Lizzie non potrebbe sentirsi più fuori posto di così. Si trova in una scuola a Los Angeles, è la ragazza nuova e in più pare essere diventata la cocca dei prof. Ha contro tutte le ragazze più popolari della scuola, perché in più pare attrarre i raga...
Oggi è il 22 febbraio, ed è il mio compleanno. Oggi è domenica, per cui ho il giorno libero per festeggiare in serenità il mio compleanno. Compio 19 anni, diamine!
Ho invitato tutta la gang delle ragazze per un pre-festa, ma prima viene mia sorella, ho bisogno di stare da sola con lei. In fin dei conti, è da tanto che non passiamo del tempo dedicato solo a noi due.
Suona il campanello.
<Arrivo!> dico, correndo giù per le scale. Apro la porta. Non è Sophie. Panico! Panico! Panico!
Calma, è Jonah.
<Per te> dice, porgendomi un mazzo di rose viola.
<Grazie! Sono bellissime e anche le mie preferite, come lo sai?> gli chiedo, assaporando il profumo che ne proviene.
<Ho cercato delle informazioni sul tuo personaggio preferito, in quella serie, ah sì, Roswell, Isabel Evans le adora, e lo dice nella puntata Surprise, stagione due disco uno. Vedi che me lo ricordo? E in più, il viola è già il tuo colore preferito, perciò...> dice.
<...è una win-win per entrambi! Grazie, davvero, non dovevi> dico, correndo ad abbracciarlo.
<La mia ragazza non compie 19 anni tutti i giorni, o sbaglio?! Te lo meriti, amore, davvero.> dice, baciandomi tra i capelli.
<Sì, ok vabbé. Non farmici pensare che sennò mi sento vecchia. Scusa il disordine ma aspettavo mia sorella e mi aveva chiesto di cercarle un paio di cose...e scusa anche il mio outfit al limite del decente, devo cambiarmi per la festa...> dico.
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<Maddai che stai benissimo!> dice, ridendo.
<Non è vero, scemo!> dico, tirandogli una finta pacca sulla spalla. <ora vai, che se mia sorella ti trova qua ti castra, è in Stylist mode, odia chiunque la distragga o distragga la sua "cliente", ci vediamo dopo, amore.> dico, cercando celatamente di spingerlo fuori di casa.
<A dopo.> dice, uscendo.
Passano 15 minuti
Suona di nuovo il campanello.
<Arrivo!> dico, di nuovo.
Apro, e stavolta è Sophie.
<Alla buon ora! Quanto c'hai messo?!> dico, chiudendole dietro la porta.
<Sorry, sore, ma mi sono fermata a prenderti una cosa...> dice, tirando fuori questo:
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