27.

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Sbatto le palpebre più volte, per poi mettere a fuoco delle pareti bianche. Una piccola tv, posizionata in alto, proietta il telegiornale. Il sole illumina la stanza, disegnando le ombre della tenda, su metà parete. L'odore di alcool, mi riempie le narici, dandomi la conferma di essere in ospedale.

"Piccola mia" sussurra una voce di fianco a me. È quella di mia madre. La sua mano stringe la mia, con una forza che mi fa capire quanto abbia avuto paura di perdermi in questi giorni. I suoi capelli sono raccolti in una coda di cavallo, disordinata. I suoi occhi sono gonfi e il suo naso è leggermente rosso, come se avesse pianto da poco. Le sue mani sempre calde e curate. Ho piacere di ritrovarla allo stesso modo di come l'avevo lasciata. O almeno quasi.

"Mamma" sussurro. Non ho voce, la gola brucia.

"Shh" mi blocca mia madre "Non sforzarti, non ti fa bene. Stai tranquilla, va tutto bene ora".

"Cosa è successo?" chiedo, per poi fare una smorfia di dolore.

"Non è il momento di parlarne adesso. Devi riposare un altro po" mormora accarezzandomi i capelli "Ma addormentati con il pensiero che sei al sicuro". Sono le ultime parole che ascolto, prima di cadere in un sonno profondo.


"Non si agiti signora. E' normale che dorma così tanto, ha subito un intervento molto lungo" dice qualcuno che non riesco a vedere. Con estrema calma, apro gli occhi, sbattendo leggermente le palpebre, per abituarmi alla luce più intesa di com'era prima.

"Amy" afferma mia madre, tornando a stringere la mia mano più forte.

"Ben svegliata dormigliona" sorride un infermiera. Le regalo un mezzo sorriso. "Hai dormito per ben dodici ore. Te ne restano altre dodici per finire la giornata" scoppia a ridere "E se domani ti sentirai meglio, potrai tornare a casa nel pomeriggio. Sempre che il dottore acconsenta".

Troppe informazioni, in meno di un minuto. La testa mi scoppia e vorrei solo tornare a dormire.

"Grazie"sussurro "Posso avere qualcosa per la testa?" chiedo all'infermiera davanti al mio letto.

"Vado a cercare il dottore e potrai chiedere quel che vuoi" mi risponde quest'ultima.

Mia madre annuisce e poi si gira verso di me. "Come stai?" mi domanda.

Mi sento frastornata, come se fossi stata chiusa tutto questo tempo in una bolla, che improvvisamente è scoppiata. Non so cosa sia successo, come abbiano fatto a trovarmi, come io sia ancora viva se l'ultimo ricordo che ho è una pistola puntata in testa. La risposta esatta sarebbe 'una merda', ma nonostante ciò, rispondo: "Bene mamma, tranquilla. Cosa è successo?"

"Ti spiegherò tutto più tardi. Adesso pensa solo che va tutto bene" mormora guardandomi negli occhi. Occhi che mi trasmettono tutta la sicurezza di cui ne ho bisogno.

Ma prima che io possa rispondere, bussano alla porta e senza aspettare risposta, viene aperta. Entra un dottore: ha gli occhiali e i capelli scuri, la barba lunga ma curata, con in mano una cartella medica.

"Ben svegliata Amy" mi dice " Io sono il dottor Big. Come ti senti?".

"Un po' frastornata, ma bene" sussurro.

Lui mi regala un sorriso e poi afferma:"Mi raccomando di non sforzare troppo le tue corde vocali. Sono la parte più fragile del tuo corpo in questo momento. Possiamo chiederle di uscire per visitare sua figlia?" domanda poi riferendosi a mia madre, la quale si alza ed esce.

"Può tornare a casa anche stasera stessa se te la senti" afferma il dottore dopo avermi visitato "L'unica cosa fragile che possiedi in questo momento sono le tue corde vocali, ma si riprenderanno solo con il tempo e con un po' di riposo. Dovrai fare un po' fisioterapia alla tua gamba, che ha subito un piccolo intervento per via della botta presa, ma tornerà come prima".

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