«Che prendi?» mi chiese quando fummo giunti alla vetrata che mostrava invitanti croissant, ciambelle, sfoglie e biscotti.
«Niente» risposi.
Fece un cenno al ragazzo dietro al bancone. «Due cappuccini»
Il ragazzo col capellino e il grembiule bordeaux alzò un pugno che lasciò sospeso a mezz'aria. «In arrivo, Thor.»
Thor? Sicuramente uno storpiamento di Tore. Allora non mi aveva mentito, frequentava davvero molto spesso quel posto.
Tore colpì il pugno col suo. «Grazie, Diesel.»
Lo guardai curiosa. «Vecchio compagno di banco» rispose Tore al mio sguardo interrogatorio.
«Lui» continuò quello che aveva chiamato Diesel, asciugando due tazze bianche. «è il miglior compagno di banco, credimi»
«Dopo di te!» Rispose Tore.
«La sua ragazza?» fece Diesel allungando una mano.
La strinsi. «No. Veramente sono la sua compagna di banco.»
«Ah» fece. «Mi hai rimpiazzato?»
Tore scrollò le spalle. «Tu sei passato alle serali.»
«Comunque puoi chiamarmi benissimo così, se vuoi.» disse il ragazzo, rivolgendosi a me.
«Giulia» risposi. «Perché Diesel?»
Tore rise. «Ci sono due versioni» iniziò. «La prima è quella che dice che nessuno ricordava mai il nome dello sfigatello qui di fronte che indossava sempre felpe Diesel.» si fermò.
«La seconda?» lo incalzai.
Risero entrambi, Diesel ci presentò due tazze calde e Tore bevve un sorso dalla sua. «Meglio se non la sai» disse.
Bevvi anch'io il mio cappuccino che mi bruciò la lingua e il palato, per quanto era caldo.
Presi gli spiccioli che avevo in tasca per metterli sul bancone. Sapevo quanto venisse perché facevo anch'io spesso colazione lì. Tore mi fermò la mano, abbassandola. «Ti ho detto che pago io.» si rivolse a Diesel. «Metti sul conto, D?»
Il ragazzo annuì. «Se continuiamo così a furia di cappuccini il tuo conto supera i cinquanta dell'ultima volta.»
Tore infilò la mano nella tasca posteriore dei Jeans ed estrasse il portafogli. Quando lo richiuse, lasciò cinquanta euro all'amico. «Il resto per il prossimo conto.»
Fuori dal bar, Tore mi stava dietro. «Dove vai?» mi raggiunse.
«A casa e poi a scuola» risposi senza voltarmi.
«Vuoi restare distesa sul marciapiede ancora un po'?» chiese. «Dai, ti accompagno.»
«Non c'è bisogno» ripetei.
Rise. «Sbaglio o non vuoi che ti riaccompagni? Cos'è, hai paura che sappia dove abiti?»
Perché il modo in cui lo disse mi fece venire brividi freddi?
«Figurati se ho paura di te»
Mi guardò divertito, con un mezzo sorriso che non celava l'aria di sfida. «Allora andiamo.»
«Non c'è bisogno sul serio» insistei, «casa mia è a due passi.»
Scrollò le spalle. Di nuovo. «Come vuoi» premette il pulsante sul telecomando della macchina per togliere la sicura e aprì lo sportello. «Ci vediamo a scuola.» richiuse la portiera e mise in moto.
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Il Pezzo Mancante
ParanormalGiulia è una normale diciottenne al suo ultimo anno di liceo quando il suo cammino incrocia quello di Salvatore Esposito (Tore), un ragazzo con un fascino da "bad-boy" sexy ma talmente misterioso ed enigmatico da metterle i brividi. Lei lo aveva già...