Maia tremò per un attimo. "Perché mi hai portata qui?"
Alex fece un respiro. "Non voglio più mentirti, Maia". La sua voce era profonda come l'ombra dei suoi occhi che aveva visto prima. "Non riesco a vederti ogni giorno senza sapere se mi ami ancora, o se tra noi è finita davvero. Non riesco a parlarti, guardarti e osservarti ridere di nascosto senza sapere cosa provi per me. Perché io ..."
"No, non dirlo" disse lei. "Non dire che mi ami. Non puoi farlo. Sia per Sary che per te stesso. Tu hai una ragazza, Alex!"
"Ma non capisci che non mi importa? Che non me ne importa niente?" disse lui. "Quando ci sei tu io non riesco a non guardarti; ogni tuo gesto, ogni volta che sorridi mi rende la persona più felice del mondo. Quando mi guardi mi sento come se potessi sbriciolarmi da quanto è profondo il tuo sguardo, da quanto sono belli i tuoi occhi. E stasera ho capito che devo smetterla di fingere di non amarti, perché è inutile mentire a me stesso". Le si avvicinò e le mise le mani sui fianchi.
"Quando mi hai guardata, prima, ho visto un'ombra dentro i tuoi occhi" sussurrò lei. Erano a pochi centimetri di distanza, e stavano respirando lo stesso respiro. "Perché? Cos'era?"
Alex sorrise, e le loro fronti si toccarono. "Quello è rimpianto, Maia. Rimpianto per non aver capito prima quello che provavo per te. Rimpianto per averti lasciata andare. Rimpianto perché non sono ancora riuscito a baciarti come meriteresti di essere baciata, e non in uno stupido set televisivo".
E dopo averlo detto la guardò negli occhi. Visti così da vicino erano la cosa più bella che avesse mai visto; erano gli occhi di un angelo. E mentre Alex si avvicinava sempre di più, lei chiuse gli occhi e pensò a quanto aveva atteso quel momento negli ultimi mesi. Non resistette, e sporgendosi verso di lui gli sfiorò le labbra con le sue. Quel contatto lo fece rabbrividire, e lei mise le mani sul suo petto mentre le loro labbra si toccavano ma senza baciarsi mai, solo uno contatto labbra su labbra. Nessuno dei due riusciva a credere che quel momento fosse reale, e Maia voleva renderlo speciale e prendersi tutto il tempo. Ma poi Alex fece un respiro, quella volta ansimante, e Maia capì che avevano aspettato abbastanza entrambi. Così fece una lieve pressione sulle labbra di Alex, fin quasi a baciarlo: voleva che fosse lui a farlo. Con una scossa di desiderio lui le schiuse il viso con le mani e le loro labbra si scontrarono per un momento che avrebbe voluto fosse interminabile, ma che non durò nemmeno un secondo perché nell'aria rimbombò il rumore di un oggetto che cadeva qualche metro dietro di loro.
Maia si voltò di scatto e le labbra di Alex rimasero schiuse nell'aria. Allungò lo sguardo per vedere se c'era qualcuno, ma nel buio era impossibile riconoscere qualsiasi cosa.
Si avvicinarono all'entrata del passaggio segreto che conduceva alla terrazza di vetro, ma non trovarono nessuno. Maia perlustrò la zona e vide a terra un vaso di ceramica in mille frammenti; poi andando verso la terrazza vide delle impronte. Guardò Alex con sguardo pieno di paura.
"Non siamo soli. Qualcuno è stato qui".
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Gocce di pioggia
Fanfic"Aveva sempre pensato di assomigliare un po' alla pioggia: cadeva, cadeva e cadeva, eppure non si fermava mai. E anche lei da quando non l'aveva più visto continuava a cadere nel vuoto della sua memoria. Come la prima goccia di pioggia, che appare...