25.

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Apro gli occhi e mi porto una mano sulla testa. Vedo sfocato ed è tutto buio. Appena i miei occhi si abituato all'oscurità che mi circonda, capisco di essere in una cantina sotterranea. Voglio alzarmi, ma mi accorgo che il mio corpo è legato da una corda. Una corda molto stretta che mi sta facendo male. La mia bocca è imbavagliata e ho la gola secca.

Cerco di liberarmi, ma senza successo e smetto di provarci quando avverto dei rumori provenire dal piano di sopra. Due secondi dopo, la luce davanti all'entrata della cantina si accende e i rumori si fanno più vicini. Sento voci maschili, profonde, ma non ne riesco a scandire le parole.

I passi e le loro voci si fanno sempre più vicine, e la luce improvvisamente illumina la stanza in cui mi trovo. Strizzo gli occhi per il fastidio e poi cerco di mettere a fuoco i loro volti, ma li hanno tutti coperti dal passamontagna, come l'uomo che mi ha rapita. Mi circondano e mentre alcuni passano, mettendosi dietro di me, conto sei persone e tra questi credo ci sia una donna, per la sua statura minuta rispetto agli altri e i capelli lunghi che fuoriescono dal tessuto che copre il suo volto.

Un uomo si avvicina lentamente verso di me e la prima lacrima che mi scende urla paura. Non capisco per quale motivo io mi trovi qui, ne chi siano queste persone, ne cosa vogliono farne di me. So solo che ho paura e che è una paura di cui ho già assaporato i dettagli, durante la mia infanzia.. Con mio padre.

L'uomo che si è avvicinato a me, si piega all'altezza del mio orecchio e il suo odore mi riempie le narici: tabacco e alcool uniti.

"E' di tuo gradimento la location?" mi sussurra all'orecchio. Rimango in silenzio e fisso il mio sguardo dritta davanti a me. Non appena percepisco le sue dita sulla mia testa, chiuso gli occhi e serro la mandibola, ma l'unica cosa che fa è togliermi la stoffa sulle mie labbra.

"Cosa volete?" chiedo, guardando i tre corpi davanti ai miei occhi.

"Farti capire qual'è il tuo posto" risponde uno di loro, posizionato dietro di me.

"Sicuramente non in questa lurida baracca e con dei schifosi animali come voi" dico, per poi sputare per terra ai piedi di uno di loro.

L'individuo dietro di me, prende bruscamente una ciocca dei miei capelli tirandomi la testa indietro. Gemo per il dolore e cerco di liberarmi.

"Incredibile come anche in una situazione del genere, tu riesca ad essere sfacciata" dice poi colui che mi tiene per i capelli.

"Che cazzo volete me lo potete spiegare" urlo. Il signore dietro di me, alza la mano in aria, ma prima che la sua mano tocchi la mia guancia, una voce autoritaria lo ferma. Voce che conosco fin troppo bene.

"Non erano questi i piani Ron. Ritorna alla tua postazione". L'individuo dietro di me li lascia andare, non prima di avermi spinto bruscamente la testa in avanti. Non sanno che ero abituata a peggio.

Scoppio a ridere, per aver riconosciuto la voce che ha fermato Ron.

"Ma davvero?" guardo l'uomo posizionato davanti a me "Poco furbo Cameron e sopratutto, scontato".

"Non credo tu possa parlare di ciò che vuoi e quanto vuoi Amy. Chiudi quella bocca, che dovresti utilizzare per soddisfare sessualmente". Qualcuno di loro ride.

"Liberami e ti dimostro come sono brava nel farlo stronzo" ringhio cercando di slegarmi.

"Oh me lo ricordo bene cara Amy" afferma avvicinando il suo viso all'altezza del mio"Ma si, devo dire che la tentazione di riaverti lì sotto accucciata è tanta, ma per ora ne farò a meno".

"Ne farai a meno per sempre e sai perché?" sussurro "perchè sei un essere viscido e si rifiuterebbe per sino un animale nel toccarti". Lo sputo li arriva dritto in faccia.

Eternamente noiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora