Trentotto

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Axel's Pov

Mio padre stava visitando Ginevra, mentre noi aspettavamo nel corridoio. Con la coda dell'occhio vidi Emma allontanarsi fino al balcone, così decisi di seguirla.

<Axel...> sussurrò.

La accolsi tra le mie braccia.

<Vedrai che si sistemerà tutto...>
<Perché si è scordata solo di me? Perché di te si ricorda?> chiese con le lacrime agli occhi.
<Non... non lo so>
<E se non si ricordasse di me perché l'ho abbandonata in tutti questi anni? Mi sento così in colpa, Axel!>
<Ehy, guardami> le alzai il volto con due dita <Ti prometto che riuscirà a ricordarsi di te, e poi non è colpa tua se gli alieni ti hanno rapito>

La feci entrare e poco dopo mio padre uscì dalla stanza e venne verso di noi.

<Andiamo nel mio studio> disse.

Lo seguimmo.

<Perché non si ricorda più di me?> chiese Emma con le lacrime agli occhi.

Mio padre sospirò e poi iniziò a parlare.

<Quando è caduta al suolo, dopo che le hanno sparato, deve aver battuto la testa, questo può aver causato la perdita di memoria, ma può essere anche lo shock>
<Lo shock?> chiesi.
<Potrebbe associare lo stare bene alle persone che ama e che le sono state vicine per molto tempo, e il suo cervello ha rimosso ciò che non riteneva opportuno o che magari l'aveva fatta soffrire in passato. Ora devo andare a visitare altri pazienti. Io consiglio, ad entrambi, di tornare a casa e di riposare, ho il turno di notte, la controllo io>
<Grazie...> mormorai.
<Ma la memoria le tornerà, vero?> chiese Emma speranzosa.
<Non so dirlo con certezza...>

Mio padre uscì e ci lasciò da soli.

<Andiamo a casa, hai bisogno di riposarti> dissi.

Emma annuì e poi mi seguì fino alla macchina.

<Emma...>

Alzò lo sguardo per alcuni secondi.

<Ti prometto che tornerà quella di prima>

Mi si avvicinò e mi lasciò un bacio all'angolo della bocca.

<Non fare promesse che non puoi mantenere, ti prego>

L'abbracciai per alcuni secondi, poi salimmo in macchina.

Quando arrivammo a casa, notai che era già corsa a cambiarsi.

<Non mangi?>
<Non ho fame...> mormorò sedendosi sul divano.

Mi avvicinai a lei.

<Devi mangiare, è da ieri che non tocchi cibo>
<I-io non ce la faccio, Axel...>
<Perché non vai di sopra a riposarti? Io tra poco arrivo>

Annuì e salì le scale. Dopo mangiato anch'io la raggiunsi, sperando che stesse già dormendo, invece stava fissando il soffitto.

Emma's Pov

Axel si sistemò accanto a me e poi mi abbracciò.

<E se mi associasse a una persona cattiva perché ti ho lasciato? Insomma, lei sapeva la verità e potrebbe associarmi al male perché ti ho fatto soffrire...> mormorai tenendo gli occhi bassi.
<Non c'è sempre una risposta adatta per tutto, piccola. Non torturarti tutta la notte, adesso dormi>

Gli lasciai un bacio sulle labbra e poi mi addormentai.

A un certo punto però, arrivò un'ondata di freddo, così mi girai verso Axel per stringermi a lui, come facevo di solito. Cercai il suo corpo con le mani, ma non lo trovai, così aprii gli occhi e constatai che Axel non era lì.

Decisi di scendere in giardino, di solito era lì quando non dormiva. Infatti, lo trovai steso sull'amaca.

<Axel...> mormorai stringendomi in una sua vecchia felpa che mi faceva da vestito.
<Che ci fai qui? Fa freddo!>
<Posso salire?>

Annuì e poi mi posizionai tra le sue gambe, con la testa poggiata sul suo petto.

<Avevo freddo, così mi sono girata per abbracciarti, ma tu non c'eri> dissi.

Axel sorrise e poi mi strinse più forte.

<Perché tu sei sveglio?>
<Ho troppi pensieri per la testa...>
<Di che parli?>
<Ci sono così tante cose che io non ti ho detto...>
<Potresti iniziare a parlarmene adesso>
<Carmen...>
<Tua madre?>
<Non è la mia vera madre>
<Cosa? Ne sei sicuro?>
<Mia madre è morta di leucemia quando io ero piccolo, inoltre Carmen me lo ha confermato. In realtà è stata la mia vera madre a chiedere alla sua migliore amica, Carmen, e a mio padre di far finta di essere sposati e che in realtà io e Julia eravamo figli suoi>
<Da quando lo sai?>
<Da sempre... sarò stato pure piccolo, ma non posso dimenticare la donna che mi ha tenuto in grembo per nove mesi e che mi ha cresciuto per i primi anni>

Alzai il volto verso di lui per vedere la sua reazione.

<Non ricordo nulla di lei... solo la sua voce e il suo profumo, uguale al tuo...>

Vidi i suoi occhi lucidi.

<Non trattenere le lacrime quando sei con me, conosco il ragazzo che amo e so che non hai quel cuore di pietra che tutti dicono>

Gli accarezzai il volto.

<Sai, non sei l'unico ad avere un segreto...> mormorai.
<Di che parli?>

Presi un lungo respiro, parlarne mi faceva ancora troppo male, nonostante siano passati anni.

<L'incidente non è avvenuto perché un animale mi ha tagliato la strada, è avvenuto a causa mia. Mentre guidava fui colpito dalla nausea e avevo un grande mal di testa, non riuscivo a tenere gli occhi aperti, così mi rilassai per un secondo, quel secondo che bastò per farmi andare a sbattere contro un albero>
<Perché quella mattina non mi hai chiamato, perché non ti sei fatta venire a prendere?!> urlò.
<Perché avevo una sorpresa per te... io non stavo male...>
<Di che stai parlando? Che stai cercando di dirmi, Emma?>
<Che io ero incinta, Axel>

Di scatto si mise a sedere e mi fece girare con il corpo verso di lui.

<Perché non me l'hai detto prima?!>
<Perché l'avevo scoperto quella mattina, volevo farti una sorpresa quella sera...>

Le lacrime iniziarono a bagnarmi le guance, Axel mi lasciò un bacio sulla fronte.

<Il bambino è sopravvissuto all'incidente, ma quando gli alieni mi rapirono e scoprirono che io ero incinta, decisero di usare il bambino come cavia da laboratorio. Io non potevo fare niente, mi tenevano sedata. Ti rendi conto, facevano del male al mio bambino e io non potevo fare niente...>
<Te la senti di continuare?> chiese.
<Devi sapere la verità>

Axel annuì e poi io continuai.

<Davano degli integratori al mio bambino per farlo crescere, volevano vedere quanto sarebbe diventato grande dentro la mia pancia. Mi hanno aperto la pancia a crudo quando ero ancora all'ottavo mese. Me l'hanno strappato dalle braccia e hanno iniziato a farci degli esperimenti... non ha resistito, era troppo piccolo... ho-ho visto morire il mio bambino, l'unica persona che ero capace di amare in quel momento, l'unica cosa che mi rimaneva di te...>

Le lacrime mi rigavano il volto. Axel mi abbracciò, ma sapevo che anche lui stava piangendo.

<Non capirò mai cosa hai provato... ma promettimi che non mi nasconderai mai una cosa che ti fa un male del genere...>
<Sarò sincera, te lo giuro...>
<Ti amo, piccola>

Questo capitolo è stato un parto! Spero vi piaccia, al prossimo capitolo💛

Just you and I ~sequel~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora