The End Is Not The Answer

201 22 12
                                    

Lucian's P.O.V.

Avevano già fatto due delle tre lezioni di robotica che seguiva la giovane ragazza dai (l/c) capelli (c/c). Erano tutte lezioni interessanti, non avrebbe mai pensato di trovarsi interessato in quelle materie. Ovviamente lui stava seduto a terra fuori dalla porta ad aspettarla, fortunatamente lasciavano aperta la porta affinché i ritardatari potessero entrare o coloro che avevano altro da fare potessero uscire. Quindi così funzionava il college americano? Chiunque poteva entrare o uscire a piacimento e seguire le lezioni fino a dove preferivano? Wow... In Romania erano decisamente più rigidi. Beh, c'era da dire che lui non aveva mai frequentato scuole pubbliche, conosceva solo gli insegnanti vampiri privati. Quindi probabilmente si stava sbagliando ed era lo stesso ovunque.
Mentre la lezione stava per finire, lui ha dato un'ultima occhiata al disegno che aveva fatto, sfumando dei leggeri tratti a matita fino a formare un'ombreggiatura. Era il volto della ragazza che occupava la sua testa. Aveva fatto espressivi occhi grigi (era un disegno fatto interamente a matita, non aveva colori) e delle zanne al posto dei canini. I capelli le ricadevano sulle spalle disordinati, la lingua era poggiata su un canino con fare provocante e stava sorridendo. Era molto simile alla ragazza in carne ed ossa, stessi lineamenti, stesse espressioni e stessi occhi, eccetto per i colori ovviamente. Ha sorriso alla sua opera come la donna nella stanza avvisava di studiarsi un capitolo di un libro riguardante la connessione tra videocamere e intelligenza artificiale, come farle interagire per far funzionare al meglio un robot autonomo. Poco dopo una sfilza di ragazzi e ragazze sono usciti dalla porta e lui si è alzato in piedi come (t/n) e il suo amico Blake si sono avvicinati a lui. (T/n) sorrideva al ragazzo dai lunghi capelli scuri dagli occhi azzurri per poi spostare lo sguardo su di lui.
"Lucian, da domani stai a casa" ha detto lei con aria improvvisamente preoccupata, i suoi occhi (c/o) che si incastravano in quelli marroni di lui.
"Cosa? Perché?" Ha chiesto lui preso contropiede. "Ho fatto qualcosa che non va?" Ha domandato lui abbassando il braccio che reggeva il blocco schizzo con il disegno della ragazza.
"No, Lucian, niente di simile. È solo che mi dispiace che tu debba stare ad aspettare sei ore e poi vedermi per poco tempo, pranzo escluso" ha spiegato lei allungando una mano e accarezzandogli il braccio.
"Ma a me fa piacere stare con te, sono paziente e non è un problema aspettare" si è difeso lui gesticolando con la mano in cui teneva la matita.
"Hey, rumeno, cosa hai lì?" Ha chiesto con curiosità Blake, intromettendosi e cambiando argomento per poi togliere dalla mano del vampito il blocco con il disegno. Lucian stava per lamentarsi come il ragazzo coi piercing ha girato il foglio e ha visto il disegno... Successivamente ha spalancato gli occhi. "Lo hai fatto tu?" Ha chiesto lui spostando lo sguardo tra Lucian e il disegno. Lui ha solo annuito e ha spostato il peso del corpo da un piede all'altro in ansia. "Wow, amico, sei un artista nato! Cazzo, (t/n), è identico a te!" Ha esclamato il giovane facendo vedere il disegno alla ragazza. Lei lo ha guardato e ha subito capito il senso del disegno... Ha capito che lui voleva trasformarla, glielo leggeva negli occhi.
"Lucian sei davvero bravo a disegnare. Perché non fai una università d'arte?" Ha chiesto lei prendendo il blocco schizzi e osservando tutti i particolari del disegno che la rappresentava.
"Odio fare le cose per gli altri... Preferisco farlo per piacere mio. Oltretutto quello è una stronzata fatta lì per lì, non mi ci sono impegnato troppo" ha spiegato lui, felice di sapere che c'era gente a cui piaceva ciò che faceva.
"Ragazzi, io ho fame. Mangiamo? Comunque, Lucian, devi insegnarmi a fare ritratti. Faccio schifo coi volti e ne sto progettando uno per un lavoro di robotica" ha spiegato il giovane dagli occhi azzurri, più basso di Lucian di qualche centimetro.
"Quando vuoi, anche se non sono il massimo a spiegare" ha ribattuto il vampiro con una risatina nervosa. Insomma, in 20 anni nessuno gli ha mai chiesto di insegnare qualcosa, era abituato a sentirsi dire "non sprecare così le tue capacità" o cose del genere... Era stressante, soprattutto perché gli piaceva disegnare e costruire. Si è sempre divertito a costruire oggetti in ferro o creta. Gli piacevano i lavori manuali, lo aiutavano a rilassarsi e non pensare troppo se non a creare ciò che aveva in mente. Non sapeva come se la cavava con i robot, non ci aveva mai provato, ma da quando aveva ascoltato dalle lezioni si era fatto un'idea generale di come collegare alcuni fili e far funzionare le cose basilari (una radio, ad esempio). Certo, c'era da dire fosse più facile a dirsi che a farsi non avendoci mai provato.

𝐴 𝑉𝑎𝑚𝑝𝑖𝑟𝑒'𝑠 𝐿𝑜𝑣𝑒 𝑆𝑡𝑜𝑟𝑦 //Vampiro × Lettore\\Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora