At the hospital...

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ST. MICHAEL'S HOSPITAL- 02.00 A.M.- SUNDAY 20th NOVEMBER-L.A.

Siamo arrivati in ospedale da almeno quattro ore e non abbiamo ancora notizie di Jonah. Sono preoccupata, molto. Corbyn e le ragazze dormono, mentre Daniel sta come me in ansia e non riesce a dormire.

<Lizzie, tutto bene? Non riesci a dormire nemmeno tu, vero?> mi chiede. Lui è il migliore amico di Jonah, per cui è preoccupato almeno quanto me, se non di più.

<Sìsi, tutto bene, tranne che il mio ragazzo è in ospedale per colpa mia!> urlo. Poi di colpo mi metto a piangere. Jonah non sarebbe in ospedale se avessi dato retta a Liam, se non avesse avuto la scusa per tendermi e tenderci una trappola alla festa di Jonah. Jonah è in ospedale ed è tutta colpa mia!

<Shh, non è colpa tua, non potevi saperlo, shh, sfogati, su, così ti rilassi un po dopo> mi dice Daniel, mentre io mi accascio sulla sedia della sala d'aspetto con la testa sulla sua spalla.

<Daniel, Jonah è in ospedale ed è tutta colpa mia, questa è la verità e la realtà dei fatti, ecco cos'è!> dico, e poi torno a piangere. Il trucco che solo circa dodici ore prima mi ero messa a sistemare per bene, ora mi cola sulle guance in rivoli scuri. Non me ne importa nulla. Potrei anche sembrare uno zombie e non me ne importerebbe, ciò che mi importa di più ora è che Jonah stia bene. Piango un altro poco, bagnando di trucco liquido la spalla della maglia di Daniel, senza volerlo.

<Scusa, domani mi dai la maglia e te la lavo come si deve> dico, indicando la grossa macchia umida e scura dove avevo appoggiato la testa.

<Stai tranquilla, non importa. Ne ho troppe a casa di maglie bagnate di lacrime miste a trucco a causa di mia sorella, per cui ci sono abituato. Non importa, davvero> mi dice. Sono curiosa di conoscere sua sorella, sembra una tipa molto simile a me.

<Me la farai conoscere, allora, tua sorella, vero? Sembriamo molto simili nello sfruttare, lei il fratello, io l'amico, come spalla sulla quale piangere> dico, ridendo un poco, anche in questa situazione tragica, sotto la coltre di lacrime asciutte sul mio viso.

<Certo, appena passa in città te la faccio conoscere di sicuro! Penso sarebbe entusiasta di conoscerti> mi dice.

<Come mai?> gli chiedo.

<Noi le abbiamo parlato molto di te, e, ecco...le stai simpatica> mi dice, non sembra convinto. Boh, ok.

<Oh...ok. Comunque, riposati ora, sto io sveglia> gli dico

<Va bene, svegliami poi che ti do il cambio> mi dice, premuroso.

<Certo, lo farò> gli dico.

Passa un quarto d'ora circa che vedo uscire un'infermiera dalla stanza di Jonah, che mi fa cenno, essendo che sono l'unica sveglia del gruppo, a seguirla.

<Si è svegliato, pensavo lo avresti voluto vedere...> mi dice.

<Grazie, grazie. Non rimarrò molto, comunque, c'è il migliore amico i lui che vuole darmi il cambio> le dico.

<Ah ok, ma venite singoli, non va bene che abbia troppa gente attorno, non ancora> mi dice.

<Ma ha perso la memoria? C'è da preoccuparsi?!> le chiedo, disperata e sull'orlo del pianto.

<Nono, non rischia la perdita di memoria, no. Non ha perso così tanto sangue e il colpo non è stato così forte, anche perché qualcuno gli ha messo una felpa sotto la testa, per cui il sangue ha smesso rapidamente di uscire. Chi di voi lo ha fatto?> mi dice. Mentre parla, il mio cervello prende un sospiro di sollievo, Jonah sta bene, deve solo riposarsi.

<Io sono stata. Lo sapevo da un'altra esperienza avvenuta questa volta a mio fratello. Tutto ciò che mi è bastato è stato rivedere la stessa scena con mio fratello e ho ripassato tutto ciò che so di aver fatto quella volta, nulla di così esaltante, dunque> le dico. Ripensare a mio fratello fa male, perché è morto due anni fa, a causa di quell'incidente. Quando ho visto Jonah a terra non ho più ragionato, sono partita subito in azione. Avevo paura accadesse una seconda volta, ma per fortuna Jonah è fuori pericolo.

<Brava, se non lo avesse fatto il ragazzo avrebbe rischiato DAVVERO di perdere la memoria, ma grazie al suo gesto istintivo, non rischia altro che una cicatrice sulla nuca e nient'altro. Lo ha salvato dal peggio, signorina> mi dice. Comunque sia, io non riesco a smettere di pensare che sia tutta colpa mia.

<Grazie, non serve, non è nulla di che. Vado da lui, ora> le dico, devo stargli vicino, ho bisogno di vederlo. Non posso stargli lontano.

<Sì, certo, scusi se la ho trattenuta. Vada vada.> mi dice, allontanandosi.

Entro nella stanza. La camera è vuota, bianca, senza colore, senza vita. Come fa qualcuno a desiderare di lavorare in un posto del genere? Mi avvicino al letto. Sembra così fragile, adesso, e non il ragazzo forte che ho conosciuto. Non per questo non provo più gli stessi sentimenti, sia chiaro, lo amo ancora, tanto anche.

<Hey, Jonah, amore, shh> gli dico, avvicinandomi.

<Lizzie, sei qui! Gli altri...la festa...che è successo di preciso? So che Liam mi ha tirato una serie di pugni forti per cui dopo sono caduto a terra, ma il resto non lo so...> mi dice, sembra teso.

<Non è successo nulla, non più di tanto. Abbiamo solo sistemato Liam e Cassandra per un po e ti abbiamo portato in ospedale in ambulanza. Ma ora è tutto ok. Daniel, Corbyn e le ragazze sono qui per farti compagnia. Io sono qui. Non me ne andrò così facilmente dalla tua memoria, Marais, credimi.> dico, ridendo e facendo ridere anche lui, guardandoci negli occhi come degli scemi.

<Kendrick, non ti dimenticherò perché non ti darò motivo di dovertene andare> mi dice, tirandosi su piano e abbracciandomi.

<Non me ne andrò, stanne certo, Marais!> rido. Mi siedo accanto a lui sul letto, e lui mi fa cenno di sdraiarmi. Accetto, un po titubante. Mi sdraio appoggiando la mia testa sul suo petto e lui mi abbraccia, dolcemente, piano. Rimaniamo lì così, per molto tempo. Noi non ci lasceremo mai, mai e poi mai. Noi ci amiamo, questo è tutto ciò che ci importa al mondo.

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Come vi pare stia andando? Jonah e Lizzie supereranno anche questo ostacolo o Cassandra e Liam torneranno a dare problemi? Mettete stelline e commentate, mi raccomando!

Ora sparisco, bye.


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