Trentadue

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Ginevra's Pov

Entrai in camera di Victor lasciando da soli i miei genitori con zia Julia, anche se avevo paura che a breve si generasse la terza guerra mondiale.

<Come mai qui?> chiese il blu con un sopracciglio alzato.
<I miei genitori devono spiegare tutta la verità a nonno> risposi andando a sedermi sul suo letto.

Stava giocando alla play station, così mi porse un joystick.

<Io non so giocare> dissi.
<Imparerai>
<Dai! Ma non possiamo fare altre cose?> chiesi.
<Del tipo?>
<Guardare un film o una serie>

Fece una faccia schifata.

<Te lo scordi> rispose.

Mi spiegò velocemente come usare il joystick e poi iniziammo a giocare a FIFA.

Emma's Pov

<Vostro padre mi odierà...> mormorai.
<Odia tutto il mondo, non è una novità> mi rispose Axel.

Anche Julia, che stava bevendo una tazza di the annuì.

<Mi mettete ansia così> dissi.

Julia si mise accanto a me, prendendo le mie mani tra le sue.

<Vedrai che andrà tutto bene> sorrise.

Carmen non c'era, ma Julia le aveva già detto tutta la verità, quindi Nicholas era ufficialmente l'unico a non saperlo.

La porta si aprì, facendomi girare di scatto, ma non era Nicholas, bensì una ragazzina con dei lunghi capelli rossi.

<Ah giusto, voi non vi conoscete. Emma, lei è la mia figlia adottiva, Carla. Carla, lei è Emma, mia nuora>
<Un attimo, questo non è->

La ragazzina però fu interrotta da un'altra voce.

<Possibile>

Nicholas Blaze era apparso alle spalle di Carla.

Il mio cuore aveva cominciato a battere come un martello, anche se lo davo poco a vedere, quel uomo mi metteva in soggezione.

<Voglio una spiegazione, adesso> sentenziò.

Axel, da che era appoggiato alla parete, si mise accanto a me.

<Te lo spiego io> rispose.
<Andiamo nel mio studio>
<E io?> chiese Carla.
<Vieni, ti spiego tutto io> rispose Julia.

Seguii Axel e suo padre nello studio di quest'ultimo.

<L'incidente c'è stato veramente, ma non sono mai morta, solo ferita gravemente> precedetti Axel.
<Questo non è possibile, io ho visto la tua salma>
<Lo so, sono state altre persone a salvarmi, quelli che noi chiamiamo alieni. Hanno sostituito il mio corpo con quello di un clone e mi hanno portato sul loro pianeta. Avevano già progettato di rapirmi per accertarsi la partecipazione della Terra a un torneo calcistico intergalattico, dove si sarebbero dovute decidere le sorti di tutti i pianeti. La Earth Eleven, la squadra della Terra, ha vinto il torneo, ma tutti i pianeti adesso sono salvi, e io sono qui>

Lo sguardo di Nicholas si rivolse verso Axel.

<Dovevi ascoltarmi quando ti ho detto che il calcio ti avrebbe recato solo danni> disse.
<Di tutto quello che ti ha raccontato tu pensi al calcio? Davvero credi di sapere cos'è meglio per me? Tu non sai niente di me!> urlò.

La porta venne sbattuta violentemente al muro, Axel uscì infuriato.
Per alcuni istanti guardai Nicholas, poi gli corsi dietro.

<Julia, di' a Ginevra di tornare a casa non dopo le dieci> dissi prima di uscire a cercare mio marito.

Presi velocemente l'ascensore, ero sicura che Axel avesse preso le scale, come abituato a fare, e io non sarei mai riuscita a raggiungerlo.

Quando uscii dal condominio, andai subito alla Torre Inazuma, sicura di trovarlo lì. In quel posto non era assolutamente cambiato niente, c'era persino il vecchio copertone di Mark, che Axel stava prendendo a calci.

<Axel...> mormorai.

Non mi degnò di un sguardo, continuò a calciare il copertone.

<Axel!> esclamai.
<Che vuoi?> urlò.

Per alcuni istanti il mio corpo fu scosso dai brividi.

Poi sembrò rendersi conto di come mi aveva risposto.

<Scusa...> sospirò.

Mi avvicinai lentamente a lui.

<Va tutto bene...>
<No che non va tutto bene, cazzo!>
<Axel! Ora siamo io e te, non voglio più sentirti parlare di tuo padre... ora ci siamo solo io e te>

D'un tratto mi ritrovai con la schiena appoggiata al tronco dell'albero, con le labbra di Axel sulle mie.

<Ti amo...> mormorai.

Lo sentii sorridere sulle mie labbra.

Dei colpi di tosse ci fecero staccare.

<Mark!> esclamò Axel.
<Mi era mancato interrompervi!> sorrise.
<L'avevo notato...> mormorai.
<Comunque, Axel, se non vuoi essere interrotto la prossima volta, io ti consiglierei di farlo a casa tua e->
<Non voglio consigli su come scopare, mio caro capitano, quello lo faccio già bene> lo interruppe.
<Comunque, dovete ringraziare che vi ho beccato io e non qualcun altro, anche se potrei denunciarvi per atti osceni in luoghi pubblici, pensa se vi avesse visto la mia dolce Ronnie... le si sarebbe bloccata la crescita come minimo!> esclamò portandosi le mani al volto.
<Oddio Mark, sei rimasto a trent'anni fa? Sai quante scene di sesso vedono in televisione le nostre figlie e fanno come se fosse niente?>
<Axel! E tu gliele fai vedere?> chiesi sconcertata.
<Beh, adesso hanno sedici anni, e non puoi negare che anche noi alla loro età guardavamo scene di sesso o lo facevamo, quindi non vedo dove sia il problema> rispose.

Mark sembrava aver appena realizzato ciò che succedeva al mondo d'oggi.

<Oh mio Dio!> esclamò.
<Si, ma comunque Gwen è pur sempre la mia bambina e->
<Pensi davvero che sia ancora vergine?> chiese Axel con un ghigno.
<Axel! Ha sedici anni!>
<Perché, tu a sedici anni eri vergine?>
<Cosa c'entro io adesso?>
<C'entra che ormai succede anche prima e tu devi ringraziare che tua figlia abbia almeno aspettato i quindici anni>
<E tu come hai fatto ad accorgertene?> chiese Mark.

Era la stessa domanda che stavo per porre io.

<Preservativo nella spazzatura vale?>

Aprii la bocca per lo stupore, e Mark sembrava sorpreso quanto me.

Axel mi attrasse a se.

<Questa non te la perdonerò mai, lo sai?>
<Lo so> rispose lasciandomi un bacio sulle labbra.

Just you and I ~sequel~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora