IV

5.3K 312 16
                                    

Ormai il fatidico giorno era arrivato: anch'io avrei iniziato la scuola.
Appena mi sono svegliata, stranamente in orario, quasi in anticipo, ho indossato la divisa, mi sono pettinata, lavata e truccata (appena appena, altrimenti sarei andata contro il regolamento della scuola). Ero emozionatissima per vari motivi. Volevo fare amicizia con un sacco di persone (sopratutto i miei compagni di classe), ma, dato che all'inizio tendo ad essere  introversa, speravo di trovare qualcuno di estroverso che mi aiutasse a rompere il ghiaccio. Inoltre, ero in pensiero per i miei nuovi professori. Di loro non conoscevo i metodi di insegnamento e speravo di non essergli antipatica; anzi. Avevo parecchi pensieri per la testa, ma, nonostante tutto, alla fine sono uscita di casa con un passo bello deciso.
Una volta al liceo, ho chiesto del mio coordinatore (il docente che avevo precedentemente conosciuto). Notata la mia grande agitazione, chiaccherava con me inserendo delle battute nel nostro dialogo e continuando cosí fino alla porta della mia sezione: la classe 1-1. Appena davanti all'entrata dell'aula io ed il prof ci siamo fermati un attimo e lui ne ha approfittato per rassicurarmi un'ultima, ma importante, volta:
-Okay [cognome]san questa è la tua classe. Non ti preocupare sei molto carina con la divisa e i tuoi compagni li ho giá conosciuti: sono dei bravi ragazzi, ti adoreranno. Ora entro un attimo per avvisare la sensei che sei arrivata cosí puó presentarti per bene alla classe.-
-Si! Grazie mille prof- gli rispondo accennando un teso inchino.
Nonostante le sue parole rassicuranti, sudavo freddo e sentivo le gambe meno resistenti del solito. Mentre lui era in classe io sono rimasta qualche istante da sola e ne ho approfittato per darmi un ultima sistemata.
Ad un certo punto mi ha fatto un chiaro  cenno di seguirlo e di entrare. In quel momento ogni pensiero si é sovrapposto agli altri. "E mi odiassero perchè sono straniera? E se mi escludessero perchè non sono giapponese? E se mi prendessero in giro per il mio strano accento? Se mi isolassero? Se non facessi amicizie e restassi sola per un anno intero?"
Tutte queste domande si sono annullate nell'esatto momento in cui ho messo piede in classe.
Era un ambiente spazioso e dalle tinte chiare. Aveva delle enormi finestre sulla mia destra che davano sul giardino con alberi di ciliegio in fiore (visto che la scuola inizia a metá marzo e gli alberi di ciliegio iniziano a fiorire in questo periodo), i banchi erano a coppie e tutti di legno, oltre che ordinatamente disposti. Infondo alla classe c'erano degli armadietti in serie per riporre il materiale degli studenti e, dietro di me, un'enorme lavagna nera occupava la parete sotto un orologio circolare. Nella stanza regnava il silenzio assoluto e appena sono entrata una ventina di paia di occhi curiosi mi hanno squadrata da testa a piedi. "Ho capito che sono occidentale, ma Dio mio, non sono nemmeno un alieno!"
La sensei della prima ora mi ha accolta con un materno sorriso in modo da mettermi a mio agio il prima possibile. Io ho ricambiato la gentilezza e l'ho salutata formalmente. Subito dopo la docente ha iniziato a parlare alla classe mentre io ero ancora in piedi affianco alla cattedra.
-Bene ragazzi! Come vi avevo anticipato lei è lo studente trasferito che da oggi sará in classe con noi. Perfavore, cercate di metterla a suo agio visto che è in un paese straniero da poco e magari ha voglia di avere nuovi amici. Siate gentili e accoglietela come si deve- e dopo avermi dato un occhiata veloce, continuó -peró la presentazione la lascerei a lei cosí sentiamo la sua voce!-
Nonostante l'agitazione per via della situazione sono riuscita a spiaccicare un paio di parole; il giusto necessario:
-Ecco... buon giorno a tutti. Sono [cognome e nome]. Vengo dall'Italia, ma mi sono da poco trasferita in Giappone per studiare. Piacere di conoscervi!-
Nessuno proferiva parola per cui, mentre ero ancora inchinata, aggiunsi:
-Mi scuso per il mio giapponese, so che è ancora cattivo, ma mi impegneró per migliorare il piú velocemente possibile!-
A queste parole, e notata la mia ansia, la professoressa mi ha rassicurata dicendomi che invece il mio giapponese era buono, ma solo che i miei compagni di classe erano un po timidi dato che ero una ragazza "carina" a detta sua. Alla fine la classe mi ha salutata e a turno tutti i miei compagni hanno fatto un veloce giro di nomi.
La prof mi ha fatta sedere in terza fila al centro. Ero affianco ad un ragazzo che sembrava parecchio alto. Aveva i capelli color nocciola, proprio come gli occhi, uno  sguardo attento e vivace. Portava i primi totalmente tirati verso l'alto, penso con del gel. Appena mi sono seduta, mi ha salutata sottovoce (dato che era iniziata la lezione) e con uno smagliante sorriso a trentadue  denti, anche se le guanciotte rosate non nascondevano un lieve imbarazzo. Ovviamente ho ricambiato subito non solo il saluto ma anche l'imbarazzo della nuova conoscenza. Sono diventata per poco rossa sugli zigomi, del resto era un ragazzo davvero carino. Notata la mia timidezza ha preso parola:
-Piacere [nome]san, sono Inuoka Sou. Che figata: vieni dall'Italia; dopo devi assolutamente parlarmene e raccontarmi tutto. Comunque sono felice di essere in banco con te. Sembri davvero simpatica e spero che faremo amicizia subito cosí ci divertiremo a passare le ore insieme!-
Era davvero vivace, energico ed amichevole. Mi piacciono i tipi cosí. Riescono a tirarti fuori il sorriso anche nei momenti peggiori e sicuramente con lui affianco le ore sarebbero passate piú velocemente e per nulla noiose. La sua voce aveva qualcosa di gioioso, quasi infantile: come quella di un bimbo che prova il gelato per la prima volta.
Abbiamo iniziato a chiacchierare sottovoce finché la sensei non ci ha richiamati e ci siamo zittiti dopo esserci guardati negli occhi ed aver riso in modo lieve.
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
To be continued...♡

Kuroo Tetsurou x reader (HAIKYUU!)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora