Maia era ancora più confusa di prima: la testa le iniziò a girare. Cosa voleva Sary da lei? Non dovette aspettare molto per avere una risposta.
Sary la portò dietro una tenda, e le mollò il polso. Poi iniziò a parlare.
"Volevo ringraziarti, Maia. Da quando siamo arrivati a New York ho sempre temuto che tu amassi ancora Alex, che avresti cercato di portarmelo via. Ma non è successo, e ti ringrazio per aver rispettato la nostra relazione". Di fronte a quelle parole Maia si sentì terribilmente in colpa: Sary non sapeva della terrazza, del quasi bacio, dei loro incontri da soli... ma non voleva farla stare male. Certo, era troppo tardi per rimediare, ma poteva almeno rassicurarla e non dirle nulla.
"Grazie Sary" disse. "Mi fa piacere che Alex abbia trovato una persona come te che tiene a lui". Mentre pronunciava quelle parole si sentiva malissimo, come se il suo amore per Alex le si potesse leggere negli occhi e stesse negando l'evidenza. Sary la guardò a lungo, e poi sorrise.
Ma non era un sorriso gentile e rassicurante, tutt'altro.
Era un sorriso perfido. Maia sbiancò.
"Vedi, Maia" disse Sary, allontanandosi da lei e iniziando a camminare per la stanza, "all'inizio non volevo fare tutta questa recita inutile. Ma poi mi sono detta, perché non provare a darle un'opportunità? Un'occasione per confessare tutto? E te l'ho data. Ma tu l'hai sprecata" caricò la parola di disprezzo.
Maia sgranò gli occhi: non era possibile. Sary sapeva di lei e Alex? Se era così, poteva considerarsi spacciata. Rabbrividì, cercando mentalmente una possibile scusa, una giustificazione per quello che lei poteva aver visto. Ma non le venne in mente nulla.
Sary la fissò per almeno un minuto, cercando sul suo viso espressioni che potessero confermare quello che aveva appena detto. "Vuoi dirmelo tu quello che è successo, per caso? O preferisci che te lo dica io?"
Maia non rispose. Era terrorizzata dalla reazione che Sary avrebbe potuto avere.
Sary si sedette su una sedia, alzando che sopracciglia. "Bene, allora te lo racconterò io. Dall'inizio".
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Gocce di pioggia
Fiksi Penggemar"Aveva sempre pensato di assomigliare un po' alla pioggia: cadeva, cadeva e cadeva, eppure non si fermava mai. E anche lei da quando non l'aveva più visto continuava a cadere nel vuoto della sua memoria. Come la prima goccia di pioggia, che appare...