Quarantuno

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Emma's Pov

Eravamo seduti sul divano, con dei pop corn sul tavolino di vetro, quando Axel si alzò di scatto.

<Che hai?> chiesi sorpresa.
<E se fosse tutto collegato?>

Iniziò a camminare su e giù davanti al divano mentre si passava le mani tra i capelli.

<Che cosa stai dicendo, Axel?>
<L'uomo che ti ricatta, Ginevra, Mark... è iniziato tutto quando abbiamo scelto la squadra per la Nazionale...>
<Tu credi che qualcuno ci possa volere davvero così male?>
<Tu non sai di cosa è capace la gente>
<Chi credi che possa essere?>
<Cinquedea...>
<Chi?>
<La Raimon ha rovinato i suoi ideali di un calcio i cui risultati vengono decisi prima della partita>
<Si, ma allora se fosse stato quest'uomo, avrebbe colpito anche Jude e gli altri ragazzi no?>
<Io... non ci avevo pensato>
<E se fosse qualcuno del passato? Qualcuno che avesse già avuto a che fare con noi e Mark quando eravamo degli adolescenti>

Parve pensarci per alcuni secondi.

<Chiama Jude e il detective Smith, abbiamo bisogno del suo aiuto> disse.

Feci ciò che mi disse, così in poco tempo arrivarono entrambi.

<Ginevra non ci potrà sentire, vero?> chiese Jude.
<Sta dormendo> risposi.

Jude annuì e poi si affiancò ad Axel.

<Ha scoperto qualcosa su Mark?> chiese Jude al detective.
<Sto indagando>
<Lei davvero pensa che Mark sia capace di drogarsi? Dopo tutto quello che abbiamo passato! Per anni Mark ha cercato di fare in modo che il calcio rimanesse quello di sempre, e anche quando poteva non ha usato il Nettare degli Dei per sconfiggere l'Alius Academy!> esclamai.

Smith non ebbe il tempo di rispondere che il suo telefono squillò.

<Martens, che succede?> chiese.

Ci furono alcuni istanti di silenzio, poi il detective Smith chiuse la telefonata.

<Dobbiamo andare in centrale, hanno un sospettato per chi ha sparato Ginevra, e forse c'è anche altro> disse.

Sia Jude che Axel annuirono.

<Vieni?> mi chiese Axel quando sia il detective che Jude erano usciti.

Annuii debolmente e poi afferrai la mano che mi tendeva.

Arrivammo in centrale e subito Smith andò ad interrogare il sospettato.

Ne Axel ne Jude riuscivano a sedersi, così quando il detective uscì, entrambi corsero da lui.

<Lo conoscete bene> disse il detective <Potete andare a parlargli>

Sia Jude che Axel entrarono in quella stanza, così li seguii. Dopo che chiusi la porta, vidi chi c'era di fronte a noi.

<Murdock?!> urlai.

Axel sgranò gli occhi, mentre gli si avventava contro.

<Axel! No!> Esclamò Jude, scattò in avanti e riuscì a fermarlo per le braccia.
<Lasciami Jude! Lasciami, è una questione tra lui e me!>

Jude lo lasciò andare lentamente.

<Che cazzo di problemi hai, Murdock?!> urlò Axel <Ti piangi ancora addosso per una cazzo di finale di più di vent'anni fa?!>
<A-Axel...> provò a dire Marvin.
<Sono passati vent'anni cazzo! Vent'anni! E tu ancora rimugini sul passato?! Dovevi andare avanti, come hanno fatto tutti!>

Axel lo afferrò per il colletto della maglia e lo sbatté al muro.

<E giuro che se mia figlia rimarrà in quel modo, io faccio quello che tu hai fatto a lei con le mie stesse mani!> urlò.

Scattai in avanti e presi Axel per le braccia.

<Ci penserà Smith, tu non devi metterti nei guai> gli dissi.
<Emma ha ragione, adesso basta, Axel> annuì Jude.

In quel momento entrò Smith.

<Andiamo a parlare nel mio ufficio> sentenziò, mentre alcuni poliziotti arrestavano Marvin.

Noi tre lo seguimmo e poi ci fece accomodare su tre sedie difronte alla sua scrivania.

<Siamo riusciti a recuperare le tracce di DNA sul proiettile, l'impronte appartenevano a Marvin Murdock, ma abbiamo ragione di credere che non abbia sparato solo a Ginevra. Abbiamo interrogato anche l'uomo che ti ha ricattata, Emma, ha detto che era un suo aiutante>
<Posso vederlo?> chiese Axel.
<E per fargli cosa, Axel? Spaccargli la faccia e così finire nei guai? No!> esclamai.

Sia Jude che il detective sembrarono d'accordo con me.

<Inoltre, abbiamo scoperto che è stato una cuoca , sempre comandata da Marvin, infiltrata alla sede della Nazionale a mettere sostanze dopanti nel cibo di Mark, lui non c'entra niente>
<Quindi questo significa che può tornare ad allenare la nazionale?> chiese Jude sorridendo.
<Si, ora andate a dormire, domani c'è la finale dei gironi o sbaglio?>

Quando scesi dall'auto, prima di entrare in casa, Axel mi afferrò dai fianchi e mi sorrise.

<Sono così felice...> mormorai.

Mi lasciò un bacio sulle labbra, seguito da un che durò di più.

Aprii la porta.

<Mamma?>

Ci staccammo subito e mi girai.

<Gwen... tu mi hai chiamato mamma?> chiesi mentre i miei occhi iniziarono a umidirsi.

Lei annuì e poi corse ad abbracciarmi.

<Tu... ti ricordi?> chiese Axel, con gli occhi lucidi.

Lei annuì e poi si allontanò.

<Stavo dormendo poi però in sogno mi sono apparsi tutti i momenti della mia vita, da quando ero piccola fin prima della sparatoria>

Scoppiai a piangere mentre la stringevo tra le mie braccia.

<Amore mio... sono così...>
<Non c'è bisogno che me lo spieghi, mamma, lo so già> mormorò.

Alzai il visò dalla sua spalla e guardai Axel, che prese ad accarezzarmi il volto, poi lo vidi mimare un "Ti amo".

Sorrisi, finalmente avevo la vita che avevo sognato per anni.

Just you and I ~sequel~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora