Quel tono per un attimo mi ricordò quello della settimana precedente quando gli avevo chiesto della sua famiglia. Ricordai che aveva definito sua madre "stronza". Quella donna che era morta dandolo alla luce. Non riuscivo a credere che qualcuno potesse dire qualcosa del genere o, peggio, pensarlo veramente. Poi mi ricordai le sue parole: "non sai che cosa ha fatto prima di mettermi al mondo, non sai che cosa mi ha fatto" aveva detto.
Ebbi un sussulto. In quel momento non capii se mi colpissero di più le sue parole su sua madre o l'idea di cosa avesse potuto fargli quella donna per meritarsi tale descrizione.
Lui parve accorgersene, perché mi guardò incerto. «Che c'è?»
Scossi la testa, evitando di parlare per paura che potesse scorgere una nota storta nella mia voce. Purtroppo era bravo a interpretare qualsiasi segno desse informazioni sui miei pensieri.
«Posso farti una domanda sincera?» chiese prendendo a camminare con regolarità e voltandosi ogni tanto a guardarmi, come se non volesse essere guardato mentre parlava. «Sincera nel senso che vorrei una risposta sincera, zero sarcasmo, zero presa in giro...?»
Annuii. Non sai quante domande vorrei farti io. Ma decisi di tacere.
Prese un respiro, era strano vederlo a quel modo, confuso. Non era da lui, per un attimo sembrò normale. «Cosa pensi di me?»
Rimasi un po' colpita da quella domanda. Che cosa voleva sapere di preciso e perché "zero sarcasmo e presa in giro"? Con un pizzico di sarcasmo me ne sarei uscita con facilità, così era troppo difficile. «Che vuoi sapere?» dissi schiarendomi la voce.
«Non lo so» la sua voce continuava a essere stranamente seria. «Ogni tanto lo vedo nei tuoi occhi... c'è curiosità, scherno, sorpresa a volte c'è persino paura. Non riesco a capirlo.»
«Certo non puoi negare che ogni tanto vedere qualcuno che precede le tue mosse e i tuoi pensieri può spaventare un po'.»
Sorrise, come se fosse un po' sollevato dalla mia risposta. Voleva sapere solo in che misura fosse la paura nei miei occhi? «Solo questo ti spaventa?» chiese. Per un attimo la solita luce maliziosa gli balenò negli occhi. «Se per quello potrei smetterla. È divertente vederti nervosa e impacciata, quando te ne accorgi.»
«Quando hai detto paura... Dovrebbe esserci altro?» Chiesi, cercando i suoi occhi con lo sguardo che lui cercava di evitare.
«Tutti abbiamo dentro qualcosa che fa paura.» Rispose semplicemente. «Può fare paura a noi o agli altri. Può essere un nostro comportamento, nostra convinzione, un nostro pensiero, dei ricordi. O il nostro passato.» Sembrava convinto delle parole e sicuro nel pronunciarle. Stava riacquistando sicurezza.
Un'altra allusione al suo passato. Mi ero ripromessa di non fargli domande sul discorso lasciato a metà la settimana prima ma, se avesse continuato con queste allusioni e frecciatine, prima o poi glielo avrei chiesto. «Tu cos'hai dentro, che ti fa paura?»
Fu un attimo quello in cui Tore si fermò, prima di riprendere a camminare. In quell'attimo, avrei giurato, aveva smesso di respirare. L'avevo colto di sorpresa, non si aspettava una simile domanda che a me sembrava quasi obbligata. Il suo sguardo, che cercava di fuggire dal mio, sembrava profondo e perso. Confuso. Aprì la bocca per dire qualcosa, poi la richiuse e ci mise un po' prima di parlare. «Qualsiasi cosa sia, lascio che bruci dentro.» Lo disse lasciandomi intendere che non aveva intenzione di parlarne.
«A volte fa male, lasciare che un dolore bruci dentro.»
«E parli tu?» abbozzò un sorriso. «Non parlavamo di paure?»
«L'uno non esclude l'altra.» Risposi solo, incrociando finalmente i suoi occhi profondi. Rimanemmo così per qualche secondo, in silenzio, a guardarci senza dire una parola. Riuscivo a sentire quel suono impercettibile che emetteva il suo sguardo magnetico. Qualsiasi cosa fosse talmente calamitato da attrarre il mio sguardo doveva avere un suono impercepibile, perché il silenzio intorno a noi non era nemmeno fastidioso, in quel momento; era come se una dolce musica intonasse una melodia di sottofondo pronta ad accogliere quegli sguardi silenziosi.
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Il Pezzo Mancante
ParanormalGiulia è una normale diciottenne al suo ultimo anno di liceo quando il suo cammino incrocia quello di Salvatore Esposito (Tore), un ragazzo con un fascino da "bad-boy" sexy ma talmente misterioso ed enigmatico da metterle i brividi. Lei lo aveva già...