Quando mi svegliai la mattina dopo, mi resi conto che Tancredi non fosse lì con me. Era tornato a casa, per paura di incontrare poi troppa gente sul tardi e di farci finire nella merda.
Mi sentivo strano.
Avevo sempre pensato che mi sarei sentito cambiato, ma forse non era così: avevo solo male, male ovunque.
Come al solito, in realtà, il mio cervello non mi lasciava in pace: continuava a urlarmi di aver fatto una cagata, non stavamo nemmeno assieme e che mi avrebbe lasciato solo come la peggio puttana. Mi alzai dal letto, senza nemmeno guardare il cellulare e andai in cucina dove trovai mia madre.
Perchè era a casa e non a scuola?
L: “Ciao Ma, cosa ci fai a casa?”
A: “Sono le 14 di Sabato pomeriggio amore”
L: “Potevi chiamarmi per pranzo, avrei mangiato con te. Non dovevi stare da sola, scusami”
A: “Non capita nulla. Il tuo... amico è andato via presto e ho pensato che dovessi riposare”
Perchè aveva incespicato a quella parola? Non le avevo mai parlato di lui, se non quando avevamo litigato e non capivo perchè avesse fatto così.
L: “Sì, mamma è un amico. Perchè ti fai domande?”
A: “Tesoro, io non vorrei essere invasiva..”
L: “Cosa?”
Semplicemente si avvicinò a me e mi sfiorò piano il collo guardandomi con lo sguardo di chi sa, forse fin troppo.
Cazzo, ero un coglione. Non avevo minimamente pensato di coprirmi: non ero abituato e pensavo che sarei stato solo fino a cena. Arossii, non sapendo che cosa dire e sentendo in imbarazzo. Non è proprio bello farsi beccare dalla propria madre con...certe cose addosso.
La sentii ridacchiare, sedendosi accanto a me.
A: “Le, sono tua madre, intuisco quando ti piace qualcuno o no. Poi tu..me ne hai dato la conferma”
L: “Lo so, mi dispiace però che tu mi abbia visto così”
A: “Hai 19 anni, non ti sgrido più se ti trovo con certe cose addosso”
L: “Sai come sono...”
A: “Lo so, lo so”
Ridacchiò ancora e mise una mano sopra alla mia stringendola delicatamente.
A: “Allora raccontami un po' di questo Tancredi...”
L: “Ecco, sai già quando ci siamo conosciuti e niente, è stata una cosa abbastanza difficile, ma alla fine ha ammesso che gli piaccio, a Milano ci siamo baciati e...niente”
A: “State assieme da quanto tesoro?”
A quella domanda mi sentii gelare il sangue nelle vene e la guardai senza rispondere. Vidi la sua espressione cambiare e abbassai subito lo sguardo verso terra. Non volevo parlare di quella cosa, mi sentivo davvero instabile in quel momento.
L: “Ho paura di aver fatto una stronzata ma...”
A: “Se eri sicuro, non è stata una stronzata”
L: “Puoi anche tu smetterla di prendermi in giro? So che Tancredi non ti piace...”
A: “Ma non deve piacere a me , deve piacere a te e se ti trovi bene allora dovrò abituarmi al fatto che ti frequente con uno...così”
Era strano che si sbilanciasse su qualcuno, ma era sempre stata protettiva e io fin troppo mammone. Era davvero l'unica donna della mia vita, anche parlando ironicamente.
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Origini dei Tankele//Part Two
FanficCome tutto è iniziato. Gay? Gay PREQUEL DI "STORIE SUI TANKELE"