"devi muoverti cretina!" mi urla Niall attraverso la porta del bagno.
"due minuti e arrivo a preparare le valigie!" urlo per farmi sentire.
"le ho gia fatte io" dice.
Mi affaccio sulla stanza e lo vedo con un sorriso malizioso.
"tu?"
Lui annuisce. "ora vai" urla trascinandomi, e in men che non si dica arrivo alla macchina di Harry.
"pronta?" sorride mostrandomi due adorabili fossette.
"si"
Parte, e in pochi minuti arriviamo all'aereoporto.
"ora?" chiedo.
"seguimi" dice, e fa intrecciare le sue dita con le mie, scatenando migliaia di brividi in tutto il mio corpo.
Arriviamo all'aereo e ci sediamo ai nostri posti, lui mi tira verso di se, facendomi appoggiare alla sua spalla.
Lentamente mi addormento, mentre lui mi lascia dolci baci sulla testa.
***
"siamo arrivati" sussurra una voce roca al mio orecchio.
E come non riconoscere una voce del genere?
Mi alzo e strofino gli occhi con le mani, e quando le tolgo noto lui fissarmi.
"che c'è? Ho qualcosa in faccia?"
Lui scuote la testa sorridendo.
"sembri una bambina" ride.
"sta ridendo di me, signor Styles?" chiedo appoggiando le mani lungo i fianchi.
"non oserei mai, signorina Gray"
Scendiamo dall'aereo e ci avviamo verso un taxi, che ci accompagna fino all'ingresso di un hotel a cinque stelle vicino a central park.
Nella hall, una signora appena ci vede viene verso di noi sorridendo.
"Harry!" dice abbracciando il riccio al mio fianco.
"mamma, lei è Natasha" dice lui.
"ah certo, la tua ragazza" dice le sorridendomi. "io sono Anne"
La sua ragazza.
Penso solo a quello.
Sento lo sguardo implorante di Harry su di me, cosi scuoto la testa e ricambio il saluto.
"la vostra camera è la 115" dice porgendoci le chiavi e indicandoci l'ascensore, verso cui ci avviamo dopo aver salutato Anne.
Entriamo in ascensore e guardo Harry.
"mi dispiace, ma volevo evitare i suoi interrogatori" dice riferendosi a sua madre.
***
Sono chiusa in bagno da due ore, ed Harry sta iniziando a stancarsi e invocarmi contro tutti i santi esistenti.
"esci o no?" urla dall'altra parte della porta.
"non posso!"
"qual'è il problema?" chiede con voce piú calma.
"il vestito..."
"il vestito cosa?"
"non mi sta bene" mi appoggio alla porta e scivolo lentamente contro di essa, fino ad arrivare al pavimento e avvolgere le ginocchia al petto.
"...perché dici ciò?" chiede.
"è troppo stretto!"
"facciamo così, poi esci e ti dico io come stai, okay?"
Riesco quasi ad immaginarlo.
Lui lí, con i ricci che gli ricadono sulla fronte e lasciano appena scoperti quegli occhi verdi profondi e luminosi, con la fronte appoggiata sulla porta e una mano che sorregge il peso del suo corpo.
Mi alzo e mi guardo per l'ultima volta allo specchio.
Il tessuto azzurro e leggero dell'abito fascia stretto il mio corpo, evidenziando troppo.
Non mi è mai veramente importato del mio aspetto fisico. Ovviamente, per essere una spia, devi quantomeno restare in forma, ma ora, separata solo da una porta da quegl'occhi così verdi e luminosi, così pieni di vita e di bellezza, sento qualcosa di troppo: qualcosa che forse non dovrebbe esserci.
E forse non c'è da stupirsi se io a lui non piaccio; tutte quelle con cui è stato saranno state ragazze bellissime e con un corpo da invidiare, ragazze che non hanno niente a che fare con me.
Ora, non riesco a fare a meno di pensare che forse sono io quella sbagliata, e che in fondo le sue attenzioni non le merito neanche.... diversamente da quello che invece spero.
"Nat.. esci" quasi mi supplica.
prendo un respiro profondo e, portando la mano sulla maniglia, la abbasso lentamente.
Lui è lì, davanti a me. Sento il suo sguardo bruciare su di me, mentre i miei occhi rimangono fissi sulle scarpe blu che indosso.
La sua mano si alza, e lentamente raggiunge la mia, avvolgendola e facendo intrecciare le nostre dita.
Mi avvicina sempre di più a lui, finchè non vengo completamente avvolta dalle sue braccia.
Un profumo di menta invade i miei sensi, mentre mi stringo un pò per sentirlo meglio.
E in fondo, fra le sue braccia, ci sarei rimasta per sempre.
"ti sta benissimo, credimi" sussurra lentamente al mio orecchio, prima di lasciare un dolce e umido bacio sulla mia guancia, già probabilmente arrossata dalla sau vicinanza.
Mi allontana e mi sorride; uno di quei sorrisi sinceri e belli, capaci di fermare il mondo intero.
Mi prende la mano e insieme usciamo dalla camera e ci avviamo verso l'ascensore, per poi scendere fino al piano terra, dove si sarebbe tenuta la cena.
Il ristorante è pieno di persone vestite eleganti che mi fanno sentire terribilmente fuori posto, così inizio a torturarmi le dita delle mani, facendo uscire una o due gocce di sangue da un piccolo taglietto.
"Vuoi stare tranquilla?" chiede Harry, notando la mia agitazione.
"e se non gli piacessi?" chiedo, non rispondendo alla sua domanda.
"piacerai come piaci a me"
sul mio volto compare una smorfia. "All'inizio mi odiavi" sussurro, e dalla risata che segue capisco che mi ha sentita.
"eri odiosa" sussurra sulla mia guancia, ridacchiando.
lo guardo indignata. "eri tu quello odioso" dico, puntando un dito contro il suo petto.
Lui ride, e io lo seguo.
"Harry!" urla una voce femminile alle nostre spalle.
Ci giriamo contemporaneamente e davanti a noi compaiono due ragazze, bionde e occhi azzurri, con dei fisici perfetti e dei vestiti che le risaltano alla perfezione; due ragazza capaci di fare abbassare l'autostima di chiunque... e forse loro si. Loro si meritano le attenzioni del riccio che tanto amo.
Perchè io, in confronto a loro, non sono niente.
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When spies fall in love
FanfictionMi chiamo Natasha Romanov. Ho sempre voluto essere una normale adolescente, ma non ne ho mai avuto l'opportunità. Ora ce l'ho, riuscirò a essere quello che ho sempre desiderato? "Styles stammi lontano!" non sono sicura di riuscire a trattenere i mi...