Qualche ora più tardi mi ritrovavo distesa sul divano col telecomando in mano e una televisione accesa che non stavo nemmeno guardando. Erano le quattro e mi godevo il dolce far niente di cui solo il sabato pomeriggio uno studente può godere.
Mi alzai solo quando mi ricordai che la nonna doveva prendere la pillola e, aperto lo stipetto delle medicine per prendere il blister bianco, versai un bicchiere d'acqua consegnandolo alla nonna che nel frattempo era intenta a preparare un tè caldo con i biscotti. Anche in estate le piaceva prenderlo, io avrei preferito qualcosa di fresco, tipo un gelato, ma le abitudini sono difficili da cambiare.
«Allora, Giulia» iniziò prendendo la pillola in una mano e il bicchiere d'acqua nell'altro. «Oggi che fai?»
Alzai le spalle, poggiandomi al tavolo di legno della cucina. «Più tardi mi vedo con Alice» Sorrisi. «Te la ricordi?»
Sembrava contenta di sentirmi parlare di lei. «Certo che mi ricordo della piccola Alice!» mi è sempre piaciuta un sacco quella ragazza. «E di sera uscite?»
«No, nonna! Questa sera tutta per me e te.»
«Ma esci, divertiti.» Controbatté.
Risi. «Tu sei l'unica nonna che dice alla nipote di uscire.»
«Alla tua età io uscivo, sai? Certo i tempi erano ben diversi ma io ero uno spirito libero, una piccola ribelle.» Strizzò l'occhio. «Anche tua madre era solita uscire... be', forse un po' troppo. Un po' come te qualche anno fa.» Sospirò. «Cos'è cambiato? Esci meno spesso e con meno voglia.»
Meno amici, sempre più persone false. «Stanchezza da inizio scuola, nonna. Tutto qui.»
Mi fissò per un po', quando si voltò per mettere un paio di bustine di tè nella teiera calda. «Lo spero. Non voglio che si dica che mia nipote sia un'asociale.»
Da un paio d'anni la mia vita era cambiata. Prima uscivo ogni sabato, poi iniziai a cambiare comitiva, fino a diminuire le uscite. Ed eccomi qua, a parlare con mia nonna davanti un tè caldo, il sabato pomeriggio. Una vita da ottantenne: evviva!
Mi sedetti su una sedia e sorseggiai il tè che avevo davanti. «Nonna, che tè è?» chiesi poggiandolo sul piattino di porcellana. Il gusto era troppo forte, diverso dal solito che comperava.
«Frutti di bosco, il tuo preferito. Non ti piace?»
«Non è la prima volta che compri quello ai frutti di bosco. Sicura che sia il solito?»
Mia nonna aprì lo stipetto del tè ed esaminò la scatola. «Questo è nuovo, non lo so, dici che non è buono?»
La guardai senza aggiungere altro.
La nonna prese in mano la sua tazza e sorseggiò appena il suo tè. «Oddio.» Con un sonoro tintinnio di ceramica, la ripose. «Questo tè fa davvero schifo.» Prese la sua tazza, la mia e la teiera e rovesciò tutto nel lavandino. «Ricordami di non comprarlo.»
In quel momento il mio cellulare vibrò, facendo rimbombare il rumore contro il tavolo. «Sicuro, nonna.» Guardai lo schermo del cellulare che indicava un numero sconosciuto. Mi alzai e risposi. «Pronto?»
«Che fai stasera?» quella voce, per quanto inaspettata, era inconfondibile. Tore.
Aspettai qualche secondo prima di azzardare, per esserne sicura. Ma ne ero già sicura, era troppo riconoscibile la sua voce. Certo, se poi ti ritrovi anche ad essere la sua compagna di banco e a sentirlo parlare tutto il giorno... «Tore?»
«Ho provato a chiedertelo ma tu non mi hai risposto.»
Ma che diavolo...? «Chi ti ha dato il mio...?» Ah, già. Il gruppo WhatsApp della classe, si era fatto aggiungere da Marco quello stesso giorno. «Non importa. Che cosa vuoi?»
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Il Pezzo Mancante
ParanormalGiulia è una normale diciottenne al suo ultimo anno di liceo quando il suo cammino incrocia quello di Salvatore Esposito (Tore), un ragazzo con un fascino da "bad-boy" sexy ma talmente misterioso ed enigmatico da metterle i brividi. Lei lo aveva già...