Le dita sporche di carboncino.
Il nostro letto pieno di fogli.
Lui, bello come la pioggia là fuori, che scriveva accanto ai miei disegni.
Pioveva.
Pioveva e noi ci sentivamo capiti.
Ci eravamo sempre sentiti capiti da quella sensazione di umido sulla pelle, da quelle gocce rumorose e dalle nubi grigie.
Ci eravamo sempre sentiti liberi nella giornate uggiose, perchè Lele aveva solo paura quando c'erano i temporali.
Eravamo sempre stati noi.
Plin.
L: “Questo è bello amore”
La finestra, con una sagoma in penombra con in mano una sigaretta: lui.
T: “Da quando sei diventato così egocentrico?”
L: “Perchè?”
Il solito ingenuo.
Il mio bambino.
T: “Non ti rendi conto che sei tu poco fa quando sei uscito a fumare?”
Sorrideva: gli era sempre piaciuto essere ritratto da me. Ogni volta che trovava un foglio, con lui rappresentato sopra, sorrideva.
Mi faceva sentire amato il suo sorriso.
Non glielo avevo mai detto.
L: “Davvero? Allora grazie mille! So che non ti piace ritrarre le persone e che sia stato uno sforzo. Ti amo”
Mi diede un bacio sulla guancia.
Mi scansai nonostante gli avessi voluto dire “anche io” e baciarlo a mia volta.
T: “Sei sempre più melenso. Quando la smetterai?”
L: “Mai, perchè meriti di essere di amato in tutti i modi possibili”
Abbassai il capo cercando di nascondere i miei occhi lucidi.
Era così buono, che spesso mi chiedevo come potesse essere ancora al mio fianco dopo tutto.
Non gli risposi: era troppo difficile farlo.
Plin.Plin.
Avevo un foglio ruvido fra le dita.
Lui stava scrivendo con una penna nera: odiava il blu.
Non sapevo cosa stessi facendo in realtà, ma la mia mente viaggiava da sola: mi faceva tracciare linee su linee, senza una meta.
Senza un risposta.
Due bocche.
Un bacio.
Nero dietro.
La luce in mezzo a tutto ciò che ci inghiottiva.
Sapevo avrebbe scritto qualcosa di meraviglioso. Gli passai il foglio senza indugio e lo vidi come turbato.
T: “Che c'è ora?”
L: “Sei strano oggi amore”
T: “Perchè? Pensavo fossimo sempre strani”
L: “Sono così dolci questi disegni e al contempo dolorosi. Sono così tuoi che a volte mi viene da piangere a guardarli”
Da quando io trasmettevo dolore? Da quando io ero dolce? Non credevo di poter dire così tanto con un semplice pasticcio.
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Origini dei Tankele//Part Two
FanfictionCome tutto è iniziato. Gay? Gay PREQUEL DI "STORIE SUI TANKELE"