Diciotto

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Ginevra's Pov

Eravamo tornati da un po' di tempo dall'isola, i ragazzi avevano vinto la partita dei quarti di finale, eravamo così prossimi alla semifinale contro l'Istituto Galattico.

La mia tecnica di evitare Victor stava risultando efficace, arrivavo agli allenamenti quando erano già iniziati e me ne andavo prima che finissero, durante le lezioni invece mi sedevo accanto a Margaret, mentre il problema lo avevo quando eravamo a casa visto che dovevamo dividere la stessa stanza.

<Quanto ancora continuerai così?> mi chiese Meg.
<Per tutta la vita, credo> risposi continuando a scorrere la home di Instagram.
<Dovresti ascoltarlo, Gin>
<Adesso stai dalla sua parte?>
<Dico solo che magari provava veramente qualcosa per te... e comunque Veronica pian piano si avvicinerà a lui, e tu cosa farai?>
<Assolutamente un bel niente> risposi.
<Certo, come stai facendo adesso? Sai che me ne sono accorta che posti tutte quelle foto su Instagram solo per infastidirlo?>
<Non è vero... io lo faccio solo perché le foto mi escono bene. Comunque, sai che sono cresciuta tantissimo di follower, like e commenti, hanno addirittura aperto una fan page su di me>

Proprio il giorno prima avevo notato che alcune ragazze avevano creato una fan page su di me, la cosa mi lasciò sorpresa perché io non ero nessuno.

<Si, mi hanno anche taggato in una foto dove siamo insieme> rispose <Ora devo andare, papà ha detto che mi da un passaggio in macchina. Ci vediamo domani>
<Si, ciao>

Margaret mi lasciò un bacio sulla guancia e poi corse via.

Anche io iniziai a camminare verso il cancello, ma la professoressa di matematica mi fermò.

<Ginevra, puoi venire un secondo con me?> chiese.

Annuii e la seguii in un'aula vuota.

<Ah, ecco, cercavo anche te, Victor>

La professoressa fece entrare pure il blu e poi chiuse la porta.

<Ginevra, sei candidata a una borsa di studio> mi disse sorridendo.
<Davvero?> chiesi stupita.
<E io che c'entro?> domandò Victor.
<Aspettate, c'è un problema. Nell'ultima verifica avete fatto gli stessi identici errori, quindi qualcuno di voi ha copiato dall'altro>
<Io non ho copiato da lei!> si affrettò a dire Victor, stessa cosa feci io.
<Si, ma finché non salterà fuori il colpevole tra voi due, Ginevra non potrai prendere la borsa di studio. Perciò visto che non sappiamo chi abbia copiato da chi, starete qui a svolgere degli esercizi extra con me>
<Cosa?!> urlammo entrambi.
<Mi dispiace>

La professoressa ci fece sedere e ci diede degli esercizi, poi ci lasciò per andare in bagno.

<Se hai copiato puoi anche dirlo!> esclamai acida.
<Non ho copiato da te! Semmai, tu hai copiato da me!>

Mi avvicinai a lui.

<Io non ho copiato da te! Sei stato tu, ne sono sicura!>
<Allora ti sbagli! Perché io non ho copiato da te!>

I nostri visi erano a un centimetro di distanza e si stavano avvicinando sempre di più, quando la campanella suonò.

Mi alzai di scatto e corsi fuori da scuola.

Quella sera a casa non degnai Victor di un'occhiata, andai subito a dormire ma sfortunatamente il sonno non mi prendeva.

<Victor, possiamo parlare?> chiese mio nonno entrando in stanza.

Lo sentii sbuffare e poi si alzò.

Curiosa di ciò che dovevano dirsi, li seguii di nascosto.

<Ho saputo che ti sei unito alla squadra di calcio quando io te lo avevo proibito> disse.
<Sai quanto me ne frega di quello che pensi tu?> chiese Victor senza paura.
<Non puoi rivolgerti a me così!> urlò.
<Tu non puoi decidere ciò che devo o non devo fare!>
<Si che posso!>
<Non sei mio padre!>
<Davvero hai creduto alla storia del viaggio? Conoscevo bene i tuoi genitori, così amici di mio padre. Ti avevano affidato a lui quando erano partiti, ma sono morti in un incidente, così mio padre mi pregò di prenderti in affidamento perché lui era troppo anziano. I tuoi genitori sono morti>

In quel momento volevo essere lì con lui. Sapevo cosa si provava, e non lo avrei augurato mai a nessuno.

<Dovevi dirmelo!>
<E avere un altro morto vivente per casa? Dovevo trasformarti in Axel? L'ho fatto per te>
<Ma io avevo il diritto di saperlo!>

Capii che stava uscendo, mi nascosi dietro una colonna.

Victor uscì dallo studio e poi si diresse fuori casa.

<Ginevra, so che sei lì> disse mio nonno.
<Dovevi dirglielo!>

Feci per uscire di casa.

<Non gli correrai dietro come un cagnolino. Non mi interessa ciò che dici Axel sul lasciarti la tua libertà. Sei stata a briglia sciolta per troppo tempo, è arrivato il momento di metterti in riga>
<No!>

Mi divincolai dalla sua presa e corsi fuori.

Sapevo dov'era Victor.

Andai alla Torre Inazuma e lo trovai lì seduto, stava piangendo.

<Victor...>

Si girò verso di me.

<Hai sentito tutto, vero?>
<So come ti senti...>
<Almeno a te lo hanno detto, e avevi ancora un padre. So che Alex Zabel è una maschera, non c'è bisogno che continui questa farsa>
<Come fai saperlo?>
<Dopo essere uscito da scuola ho seguito Arion, stava parlando con tuo padre. Ho visto il suo tiro, l'avrei riconosciuto tra milioni di persone>

Mi avvicinai a lui e lo abbracciai.

<Sfogati, urla, piangi... farà meno male che tenersi tutto dentro>

Sentii le sue lacrime bagnarmi la spalla, e ripensai a quanto piangevo dopo la morte di mia madre.

<La scommessa, era vero l'avevamo fatta, ma poi non c'ho più pensato quando me ne sono andato dall'isola. Non mi sono avvicinato a te perché volevo vincere la scommessa, e non ti volevo neanche lasciare>

I nostri visi erano uno difronte all'altro.

<Mi sono innamorato di te, Ginevra>

Just you and I ~sequel~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora