Diciassette

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Ginevra's Pov

La partita era già iniziata, e per quanto avevo provato a non preoccuparmi per Victor, il mio cuore aveva vinto, così mi rivolsi verso Mark.

<Non riusciranno mai a batterli! Sono incredibilmente forti! I ragazzi si farebbero solo del male, e tutti gli avversari potrebbero accanirsi contro Victor per averli traditi>

Non ricevetti alcuna risposta da Mark, così guardai Jude, che intanto era riuscito a liberarsi, ma anche lui non mi degnò di un'occhiata.

L'unica che sembrava capire il mio umore era Margaret, che alla fine del primo tempo mi portò in quello squallido bagno.

<Sei strana... è successo qualcosa?> mi chiese.
<C-cosa stai dicendo?>
<Gin, non mentirmi, voglio la verità>
<È tutta colpa di Victor...>

Le raccontai tutto.

<Oh, Gin...>

Mi abbracciò.

<Ti eri innamorata di lui, non è vero?> chiese.
<Sono una stupida...>
<No... sei fortissima invece, la persona più forte che conosca>
<Ti sbagli, Meg, perché se no non sarei in questo orrendo bagno a piangere, non cercherei di cambiare discorso appena qualcuno parla di mia madre, e in questo momento sarei in quella stupida cabina dove sta mio padre a cercare di farlo ragionare e fargli capire che tutto ciò in cui crede è una stronzata>
<A fine partita andrai a parlargli, ora però dobbiamo andare>

Il secondo tempo era già iniziato.

I nostri avversari continuavano con quel gioco falloso, così non aspettai la fine della partita per parlare con mio padre.

Mi alzai dalla panchina, ma Jude mi afferrò da un braccio.

Anche Caleb era in piedi, pronto ad acchiapparmi in caso dovessi scappare.

<Non puoi andare> mi disse il padre di Meg.
<Lasciami, adesso!> sobillai.

Jude, come gli altri adulti, sembrò aver visto un fantasma, così riuscii a liberarmi dalla sua presa e correre da mio padre.

Entrai nella stanza da cui guardava la partita.

<Sapevo saresti venuta> disse senza togliere gli occhi dal campo.
<Ferma tutto questo, ti prego>
<Non posso>
<Sei tu il capo di questo posto! Si che puoi!>
<Allora non voglio>

I nervi mi salirono alle stelle.

Vidi però l'espressione calma di mio padre trasformarsi in un'espressione sorpresa.

Gli ex membri dell'Inazuma Japan erano entrati a dare una mano alla squadra.

<Guarda papà! Hanno dovuto sostituire i giocatori perché li hanno praticamente uccisi di pallonate!>
<Tu guarda>

Mi afferrò dal polso e mi fece sedere sulle sue gambe.

Girai il volto verso di lui.

<Guardami negli occhi e dimmi che non vorresti essere lì! Dimmi che non vorresti aiutarli! Dimmi che odi il calcio!> urlai.
<Io non odio il calcio, Gwen!> sembrava infuriato.

Il mondo sembrò paralizzarsi a quel "Gwen". Erano passati cinque anni da quando mi chiamava così, da quando... oggi erano esattamente cinque anni.

I miei occhi si inondarono di lacrime.

<Oggi sono cinque anni, vero?> chiesi con la voce rotta dal pianto.

Mio padre mi strinse a se, finché non riuscii a calmarmi.

<Cosa pensi direbbe la mamma se fosse qui? Cosa direbbe del Quinto Settore?> chiesi.
<È ora che tu sappia la verità, ma non devi parlarne assolutamente con nessuno>

Annuii.

<Gwen, sto cercando di distruggere il Quinto Settore dall'interno>
<Davvero?> chiesi, mentre un sorriso mi si stampava sul volto.
<Si>
<Perché non me l'hai detto prima?>
<Era un fardello troppo duro>
<Quale? Fingere? Mentire?>
<Farsi odiare da tutti, Gin. Ora dovresti tornare dai tuoi amici, hanno bisogno di te>
<Ti voglio bene, papà...>

Just you and I ~sequel~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora