Capitolo 15

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Dopo essere uscite dalla stanza le ragazze incontrarono gli altri e insieme andarono a sistemare i sacchi a pelo nella stanza in cui avrebbero dormito: Maia si sistemò vicino alla finestra con Mili, poi tutti insieme uscirono e andarono in una stanza per mangiare.
La sera si rilassarono insieme, guardando la tv o giocando a carte; Maia giocò contro Lalo e Alex e vinse per ben due volte. Era davvero bello essere lì con loro e ridere come ai vecchi tempi ...
Quando si fece più tardi si sedettero in cerchio e decisero di fare un gioco. Ognuno scrisse su un foglietto di carta un obbligo imbarazzante, poi tutti lo misero in un contenitore e pescarono a turno.
La prima fu Mili, che pescò con attenzione e lesse il suo bigliettino ad alta voce. "Hai mai baciato per più di due volte qualcuno che non amavi?" ripose il bigliettino accanto a sé. "Beh, se contiamo anche questa serie certo che si!" rise. Lei e Jose erano grandi amici.
"Ora tocca a me" disse Tupac. "C'è qualcuno in questa stanza che ti è mai piaciuto?" lesse . Ci pensò un secondo. "Beh, ho avuto una piccola cotta per qualcuno, ma penso sia passata".
"Uuuuu" disse Maia. "Suppongo che non ce lo dirai, vero?". Tupac sorrise. "Certo che no! Chi è il prossimo?".
"Tocca a me" disse Alex, ed estrasse un bigliettino. Lo lesse. "Fissa ognuna delle due persone di fronte a te per un minuto. Ma che obbligo è?" rise. Poi alzò la testa, e incrociò lo sguardo di Maia. "Maia, Lalo, sembra che i prescelti siate voi". Fece un sorrisetto, e Maia non poté non pensare a quanto fosse adorabile. Poi si rivolse agli altri. "Noi tre ci mettiamo un attimo nell'angolo della stanza, così voi potete continuare a giocare".
Mentre Cele pescava il biglietto successivo, Lalo Maia e Alex si misero in un angolo della sala. "Ma è una cosa così intima?" sghignazzò Lalo. Alex rise. "Beh, se la metti così". Alex si mise di fronte a loro, e Lalo di fianco a Maia. "Ok, inizio io" disse, "Maia, tu conta un minuto". Al via Alex iniziò a fissarlo e Lalo dopo dieci secondi si mise a ridere finché Alex non fece lo stesso. Dopo un minuto tutti e tre stavano morendo dalle risate, e appena si ripresero Alex si rivolse a Maia. "Ok, ora tocca a te, Mai". Sorrise. Mentre si metteva di fronte a lei, Lalo fece il countdown. "Tre, due, uno ... via!"
E Alex la guardò negli occhi. A Maia erano sempre piaciuti; non erano marroni ma neanche completamente verdi, erano di un colore così particolare che quando ti fissavano avresti voluto guardarli per sempre. E lui lo stava facendo, la stava guardando. Le sembrava di non sentire più niente, come se tutti attorno a loro compreso Lalo fossero spariti e non ci fosse nulla, soltanto il silenzio. E lei stava guardando i suoi occhi verdi che la facevano sentire persa e fragile, ma allo stesso tempo come se solo guardandoli potesse essere davvero felice.
Pensò che quegli occhi erano così speciali che qualunque cosa fosse guardata da lui dovesse essere anch'essa speciale. E lui stava guardando lei.
Quella volta lui non rise. Ma dentro i suoi occhi Maia vide qualcosa di profondo e affascinante che non avrebbe saputo definire, come un'ombra che diventa sempre più grande, e nostalgica, e che ti fa sentire come se avessi perso qualcosa che stavi tenendo stretto ma che se n'è andato lo stesso. Non avrebbe saputo dire cosa fosse, ma era certa che non avrebbe dimenticato mai quella sensazione.
"Il tempo è finito ragazzi!" disse Lalo. Maia fu scossa da un brivido, poi insieme tornarono al centro della stanza.

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