volevo solo ammazzarlo, disintegrarlo.
T: “Come? Hai uno? Chi è sto figlio di puttana? Sicuro uno sfigato, già me lo vedo”
Gian e Diego scoppiarono in una risata fragorosa e io li guardai per farli stare zitti. Mi avrebbero fatto scoprire, me lo sentivo
L: “ No, no ho nessuno e se ben fosse dovresti accettarlo dato che sei mio amico”
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Origini dei Tankele//Part Two
FanfictionCome tutto è iniziato. Gay? Gay PREQUEL DI "STORIE SUI TANKELE"