Il Terapista

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Alla fine Tancredi mi aveva accompagnato davvero da un terapista ed era andata in maniera pessima. Avevo praticamente passato la prima seduta a piangere, non sapendo come rispondere alle domande e avendo l'ansia di sbagliare.

Non che mi avesse chiesto nulla di che, solo cose sulla mia vita in generale, non aveva neanche toccato o chiesto il motivo per cui fossi lì. 

Tancredi mi aveva semplicemente stretto la mano tutto il tempo. 

Quel giorno sarei dovuto andare da solo: non so perchè, ma non voleva che ci fosse il mio fidanzato e questa cosa mi terrorizzava parecchio.

Con lui mi sentivo protetto e meno vulnerabile.

Avevo l'appuntamento alle 11, ma erano le 9 e io ero già pronto, seduto in cucina con un pacco di Gocciole davanti: mangiare mi aiutava a rilassarmi, anche se, dopo averne mangiata una, mi sentivo di voler vomitare.

Fottuta ansia. 

Accesi una sigaretta nella speranza di riuscire a non pensare per un secondo a cosa stessi per fare. Mentre stavo cercando il posacenere fra gli scaffali della cucina, vidi Tancredi entrare.

T: “Sei già pronto?”

L: “Ero agitato e mi sono preparato con troppo anticipo forse”

T: “Vuoi che ti accompagni?”
L: “Ha detto che devo andare da solo”

T: “Mh...”

Vedevo che non fosse per niente convinto.

Quando eravamo tornati dalla prima seduta, Tancredi era letteralmente sparito a parlare con Ginmarco per minimo un'ora. Ero poi venuto a sapere che si era preoccupato per quella mia reazione e che, sapermi solo dentro, lo preoccupava

L: “Ti scrivo appena entro e appena esco?”

T: “Non capisco perchè non mi faccia venire”

L: “Non lo so nemmeno io, ma cercherò di capirlo”

Gli passai la sigaretta a metà sapendo che non avrebbe rinunciato.

T: “Noi due avevamo smesso”

L: “Non ci abbiamo mai creduto”

T: “Ma manco un po', poi la vita con te mi stressa, devo sfogarmi in qualche modo”

Ridacchia e mi avvicinai a lui per dargli un bacio sulla guancia.

L: “Senza di me saresti morto”

T: Siamo regressi ai quattro anni che mi dai i bacini? E no, sarei notevolmente più felice”

Sbuffai allontanandomi da lui e andando a sedermi sul davanzale della cucina, dopo aver afferrato il pacco di Gocciole.

 Ora avevo fame, perchè sapevo che con Tancredi ero al sicuro e la mia ansia sembrava attenuarsi.

T: “Oggi, Le, prova ad aprirti un pochino. Non è lì per giudicarti, ma per capire cosa non va”

L :”Sono noioso”

T: “Certo che sei noioso, ma lui è lì per quello. Parla con lui così, poi, non rompi i coglioni a me”

Mi sorrise e sapevo che stesse facendo lo stronzo solo per dirmi che ce l'avrei fatta, con o senza di lui. Guardai l'ora e, nonostante fosse comunque presto, decisi di muovermi. 

L'avrei fatta a piedi in modo da schiarirmi i pensieri. 

T: “Mi raccomando scrivimi quando inizi e quando finisci”

L: “Sì, tranquillo”

Mi avvicinai a lui, gli diedi nuovamente un bacio sulla guancia seguito da uno sbuffo e semplicemente uscii di casa, dopo aver afferrato un giacchetto. 

Origini dei Tankele//Part TwoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora