24.

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"Così fu quell'amore dal mancato finale, così splendido e vero da potervi ingannare."



È notte fonda quando sbarro gli occhi per l'ennesimo calcio che mi arriva. Alzo il busto e cerco di mettere a fuoco ciò che mi circonda, e quando capisco che Cole sta facendo uno dei suoi incubi, mi sbrigo ad accendere la bajour, posizionata sul comodino.

Cole continua a sussurrare cose incomprensibili e il suo respiro è troppo veloce. È tutto sudato quindi lo spoglio dalla coperta che lo avvolge ed appoggio una mano sulla sua fronte, inserendo l'altra nei suoi capelli.

"Ehi" sussurro al suo orecchio, scuotendolo leggermente.

Gira di scatto la testa verso di me, ma non si sveglia. "Cole" sussurro "Svegliati".

"Ti prego" riesco a comprendere. Lo scuoto con più forza. "No" mormora.

"Cole" dico, alzando un po' di più la voce e mettendomi sopra di lui. "Devi svegliarti".

Di scatto alza il busto e per poco le nostre teste non si scontrano. Le sue mani tramano e prima che il suo sguardo si posi su di me, perlustra la stanza.

"È tutto okay" sussurro girandogli la faccia verso la mia direzione "Era solo un sogno". Stringe i miei fianchi come se volesse accettarsi che io esista davvero.

Annuisce, facendo un respiro profondo. "Stai bene? Vuoi dell'acqua?" chiedo. Annuisce. "Adesso torno" lascio un bacio sulle sue labbra e mi dirigo in cucina per prendere un bicchiere d'acqua.

"Tieni" sussurro una volta tornata in stanza.
"Grazie" risponde e lo manda giù in un solo sorso.

Cerco il suo sguardo ma ho come l'impressione che lo stia evitando, per questo racchiudo il suo volto tra le mie mani, alzandolo verso di me e dico:"Tranquillo, è passato".

Accenna un sorriso, ma lo conosco, so che c'è qualcosa che non va, che non vuole dirmi. "Mi dispiace di averti svegliato. Torniamo a dormire".

Corrugo le sopracciglia per l'atteggiamento che sta avendo, ma non faccio domande. Mi sdraio e lui appoggia la testa sul mio petto, intreccia la sua mano con la mia, e con poca tranquillità chiudo gli occhi.




La luce del giorno irrompe prepotentemente nella stanza, costringendomi ad aprire gli occhi.
Ho il corpo indolenzito e la bocca più amara del solito.

Guardo il lato di Cole e mi accorgo di essere sola nel letto; corrugando le sopracciglia mi alzo, per andare a cercarlo. Lo trovo in cucina ai fornelli, indossa solo i pantaloni della tuta grigia e i muscoli della sua schiena sono maledettamente irresistibili.

Poi si gira e si accorge di me. I suoi occhi incrociano i miei, la sua mano destra è occupata dalla padella, mentre la sinistra da una forchetta. I suoi capelli legati con un elastico, in uno strano ciuffo.

"Buongiorno" dico sorridendo.

"Buongiorno. Ho preparato delle uova, il bacon si sta cuocendo" risponde con tono nervoso.

"Grazie..Tutto bene?"chiedo sedendomi su uno sgabello, non capendo per quale motivo sia così agitato.

"Ho bisogno di parlarti Amy"

Ed eccola, la sento quella strana sensazione che si fa strada in me. Il sesto senso delle donne, si dice che non sbaglia mai, ma io spero che questa volta lo faccia: che sbagli e che la sensazione che avverto sia solo la paura di rimanere sola.

"Di cosa?" domando nervosa, portandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

Lui fa un respiro profondo. "Prima facciamo colazione. Il bacon è pronto".

"Non me ne frega un cazzo di fare colazione"rispondo acidamente "Voglio sapere di cosa mi devi parlare".

Dopo aver posato la padella con il bacon all'interno, vicino a quella con l'uovo, si siede accanto a me. Poi si gira verso di me: ha gli occhi lucidi.

"Non posso più stare con te Amy". Lo dice con una tale calma e con sguardo fermo, mentre il mio, insieme al mio cuore, vacilla. "Cosa?" sussurro.

"Hai capito bene Amy. E' finita" continua. E' come se mi stesse conficcando miriadi di coltelli nel petto, come se ciò che avessimo costruito, non sia servito a nulla: fidarmi, aprirmi. Le lacrime sono lì per uscire e non so per quanto tempo io riesca a trattenerle.

"Dimmi il motivo per cui mi stai lasciando" dico guardandolo negli occhi.

"Ho capito -" comincia ma io lo fermo "Quando hai capito".

"Ieri sera, mentre tu ballavi per gli altri e una ragazza ballava per me, che non sono fatto per te. La desideravo. Tu non mi basti Amy"afferma.

Corrugo le sopracciglia e scuoto la testa. "Quindi fammi capire, ieri se avessimo scopato, avresti pensato a lei?"

"Si"risponde "Come lei, altre. Ho capito che non voglio una relazione stabile. Mi sento in gabbia. Non è da me. Ci ho provato, ma non ci sono riuscito". Le lacrime non riesco più a trattenerle e scivolano calde sulle mie guance.

La mano parte senza che io possa fermarla e va a finire dritta sulla sua guancia. Il suono dello schiaffo mi rimbomba in testa. "Mi fai schifo".

"Ti chiedo di andartene" continua lui, portandosi poi la mano sulla guancia.

"Non c'è bisogno che tu me lo chieda. Lo faccio io, di mia spontanea volontà"dico, bloccandomi per un singhiozzo "Mi hai fatto credere in una storia di cui già conoscevi il finale. Non ti voglio più vedere". Spingo le due pentole per terra, spaccandone una e sporcando a terra.

Mi alzo furiosa e mi dirigo in camera per prendere le mie cose. Lui non mi segue.

Il mio corpo è percosso da singhiozzi e solo quando mi piego per allacciare le scarpe mi accorgo di star tremando. Tiro su con il naso e porto le mani tra i miei capelli, chiudo gli occhi e inizio a dondolare. I ricordi mi innondano la testa senza che io possa fermarli. Le parole dette, le promesse infrante, gli sguardi. Il mio amore non confessato.

Il dolore che ti lascia senza respiro. Più penso al fatto che non vivrò più la sua persona, che non godrò del suo dolce tocco, dei suoi baci, degli abbracci, e più sto male. Un altro uomo che se ne va dalla mia vita.

Sono una stupida: pensavo di aver capito la lezione con mio padre e poi con Cameron. Ma ancora una volta mi sono resa conto di essere succube dell'amore. Che ho bisogno di riceverne e di donarlo.

Apro gli occhi e finisco di allacciarmi le scarpe. Poi mi alzo e mi dirigo fuori dalla porta della camera di Cole. Lui è ancora sullo sgabello con lo sguardo basso, ma alza gli occhi su di me quando passo ed io mi fermo a guardarlo per l'ultima volta. I suoi occhi vagano su tutta me.

"Mi dispiace" sussurra.

Scoppio a ridere, per poi serrare le labbra piangendo ancora e ancora. "Anche a me, perché ero convita di aver trovato l'eccezione in una vita di uomini deludenti. Di poter essere amata e di amare, perché so di saperlo fare. Volevo averti per tutta la vita Cole, ma grazie per avermi confermato che ero solo una cogliona nel desiderarlo" chiudo gli occhi, mentre le lacrime continuano a scorrere e la testa scoppiare "Buona vita Cole Smith".

Mi avvio alla porta e prima di chiuderla alle mie spalle, mi giro per guardarlo un ultima volta.E' proprio più forte di me.

Ha la mandibola serrata e gli occhi rossi. Scuoto la testa e chiudo per sempre la sua porta alle mie spalle.

Mi dirigo verso la macchina e nel mentre sento il suono di piatti e bicchieri frantumarsi. Improvvisamente, sulla mia bocca viene messo un fazzoletto di stoffa con un odore amaro che riempie le mie radici. Mi dimeno ma non riesco a prendere nessuno e cerco di urlare ma nessuno mi sente.

Dal finestrino intravedo un uomo incappucciato ed è l'ultima cosa su cui i miei occhi posano lo sguardo, prima di perdere i sensi.

Eternamente noiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora