Quattordici

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Ginevra's Pov

Sono passati alcuni mesi da quando il cammino Imperiale è iniziato, e la Raimon è riuscita a passare le fasi di qualificazione.

A zio Mark, come allenatore della squadra, si è affiancato anche zio Jude, e ciò ha portato all'arrivo in squadra, come manager, di Margaret, anche se adesso Evans è partito.

Meg era l'unica con cui avevo parlato di Victor, e della mia paura di dirlo a Veronica a causa della sua enorme cotta per l'attaccante.

<Gin, dovresti parlarle>
<Così non mi parla più?>
<Si, ma più aspetti, più sarà difficile dirglielo>
<Si, ma le spezzerei il cuore... l'unico modo per non farla soffrire sarebbe lasciare Victor...>
<Cosa? Non sarai così pazza da farlo... poi Veronica non sarà l'unica col cuore spezzato!>
<Non posso lasciare Victor, Meg. Poi mi odierebbe, e io odierei me stessa. Non riuscirei a vivere senza di lui...>
<Ti stai innamorando...> sorrise.
<Non lo so... è tutto così strano>
<Andiamo, devo tornare a casa. Vieni a cena da me? Papà non c'è e sarei da sola>
<Lasciami avvertire Victor, non ho il cellulare quindi devo andare a dirglielo>
<Vengo con te>

Trovammo Victor che stava prendendo una bottiglia d'acqua dal distributore.

<Ehi...>

Non c'era nessuno oltre noi tre, così lo baciai sulle labbra.

<Puoi dire a mia zia che oggi mangio da Margaret?> gli chiesi.
<Si... torni per dormire?>
<No, rimane a dormire da me> rispose Margaret al posto mio.
<Ma non ho vestiti> protestai.
<Ti presto qualcosa di mio, ora andiamo. Ciao Victor!>

Riuscì a dare un bacio al blu, poi Meg mi trascinò via.

<Siete carini insieme> disse sorridendo.
<Sei la prima a dirlo>
<Perché sono l'unica che lo sa. Se voi l'avreste detto ad altre persone...>
<Non possiamo, lo sai>
<Secondo me sei tu, non Victor, a crearti tutti questi problemi. Veronica se ne farebbe una ragione>
<Adesso basta, Meg>
<Va bene, va bene>

Entrammo nella casa enorme della mia amica, subito ci venne ad accogliere il maggiordomo.

<È strano tornare qui...> mormorai.
<Per me è ancora strano tornarci a vivere... non avrei mai pensato che dopo... comunque tra qualche giorno abbiamo interrogazione di storia, tu hai studiato?>

La ringrazia mentalmente per non aver continuato la frase che stava per dire.

<No, ancora non ho iniziato>
<Beh, non parliamo di scuola, se no sembra di stare con mio padre. Andiamo a mettere queste cose nella mia stanza>

La seguii su per le scale.

Mi ero quasi scordata com'era fatta una camera femminile.

<Che c'è?> mi chiese Meg notando il mio sguardo.
<Niente, solo che avevo dimenticato com'era fatta una stanza femminile>
<Ah, dimenticavo che tu dormivi nella camera di Victor!>

I suoi occhi in un secondo si illuminarono.

Intuii subito la domanda che stava per farmi.

<No, Meg, non l'abbiamo ancora fatto>
<Cosa?!> urlò scioccata.
<Che c'è di male?> chiesi.
<Tu hai un, permettimelo di dire, gran pezzo di manzo come fidanzato e non ci sei ancora finita a letto!>
<Tecnicamente non stiamo del tutto insieme, non me lo ha chiesto...>
<E tu aspetti una richiesta da un maschio? Sono talmente stupidi che non te la faranno mai>
<Se lo dici tu...>
<Ho fame, ma ho detto alla domestica di prendersi una giornata libera, così non so cosa mangiare. Così se tu vai al Mc Donald che è qui vicino, e io preparo il tuo letto, ci sbrighiamo prima di mezzanotte>
<Va bene, tu che vuoi?>
<Il Big Mac, non prendere niente da bere che ho tutto>
<A dopo>

Uscii di casa e andai verso il Mc Donald più vicino.

Una macchina rosso fuoco mi si fermò accanto, facendomi anche spaventare.

<Gin, che ci fai in giro a quest'ora?>

La voce di mio padre mi tranquillizzò subito.

<Papà! Mi hai fatta spaventare>
<Si, ma non hai risposto alla mia domanda>
<Sto andando a prendere qualcosa da mangiare al Mc Donald>
<Come mai?>
<Perché sono a casa di Meg, siamo da sole, il problema che lei si è dimenticata di aver dato il giorno libero alla cameriera e visto che non sappiamo cucinare, mentre lei preparava il letto, io sono andata a prendere da mangiare>
<Sali che ti do un passaggio>

Salii sull'auto, poi papà ripartì.

<Come mai non sei tornata a casa?>
<Farei di tutto per non vedere il nonno è questa è l'occasione migliore che mi si è presentata>

Avrei potuto giurare di vedere un sorrisetto sul volto di mio padre.

<Ha ancora in mente la cosa del matrimonio...> mormorai.
<Non starlo a sentire, Gin>
<È quello che cerco di fare>

Arrivammo davanti al Mc Donald, e dopo aver preso da mangiare, mi riaccompagnò da Margaret.

<Ah Gin, questo è per te>

Mi porse una scatolina con disegnato sopra l'ultimo modello di telefono appena uscito della Apple.

<Grazie> sorrisi, poi mio padre ripartì, così io entrai in casa.

Margaret mi corse incontro.

<Chi ti ha portata qui? E se ti avesse fatto del male? Volevi farmi prendere un infarto?> chiese affannata <E dove hai preso quel telefono?>
<Meg, era mio padre>

Si tranquillizzò, ma il suo sguardo si indurì.

<Non è la prima volta che ci vediamo da quando me ne sono andata dal Quinto Settore, non mi ha mai mangiato, puoi stare tranquilla> le dissi duramente andando in cucina.
<Gin, io non volevo dire questo>
<Si, ma lo hai pensato>
<Solo che non capisco perché stia facendo tutto questo!>
<Perché pensi che io lo sappia? Pensi che io sia stata felice di tornare al mio passato? Pensi che stare qui senza mia madre sia semplice? Ogni dannato posto in questa città, persino casa tua, mi urla il suo nome!>

Le lacrime iniziarono a uscire senza che me ne rendessi conto.

Meg mi abbracciò.

Just you and I ~sequel~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora