Quello era il giorno: avrei parlato con le fan e i fan per raccontare cosa mi fosse successo.
Non ero tranquillo, ma ero felice che i ragazzi sarebbero rimasti accanto a me indipendentemente da tutto.
Ero nel letto e, stranamente, Tancredi aveva una mano sulla mia e la stringeva delicatamente. Mi girai per guardarlo e sorrisi: sembrava quasi carino mentre dormiva.
T: “Sento i tuoi occhi addosso. Che cazzo vuoi? Perchè siamo per mano?!”
L: “Buongiorno anche a te amore”
T: “Sto cazzo Le, sto cazzo”
L: “Come ci siamo svegliati male...”
T: “La tua presenza già dal mattino presto mi turba. Non ero più abituato”
Sbuffai e, per infastidirlo ancora di più, decisi di abbracciarlo e stringerlo al mio petto. Subito iniziò a dimenarsi, cercando di fuggire.
T: “Oh, ma che cazzo fai? Vai via, via. Che schifo”
L: “Amore, adesso mi dai le mie coccoline”
T: “Tu sei pazzo, tutto sto contatto umano. Mi sto sentendo male. DIEGO, GIAN AIUTO!”
Iniziai a dargli dei bacetti a stampo per zittirlo, mentre lui cercava di staccarmi in tutti i modi. Era sempre divertente portarlo all'esasperazione, anche se mi avrebbe tenuto il muso per ore.
D :”Che cazzo succ...”
Non completò la frase che subito si buttò su di noi per “coccolare" a sua volta Tancredi. Lo stesso fece Gianni, entrato poco dopo nella stanza.
G: “Ma Tanche, da quando ti fai fare le coccole?”
T: “Questa è una tortura. COME OSI TOCCARMI I CAPELLI DIEGO, vai in là con quelle manacce”
D: “Volevo farti i grattini”
T: “Non sono un fottuto gatto”
L: “Vedi? Ti vogliamo tutti bene”
Eravamo messi nel seguente modo: io praticamente per metà steso su di lui, sulla destra, Diego dall'altro lato e Gian sopra noi due.
Lo stavamo letteralmente soffocando, dato che fosse il più piccolo fra noi. Per quel motivo fui il primo a staccarsi, preoccupato di fargli male, seguito dagli altri due che subito capirono.
Tancredi si alzò di scatto, finalmente libero.
T: “Rimarrò traumatizzato a vita, che schifo. Ripeto: come cazzo fate? Tutti appicciccati e carini, bleah”
L: “Sei tu che non sai cosa ti perdi”
T: “Un incubo, ecco cosa”
Detto ciò sparì dalla stanza. Era sicuramente andato in bagno a prepararsi per la live che avremmo fatto quella mattina.
Perfettino del cazzo.
D: “Potevi farcelo torturare ancora un po'”
L: “Nah, poi si incazza”
G: “E' mai non incazzato?”
L: “Certo che a volte non lo è”
D: “Quando?”
G: “Mai, è Lele che ha dei problemi da ragazzo innamorato. Appurato il vero: sei pronto per la live?”
L: “Ho un po' d'ansia, ma tutto sotto controllo. Sarà difficile da spiegare, ma ho voi”
Regalai loro un sorriso e mi abbracciarono in sincronia.
Erano le cose belle della mia vita, avrei continuato a dirlo in eterno.
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Origini dei Tankele//Part Two
Fiksi PenggemarCome tutto è iniziato. Gay? Gay PREQUEL DI "STORIE SUI TANKELE"