1. BUGIE

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Stiles' point of view

Il mio sonno pesante venne interrotto dalla stupida suoneria del cellulare.
Aprii e richiusi gli occhi un paio di volte, prima di abituarmi alla forte luce della televisione. Ero sdraiato su quel divano da praticamente tutto il pomeriggio, approfittando degli straordinari che faceva mio padre per pagare tutte le visite di Eichen House.

Il telefono smise di squillare ed io tirai un sospiro di sollievo. Avevo la faccia schiacciata contro i cuscini del divano e un mal di testa terribile. Tastai con la mano destra il tappeto morbido e cosparso di briciole di patatine, alla ricerca del cellulare perduto. Feci cadere a terra le bottiglie di birra vuote, che tintinnarono sul legno del pavimento producendo rumori fastidiosi per le mie orecchie sensibili.

Alla fine riuscii a trovare lo smartphone e lo accesi. La luminosità era al massimo e richiusi subito le palpebre, acciecato dalla luce improvvisa. Abbassai la luminosità e lessi l'ora. Erano le undici di sera e avevo cinque chiamate perse da Scott.

Probabilmente in una città diversa da quella le avrei ignorate aspettando di rivederlo quattro giorni dopo a scuola, ma chi lo sa, magari la sua casa era stata invasa da tanti piccoli coniglietti mannari assetati di sangue. "Stiles mi spieghi cosa stai facendo? Ti ho chiamato mille volte e... cos'è questa musica?"

Sbarrai gli occhi e cominciai a cercare il telecomando per tutta la casa, anche se ormai sapevo di essere spacciato. La sigla di Friends è inconfondibile. "Stai riguardando Friends?! Non sarà mica la quinta volta questa?" In realtà era la sesta, ma pensai sarebbe stato meglio lasciarlo convinto. "Ma che dici Scott!"

Alla fine mi arresi e spensi la televisione dal tasto sotto lo schermo. "Ti prego dimmi che non hai passato un'altra giornata a ubriacarti, guardando sitcom degli anni novanta e mangiando patatine alla paprika." Come colto da un riflesso, cercai di mettere a posto il salotto sparso di briciole e bottiglie vuote. Possibilmente prima dell'arrivo di mio padre.

"Cosa vai a pensare? Ho studiato biologia, mangiato una sana insalata, fatto una lunga doccia-"

"Sarai bravo a mentire, ma al telefono proprio non ci riesci."

Sbuffai e caddi di nuovo a peso morto sul divano. Da quando Jane se ne era andata era sempre la stessa storia.
Mi svegliavo, mangiavo, mi riaddormentavo, fino a ricominciare il ciclo da capo. Probabilmente in quelle settimane avevo dormito più di quanto avessi fatto in quattro mesi.

"Per caso hai sentito Derek in questi giorni?" Mi trattenni dal mettermi a ridere e misi una mano sulla bocca. "Scott, onestamente sono sollevato del fatto che se ne sia andato. Lo odio."

"No Stiles, l'unico tuo problema è stato vederlo mentre abbracciava Jane prima che partisse." Alzai gli occhi al cielo e cercai di infilarmi la prima maglietta che avevo trovato in giro per la casa, senza riattaccare per sbaglio. "Non mi hai ancora spiegato cosa è successo di così terribile da farvi lasciare."

"Quante volte te lo devo ripetere? Le ho detto di andarsene via da qui e per convincerla l'ho lasciata."

"Sento puzza di bugie."
Sbuffai per l'ennesima volta e afferrai le chiavi di casa. "Allora apri le finestre." Dissi con tono brusco, prima di riattaccargli in faccia. Uscii dalla porta d'ingresso e mi misi le mani nelle tasche dei jeans. Avevo ancora una nausea terribile e pensai che uscire per prendere un po' d'aria, sarebbe stato il minimo per cercare di stare meglio.

Sentivo un peso sullo stomaco, ma di sicuro non era per colpa dell'alcool. Stavo così più o meno da quando la mia migliore amica era morta e l'amore della mia vita si era trasferito in un'altra città.
Magari potevo sembrare esagerato, ma pensavo davvero di poter costruire qualcosa di grande con Jane, era semplicemente perfetta e sembrava fatta apposta per me. Con lei stavo bene, le dicevo tutto ed ogni volta che la baciavo era come farlo per la prima volta.

𝓗𝓲𝓼 𝓕𝓪𝓾𝓵𝓽 //𝓢𝓽𝓲𝓵𝓮𝓼 𝓢𝓽𝓲𝓵𝓲𝓷𝓼𝓴𝓲Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora