XXXVII

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La settimana seguente al ritiro sportivo vennero per otto giorni a trovarmi i miei genitori dall'Italia approfittando delle ferie di ferragosto dal lavoro.
Nel momento in cui li rividi piansi dalla commozzione, stupita da quanto mi mancassero in appena quattro mesi su dodici. Di solito ci sentivamo quasi ogni sera: o con telefonate o tramite videochiamate, ma essere di nuovo tra le loro braccia era tutt'altra cosa.
Orgogliosissima mostrai loro tutto: l'appartamento che curavo con amore, la mia scuola per quell'anno, i progetti scolastici, il club a cui ero iscritta, i miei luoghi preferiti sia di Nerima che di Tokyo centro e presentai loro i miei due piú cari amici in Giappone: Inuoka ed Haiba.
I giorni in cui si fermarono alloggiarono in un albergo vicino al mio indirizzo e vollero anche incontrare alcuni dei miei insegnanti per parlare con loro del mio andamento scolastico.
Il tempo voló ed era giá giunta l'ora di salutarci visto che dovevano tornare in patria entrambe per motivi di lavoro e, tra lacrime di una nostalgia che si faceva giá sentire, ci siamo abbracciati in un silenzioso quanto carico di emozioni saluto.
I giorni a seguire ero davvero giú di morale. L'Italia mi mancava tremendamente, ma in particolare i miei genitori, la mia famiglia, gli amici, la mia cittá, tutto mi mancava e senza "casa" mi sentivo spoglia.
Fortunatamente i miei splendidi amici in qualche giorno riuscirono a farmi tornare il sorriso standomi vicini. Come ben sapevo mi sottolinearono che per quell'anno la mia vita sarebbe stata lí: in Giappone, a Tokyo, nel distretto di Nerima e che mi sarei dovuta concentrare e focalizzare su questo. Non avrei dovuto non godermi quell'esperienza perché troppo attaccata alle mie origini, ma anzi: proprio perché un anno sarebbe volato avrei dovuto coglere ogni opportunitá.
Al resto avrei dovuto pensare solo al momento in cui sarebbe stato necessario.
Avevano perfettamente ragione.
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A mia insaputa tutta la squadra si era organizzata per andare al mare una giornata intera insieme e me lo fecero sapere solo all'ultimo; com'era prevedibile.
Avevano anche invitato il club del Fukurodani su esplicita richiesta del capitano, ma eravamo tutti contenti di rivedere quei ragazzi. A me lo fece sapere Sou-chan solo la mattina prima per puro caso: non tanto perché volessero farmi una sorpresa, ma perché si erano totalmente dimenticati di aggiornarmi... *face palm*
Nonostante questa cosa ero felicemente stupita di come avessero potuto organizzare una cosa del genere senza troppi casini anche se mi raccontarono che Yaku-san e Kai-san erano abbastanza sfiniti, mentre Kenma non ne avrebbe voluto sapere nulla fino al giorno della partenza. Insomma tutto secondo la norma.
Quella mattinata ci eravamo dati appuntamento alla fermata della metro di Nerima verso le 7:30 per poter arrivare in spiaggia per le 8:00 circa ed accapparrarci i posti migliori.
Durante il viaggio ho sonnecchiato con la testa su uno dei pali del vagone nonostante la confusione che facevano i piú energici della squadra. Per quanto tentassi di sfruttare al meglio quei 20 minuti abbondanti di metro alla fine non ci riuscii visto che o Kuroo o Lev a turno mi infastidivano fra punzecchiatine e scherzi vari. Giá sapevo che sarebbe stata una luuunga giornata.
Appena siamo arrivati ad Odaiba, un isoletta artificiale nell'area urbana di Tokyo, ci siamo fermati un attimo ad ammirare il panorama che per me era del tutto nuovo. Ovviamente osservammo la zona anche per sceglere dove preferissimo sistemare le nostre cose.
La spiaggia offriva un panorama nuovo per me: c'era una splendida vista sulla metropoli e Kenma mi fece notare la torre di Tokyo in lontananza, oltre che il Rainbow Bridge che avevamo appena percorso per giungervi.
Kai mi spiegó perché avessero scelto quella come meta: oltre ad essere l'area balneare piú vicina a noi e a potervici nuotare, divertirsi e rilassarsi c'erano anche dei campi per il beach volley! Era tutto perfetto. Inoltre i ragazzi mi raccontarono che ogni anno nel mese di luglio, proprio su quest'isoletta, si svolge il "Festival delle lanterne di carta" durante il quale avviene l'accensione di candele che creano forme e figure di luce oltre che una splendida atmosfera.
Peccato che non l'avessi saputo prima altrimenti ci sarei andata!
Abbiamo scelto di colonizzare un'area vicina al campo da beach volley e di conseguenza inizió anche la sfida a chi avrebbe piantato l'ombrellone piú in fretta. Sembrava che per loro ogni occasione fosse un'opportunitá per giocare o sfidarsi...
Gli agguerriti avversari erano Lev, Kuroo e Yamamoto che dalla foga della gara alzarono un polverone di sabbia.
Il primo a finire fu il russo che energicó e gioioso lo annunció non solo a tutti noi, ma pressoché a mezzo mondo per il suo tono di voce.
Peccato che dopo qualche istante la suo opera oscilló ballerina e cadde sul suolo con una facilitá indescrivibile che rattristó il ragazzo. Un po' come una fogliolina accarezzata dal vento!
Poco dopo si annunció trionfante il capitano con la sua splendida opera inabattibile sotto gli applausi di noi spettatori.
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To be continue...♡
Ecco che inizio i capitolini al mare mlmlml... 🤤
Comunque eccola qui Odaiba (sulla destra il "pilastro" rosso é la Torre di Tokyo).

 🤤Comunque eccola qui Odaiba (sulla destra il "pilastro" rosso é la Torre di Tokyo)

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Kuroo Tetsurou x reader (HAIKYUU!)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora