Capitolo 35

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Maia si guardò intorno mentre stringeva a sé la borsa, continuando a chiedersi cosa ci facesse lì: aveva chiesto a Mili di accompagnarla in macchina, e lei aveva accettato senza fare troppe domande. Un'altra delle cose che le piacevano di più di lei, a parte il senso dell'umorismo. Ma ora non sapeva esattamente cosa fare.

L'aeroporto era pieno di persone; chi con le valigie, chi con gli zaini, che aspettavano di partire o che erano appena arrivate. Queste ultime esploravano con lo sguardo il posto, forse immaginando già la loro futura vita lì, oppure pensando alle avventure che stavano per vivere. Pensò che anche lei, mesi prima, aveva fatto lo stesso.

Eppure quella volta non sapeva cosa sarebbe successo, che esperienze avrebbe vissuto. Ora invece, le aveva vissute tutte. E non tutto era andato come aveva sperato.

Ma in fin dei conti Maia lo sapeva: non tutte le cose negative lo erano davvero. Alcune servivano per darti una lezione, altre per riportarti sulla tua strada; e anche quella volta le avrebbe superate.

Anche se sperava che quel momento non sarebbe mai arrivato.

Superò un gruppo di ragazzi all'ingresso e camminò verso il centro dell'aeroporto. Poi salì su una scala mobile, trovandosi di fronte a una delle vetrate del posto: guardando attraverso potevi vedere gli aerei decollare. Si sedette su una sedia lì di fronte.

"L'aereo per Città Del Messico delle 9.30 sta per decollare" annunciò un altoparlante. "I passeggeri sono pregati di recarsi a bordo il prima possibile".

"Eccolo" pensò Maia. Mili le aveva detto che l'aereo per il Messico avrebbe avuto una striscia rossa sul lato, e Maia avrebbe potuto riconoscerlo facilmente. Ora l'aereo stava per partire e insieme a lui tutte le sue preoccupazioni, i suoi pensieri e i suoi dubbi. La sua vita stava per tornare quella di prima, e non sapeva se era quello che voleva davvero.

Ma quella volta quello che voleva lei non aveva importanza. Non si sarebbe più svegliata nel suo appartamento a New York sapendo di dover vedere Alex e provando mille emozioni diverse. Non avrebbe più recitato con lui, non l'avrebbe più baciato, non si sarebbe più dovuta preoccupare della reazione di Sary e non avrebbe più dovuto tener nascosto niente. Se non per sempre, almeno per un bel po'. E ora tutti quei mesi sarebbero semplicemente spariti. Come se non fosse mai successo nulla. Ma sapeva che nel suo cuore non sarebbe mai stato così.

Forse per Alex era semplicemente stata uno sbaglio, lei che non era mai stato lo sbaglio di nessuno. E questo la faceva sentire sbagliata. E se lui aveva rinunciato a lei, voleva dire che non ci teneva davvero. Chi rinuncia a qualcosa a cui tiene?

Eppure a volte per dimostrare quanto si tiene ad una persona bisogna lasciarla andare. Questo significa amare: mettere il bene di un'altra persona prima del tuo. Anche se significa perderla per sempre.

Sentì l'aereo accendere i motori. Non sarebbe mai stata pronta per perdere Alex, dopo tutte le follie che aveva fatto per lui, e lui per lei, e che avevano fatto insieme. Perché doveva lasciarlo andare se era la cosa che voleva di meno al mondo? Perché lui non la voleva nella sua vita? Perché la vita era così crudele? Una lacrima le scese lungo la guancia.

Ma nonostante le difficoltà doveva andare avanti. E l'avrebbe fatto, come sempre. Anche se faceva male. Anche se qualcosa dentro di lei, quella parte del cuore che Alex custodiva, si era rotta per sempre. Eppure, pensò Maia, doveva cancellare qualsiasi legame aveva con lui per farlo sparire dalla sua vita. Qualsiasi ricordo. Qualsiasi pensiero. E qualsiasi parte del cuore.

Sentì un boato e guardò il cielo, attraverso la vetrata: un aereo con una striscia rossa di lato stava correndo sulla pista di decollo. Maia tratteneva il fiato: ogni secondo un metro in più che li separava.

Ogni secondo il cuore che sanguinava un po' meno.

Ogni secondo la consapevolezza che, con il passare del tempo, avrebbe imparato a conviverci un po' di più.

Ogni secondo un centimetro in più tra la terra e l'aereo, che ora stava volando nel cielo tra uno spicchio di sole e una nuvola leggera, come il cuore di Maia e come tutte le preoccupazioni. Diventando sempre più piccolo, un puntino lontano che lentamente spariva tra l'azzurro. Come il suo dolore.

E poi il puntino sparì, come tutte le cose belle e come quelle brutte, che nella vita prima o poi volano via senza che ce ne rendiamo conto. E magari soffriamo sì, ma alcune cose dobbiamo lasciarle andare, saper dire addio. Lasciarle andare insieme alla sofferenza, al dolore, alla tristezza, per trovarne altre che ci rendano felici, stavolta per davvero. E anche se farà male, sappiamo che un giorno ripensandoci forse saremo felici. Dobbiamo solo andare avanti.

E mentre l'aereo volò via, Maia sentì che da quel momento la aspettava il futuro. E solo in quel momento capì cosa intendeva Alex con le sue ultime parole: "Non sto dicendo addio a te, Maia".

Lui non aveva detto addio a lei. Aveva detto addio al loro amore. E ora era il suo turno; doveva lasciar andare Alex, lasciar andare il passato. Saper dire addio. Sentirsi libera, finalmente.

E mentre si voltava e usciva dall'aeroporto, Maia vide New York con occhi nuovi: gli occhi di chi ha visto l'ultima goccia di pioggia cadere. E che vedeva splendere il sole, finalmente.

questa è la fine della prima parte della storia, scusate se non ho aggiornato per molto tempo. ma prestissimo inizierà ad uscire la parte due! sulla page non l'ho ancora detto ma questa settimana inizierò a postare i primi capitoli. love u all💘

Gocce di pioggiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora