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Dobbiamo tutti ammetterlo, Satana era proprio uno stronzo.

Col suo solito ghigno camminò per i poco illuminanati corridoi del suo palazzo.
Già sentiva il sapore della vittoria.
In poche ore avrebbe visto il suo assistente e Minho tornare da lui strisciando e si sarebbe appropriato della vittoria su Dio, rubandogli il piccolo Jisung.

Con uno scocchio di dita chiamò a sé il suo fidato consigliere e una ventina di demoni pronti a sacrificarsi per lui.
Fra poco si sarebbe recato nell'Oblio per riportare indietro una persona che sarebbe riuscita ad abbattere Minho con un solo sguardo.
Perché adesso il proplema era l'audacia di quell'insulso demone che aveva provato come lui a rubare il posto a Dio.
Sapeva che era pronto a tutto per farlo cadere.

Non è che avesse paura, ma temeva che se si fosse distratto per un secondo sarebbe stato lui a finire nell'immenso oblio e non per riportare indietro qualcuno, ma per rimanercivi per sempre.

Confidava in San che operava sulla Terra, ma non c'era molto da fidarsi. Anche lui come Minho si era innamorato della sua preda.
Ma sapeva che non si sarebbe fatto intimidire da Minho e il suo inutile gruppetto di coglioni.
E sapeva pure che in mezzo ci stava Taeyong e l'angelo mandato da Dio.
Quindi il Signore era rimasto fregato.

Stava pensando troppo e non si era accorto che già si trovava fuori dal palazzo.
Si recò in uno spazio aperto il cui centro era occupato da una lapide alta due metri.
Su di essa erano incisi strani segni e parole che solo il Diavolo poteva comprendere.
Satana pronunciò una frase a fil di voce e la lapide emise una luce intensa che faceva contrasto con il cielo nero dell'inferno.
Stava per oltrepassare la lapide ma decise che forse era meglio non andare fin dentro l'oblio, quindi chiamò la persona da fuori pronunciando il suo nome al contrario.

"nignoej"

La persona uscì dalla lapide spaventata e fu subito circondata da cinque demoni che la scortarono fin dentro il palazzo.

Alzò lo sguando e guardò il cielo che sopra di lui comiciava a colorarsi di rosso fuoco.
Questo significava solo una cosa:
Satana era pronto alla guerra.

::
::

Le ricerche di Seungmin continuavano ininterrottamente, l'unico che non faceva nulla era Hyunjin.
Lui lo sapeva e ne era certo che Seungmin si trovasse in Paradiso, a scontare chi sa quale punizione.

Jisung cercava di tirargli su il morale, rassicurandolo che l'angelo sarebbe tornato, ma non era molto d'aiuto.

Nella sua mente viaggiava l'immgine di Seungmin mentre piangeva sangue e lui sapeva bene cosa significava.
Gli era successo pure a lui.
Con questo avvenimento Dio voleva far sapere all'angelo in questione che non c'era più posto per lui in Paradiso e che molto probabilmente sarebbe finito nel nulla per sempre.

Non osava immaginare il fatto di non rivedere mai più il suo amato.
Non lo accettava, no.
Poteva andare in Paradiso ma Dio aveva rafforzato le Guardie ai confini e non voleva rischiare troppo.

Cominciò a piangere in silenzio.
Ormai sicuramente era troppo tardi, non avrebbe mai più rivisto Seungmin.
L'unica cosa che poteva fare era aiutare Minho e Jisung, così non si sarebbe spezzato un altro amore.

In quella casa tutto gli sembrava così grigio, ormai vivere non aveva più senso.

Minho entrò in camera e si avvicinò a Hyunjin con sguardo pieno di compassione.
C'era passato pure lui in una situazione del genere e sinceramente non la consigliava a nessuno.
Vedere il vivace Hyunjin ridotto in quello stato gli spezzava il cuore.
Lo conosceva da poco ma non poteva astenersi dal riconoscerlo come un amico e una persona fidata.

"Hyunjin, più di adesso ti abbiamo bisogno in forze e con la mente lucida.
Ti assiciro che Seungmin non è scomparso, la sua esistenza è fondamentale per quel coglione di Dio."

Hyunjin sospirò.
"Lui piangeva sangue Minho. Questo vuol dire che non ha bisogno più di lui.
Tanto, sai di cosa se ne fotte quello, uno in meno non fa la differenza.
Penso sia meglio che non si trovi più in Paradiso, lì ha sofferto più di quanto abbia fatto nella sua vita da umano."

"Non dire così. Lui non è scomparso."

Hyunjin si alzò e uscì dalla stanza.
Voleva andarsene da quella casa.
Non voleva più sentire nulla.

Stava per aprire la porta di casa quando Taeyong lo fermò.
"Hyunjin aspetta, sento come se Satana stesse per arrivare.
Non possiamo scontrarci sulla Terra, dobbiamo scendere agl'Inferi e abbiamo bisogno di te."

Minho e Jisung ascoltarono le sue parole e si guardarono.
"Non possiamo portare Jisung all'Inferno, è come condannarlo a morte.
Resta con lui."

"Come farete in due contro un intero esercito?"

"Pensi che essendo tre cambi qualcosa?"
Taeyong rise.

"Beh, è sempre un'opportunità in più per farcela."

Jisung si intromise.
"Minho tranquillo, io starò qui da solo, posso cavarmela."

Il demone ci pensò su e poi annuì.
"Okay, è l'ora di andare."

All'improvviso però fu tirato dal braccio e si ritrovò delle labbra incollate alle sue.
"Ti prego Minho, non fare il coglione e cerca di non morire."

Il demone sorrise.
"In teoria son già morto ma apprezzo il fatto che ti preoccupi per me.
Ci rivedremo Hannie."

I tre ragazzi uscirono di casa lasciando Jisung da solo.
Era stata forse la scelta giusta?

FINALMEMTE HO AGGIORNATO WOO
spero vi sia piaciuto il capitolo anche perché è l'ultimo che sarà tranquillo.
i prossimi saranno pieni di ansia, dolore ma ci sarà una sopresa per uno dei nostri personaggi ahaah provate ad indovinare jskssksk

VI RICORDO CHE A FINE CAPITOLO 38 POTETE FARE LE DOMANDE AI PERSONAGGI

I know that you are bad Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora