Sei Single?

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T: “Non me frega un cazzo se è  tuo amico, non ci messaggi assieme, CHIARO?!”

L: “Amore, è Gian. Mi ha chiesto se potessimo ordinare d'asporto anche per lui”

T: “Poteva scrivere a me o a Diego, perchè proprio a te?”

L: “Sono l'unico che risponde sempre. Tanc, stai facendo questa scenata inutile perchè? In questi giorni sei sempre nervoso e io sto iniziando a infastidirmi”

T: “Pensi che me ne freghi qualcosa di cosa dia fastidio a te?”

L: “Sei solo capace a darmi risposte di merda”

Dissi iniziando ad alzare il tono della voce.

Era l'ennesima litigata nell'arco di mezza giornata. Tancredi stava impazzendo. 

In quei giorni era costantemente nervoso e non riuscivo a capirne il perchè. Tutto era iniziato con la questione del piercing ed era peggiorata quando gli avevo detto che sarei andato a Roma due giorni per visitare la mia nipotina. 

T: “Se non ti va bene, quella è la porta per andartene affanculo.Tanto per il rispetto che hai nei miei confronti”

L: “Ah, io ti manco di rispetto? Non sono io quello che sminuisce di continuo”

T: “Te l'ho detto già una volta: se non ti vado bene, quella è sempre la porta per andartene affanculo”

L: “Sai cosa? Ci vado eccome, reputati single da questo momento, stronzo”

T: “Va bene, coglione. Mi godrò la mia libertà senza un'oca giuliva”

L :”Forse parli delle tue ex”

T: “Al momento mi pare che lo sia anche tu, no?”

A quella frase semplicemente uscii dalla nostra stanza e andando immediatamente da Diego che, sicuramente, aveva sentito le nostre urla dalla camera. 

L : “Ho lasciato Tancredi”

D: “Come mai?”

Perchè era così stranamente tranquillo?

L: “Mi ha urlato addosso perchè Gian mi ha scritto, è pazzo”

D: “Te ne sei accorto ora?”

L: “Direi  di no...”

D: “Quanto durerà questa rottura? Cinque o dieci minuti?”

L : “No, sono serio”

D: “Okay, come dici tu”

Perchè non mi credeva? Sbuffai infastidito e decisi di mettermi a giocare a COD, in modo da uccidere qualcuno e sfogare tutta quella rabbia. 

Odiavo quando si comportava così  e non riuscivo più a tollerarlo. 

Giocai per un po', fino a quando non sentii la porta di casa aprirsi, segno che Gian fosse tornato.

G :”Sono a casa amori miei immensi”

L: “Gianni!”

Urlai felice e gettai letteralmente il joystick a terra per correre ad abbracciarlo. Era un paio di giorni che non ci vedavamo, visto che era rimasto da Marta. 

Ero felicissimo di vederlo: era uno dei miei amichetti.

G: “Ciao piccolo Lele, Diego e Tanc?”

D: “Bro”

G: “Parli del diavolo ed eccolo.”

D: “Finalmente sei tornato, in questa casa da solo non si vive”

Origini dei Tankele//Part TwoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora