L: “Ti pare normale lasciare la tua merda di skate in giro per la casa e rischiare di uccidermi?!”
T: “Non è fottutamente colpa mia, chiaro?! Se sembri un elefante quando cammini non è colpa mia: guarda dove metti i piedi”L; “Sei disordinato, ecco cosa”
Questo era un classico momento della nostra nuova vita assieme. Da quando ci eravamo trasferiti le litigate erano nettamente aumentate, ma non quelle su argomenti seri, bensì su cazzate.
D: “Che dolce risveglio in casa nostra”
G: “Che è successo questa volta?”
L: “E' un cazzo di mongolo: lascia lo skate in mezzo alla casa e io rischio di sfracellarmi a terra ogni volta”T: “Te l'ho detto: sei un elefante”
L: “Mi sta dicendo che sono grasso? O poco fine ed elegante?”
T: “Proprio quello tesoro mio”
A quelle parole, mi girai offeso per andarmene in cucina, deciso a non parlargli tutto il giorno. Voleva trattarmi così? Bene, avrebbe provato cosa volesse dire stare senza la mia presenza tutta la giornata.
Ovviamente, come ogni giorno, iniziai a cucinare per i miei amici, essendo l'unico in grado di non bruciare la casa ogni volta che si avvicinasse ai fornelli.Dopo circa un'ora, con tavolo e cibo pronti, urlai ai ragazzi di venire a tavola perchè era pronto.
No, non ero la mamma del gruppo o..forse sì, ma era necessario occupare quel ruolo o saremmo andati alla rovina.
G: “Arrivo mamma Lele”
D: “Oddio Gianni, mamma Lele è perfetto”
L: “Non ci provate minimamente. Faccio tutto questo perchè se no morireste di fame e di stenti alla seconda padella bruciata”
D: “Ma se Lele è la mamma...”
G: “Tancredi è il padre, direi di sì, ma solo per osmosi. Non fa nulla se non poltrire e passare l'aspirapolvere”
T: “Che cazzo è sta storia?”
D: “Abbiamo deciso che Lele sia, ormai, la mamma del gruppo e tu per osmosi il papà”
T: “Io mi rispecchio più nello zio alcolizzato, ma se proprio devo...Dov'è la mia mogliettina?”
A quella domanda non risposi, mettendo semplicemente sul tavolo la pentola con la pasta e sedendomi al mio solito.
Non gli avrei parlato sul serio.
Ovviamente questo non sfuggì a Gian, che subito iniziò con le battutine del cazzo.
G: “Uh, bro, mamma e papà hanno litigato”
D: “O mamma si è offesa per l' “elefante “ di prima”
T: “Spero tu non sia serio Lele”
Lo guardai con la peggiore occhiata che potessi lanciargli, per poi ricominciare a mangiare con calma.
T: “Madonna Emanuele, sei come le donne: insopportbile. Per tanto così sarei rimasto a scoparmi loro”
Sapevo esattamente cosa stesse facendo: stavo toccando tutti i miei punti più sensibili pur di farmi parlare. Sapevo perfettamente di avere dalla mia parte Diego e Gian, quindi continuai con il silenzio. Finimmo di mangiare e lui nemmeno sparecchiò pur di darmi fastidio. Semplicemente sparì nella nostra camera per andare a giocare alla play.
L: “Posso sfogarmi ora?”
D: “Vai tesoro..”
L: “Ma lo vedete che razza di cretino è? Cosa va a tirare fuori lui? La storia del fatto che avrebbe potuto continuare a scoparsi le tipe. Che lo faccia sto stronzo, vada porca puttana merda”
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Origini dei Tankele//Part Two
FanfictionCome tutto è iniziato. Gay? Gay PREQUEL DI "STORIE SUI TANKELE"